lunedì 28 febbraio 2011

LEGGETE COSA DICE "MONSIGNOR" BERTOLDO....VERGOGNOSO!!!

Se una donna cammina in modo sensuale o provocatorio, qualche responsabilità nell'evento ce l'ha perché anche indurre in tentazione é peccato. Dunque una donna che camminando in modo procace suscita reazioni eccessive o violente, pecca in tentazione.

Sono parole di Monsignor Arduino Bertoldo, vescovo di Foligno. Per chi non lo conoscesse, ecco un paio di illuminanti esternazioni: l'aborto crea più vittime dei pochi preti pedofili; Berlusconi ha fatto una ragazzata, a proposito del Rubygate



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art.200-aumenti retributivi mensili (nuovo ccnl firmato dai soliti cisl e uil)

articolo del nuovo accordo del contratto nazionale firmato da cisl e da uil,questi sono gli aumenti salariali che vanno dal 1 gennaio 2011 al 1 ottobre 2013..ecco quanto avra' di aumento un 4 livello (86 euro) suddivisi...guardate bene il prospetto qui sotto...ecco a voi il famoso sistema ipca...

A decorrere dalle scadenze di seguito indicate verranno erogati i seguenti aumenti salariali non
assorbibili:
Gli importi arretrati saranno erogati ai lavoratori in forza alla data di stipula del presente accordo
con la retribuzione del mese di marzo                                                                                                   Decorrenza Decorrenza Decorrenza Decorrenza Decorrenza Decorrenza Totale

   1/1/2011   1/9/2011    1/4/2012       1/10/2012  1/4/2013     1/10/2013

LIVELLI

Q.) 17,36| 22,57| 26,04| 27,78| 27,78| 27,78| 149,31|

I) 15,64 |20,33 |23,46 |25,02 |25,02 |25,02 |134,49

II)13,53 |17,59| 20,29| 21,64| 21,64| 21,64| 116,33

III) 11,56 |15,03 |17,34 |18,50 |18,50 |18,50| 99,43

IV) 10,00 |13,00 |15,00 |16,00 |16,00 |16,00 |86,00 (ma non saranno troppi!!!)

V) 9,03 |11,75 |13,55 |14,45 |14,45 |14,45 |77,68

VI) 8,10 |10,54 |12,17 |12,98 |12,98 |12,98 |69,75

VII) 6,94 |9,03| 10,42| 11,10| 11,10| 11,10| 59,69

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sabato 26 febbraio 2011

FISASCAT UILTUCS E CONFCOMMERCIO FIRMANO L'IPOTESI D'ACCORDO DEL CCNL NAZIONALE...LA FILCAMS NON HA FIRMATO

26 febbraio 2011

La Filcams Cgil non ha sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del
Contratto Nazionale del Terziario Distribuzione Servizi
Dichiarazione di Franco Martini segretario generale
"La Filcams-Cgil non ha sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale del Terziario Distribuzione Servizi, innanzitutto, per il fatto che l’intesa recepisce pienamente l’accordo separato del 22 gennaio 2009, sulla riforma del modello contrattuale.
Oltre all’assunzione dell’Ipca, quale meccanismo di calcolo degli incrementi salariali, infatti, viene introdotto l’istituto delle deroghe, attraverso il quale la funzione del Ccnl viene indebolita.
Inoltre, l’ipotesi sottoscritta assume i contenuti del collegato sul lavoro, sul quale la Cgil ha espresso analogo dissenso, a partire dalla certificazione.
Ma l’ipotesi di accordo contiene altri punti negativi, come quello relativo alla malattia, che prevede la fuoriuscita dall’Inps, attraverso il pagamento diretto da parte delle aziende ed il peggioramento della normativa sul pagamento dei primi tre giorni.
La stessa contrattazione di secondo livello esce ridotta e fortemente condizionata dalle deroghe, smentendo quello che era l’obiettivo primario dell’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale.
Nel complesso, è un accordo che risente indubbiamente della crisi del settore, ma che scarica sul lavoro il suo costo principale, quando, al contrario, la crisi stessa richiederebbe un forte investimento qualitativo sul fattore umano.
Al tempo stesso, è un accordo che importa nella categoria del terziario, le tensioni che da tempo caratterizzano il quadro sindacale e che avevano fino ad oggi risparmiato il settore.
La Filcams-Cgil chiederà adesso alle altre organizzazioni sindacali di sottoporre alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori interessati l’ipotesi di accordo, all’esito della quale si riterrà vincolata. Questa prova democratica sarebbe il più importante contributo ad evitare il deterioramento di una esperienza unitaria, che in questo settore ha consentito la realizzazione di importanti risultati sindacali."
FILCAMS-Cgil
Federazione lavoratori
commercio turismo servizi
UFFICIO STAMPA
http://www.filcams.cgil.it/

venerdì 25 febbraio 2011

INCIDENTI SUL LAVORO

INCIDENTI LAVORO: GIOVANE OPERAIO PRECIPITA DA PONTE E MUORE ERA RUMENO E LAVORAVA SULLA LINEA FERROVIARIA ROMA-NAPOLI (ANSA) - ROMA, 25 FEB - Un operaio, di 25 anni, è precipitato e morto davanti a due colleghi, dopo essere precipitato da un ponte sulla linea ferroviaria Roma-Napoli. È accaduto la notte scorsa a Cisterna di Latina dove il giovane, rumeno, era impegnato in una operazione di disboscamento. L'operaio è precipitato da un'altezza di alcune decine di metri intorno a mezzanotte e soltanto molte ore più tardi il suo corpo è stato recuperato da squadre dei vigili del fuoco e degli specialisti del Soccorso alpino fluviale. Gli agenti del commissariato di Cisterna stanno compiendo indagini per chiarire la dinamica dell'incidente. (ANSA). DO 25-FEB-11 12:46

giovedì 24 febbraio 2011

VIETANO AL COMPAGNO DOWN DI ANDARE IN GITA:TUTTA LA CLASSE RINUNCIA

La dirigente di una scuola di terza media voleva anche che i ragazzi mentissero al disabile sulle future uscite

MILANO - Un gesto di solidarietà. Gli studenti di una scuola media di Catanzaro si sono rifiutati di andare in gita con l'istituto, dopo il rifiuto opposto dalla dirigente alla partecipazione di un loro compagno disabile all'uscita didattica della propria classe. A rendere nota la vicenda è Ida Mendicino, responsabile del coordinamento regionale per l'integrazione scolastica e Consulente legale nazionale dell'Associazione Sclerosi Tuberosa. «I genitori del ragazzo, affetto da sindrome di Down - spiega - hanno dovuto ricorrere all'autorità di polizia per far rispettare il diritto allo studio del proprio figlio, in linea con la normativa di riferimento, in particolare con le note ministeriali le quali espressamente asseriscono che le gite rappresentano un'opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l'attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio».
LA VICENDA - Successivamente a tale episodio, secondo Mendicino, la dirigente «ha aggravato la propria posizione allorché ha manifestato ai docenti l'intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down ed ha chiesto ai compagni di classe di non portare a conoscenza del ragazzo le date delle future gite ed uscite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacità dello stesso ad apprendere a causa della sua infermità genetica». Ma l'invito è stato immediatamente declinato dai compagni, ragazzi di terza media, i quali hanno dichiarato che avrebbero preferito rinunciare tutti alle gite pur di non veder discriminato il loro compagno. «Raccontiamo volentieri - dice Mendicino - l'episodio occorso in quanto segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà. Un plauso ai ragazzi dell'istituto comprensivo di Catanzaro che si sono dimostrati vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».

NEGOZI APERTI IL 1 MAGGIO,E' SCONTRO....

De Giusti: "Ma bisogna garantire accoglienza ai due milioni di pellegrini che arriveranno"

L´IDEA delle saracinesche alzate, anche nel giorno della festa dei lavoratori, proprio non piace ai piccoli commercianti. «Esistono dei protocolli e vanno rispettati. Il 1° maggio i negozi devono restare chiusi, non si discute». Il no arriva dal presidente della Confesercenti, Valter Giammaria, che risponde con un secco rifiuto alla proposta del presidente della Confcommercio, Cesare Pambianchi, di «chiedere una deroga al Campidoglio affinché permetta l´apertura dei negozi il 1° maggio». Per quella data, infatti, a Roma sono attesi quasi 2 milioni di pellegrini (senza contare i supporter del concertone di San Giovanni) che arriveranno nella Capitale per partecipare alla cerimonia di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro.
«Il Comune deve imparare a rispettare le ordinanze - polemizza il presidente di Confesercenti, Valter Giammaria - il 98 per cento dei piccoli commercianti, che hanno negozi a conduzione familiare o con appena uno o due dipendenti, è contrario alle aperture domenicali e, a maggior ragione, a quella del 1° maggio. La deroga - attacca Giammaria - favorirebbe solo i centri commerciali». Quindi l´avvertimento all´assessore al Commercio, Davide Bordoni: «Il Primo maggio - annuncia il presidente di Confesercenti - noi terremo le saracinesche abbassate».
L´ipotesi allo studio del Campidoglio, però, al momento sembrerebbe essere quella di concedere una deroga solo ai negozi che si trovano in centro storico o nel XVII municipio, dunque nell´area intorno al Vaticano. «Sarebbe assurdo se, con due milioni di pellegrini in arrivo a Roma - dice il minisindaco Antonella De Giusti, favorevole alla deroga - i negozi attorno a San Pietro restassero chiusi. Bisogna dare accoglienza ai turisti in un´occasione così importante, anche perché altrimenti si rischierebbe di danneggiare l´abusivismo commerciale e di dare una cattiva immagine di Roma».
Contraria all´ipotesi di apertura dei negozi, almeno in periferia, è anche la presidente di Federstrade, Mina Giannadrea. «Da tempo abbiamo richiesto di tornare alla turnazione delle aperture domenicali, in modo che ogni settimana tocchi agli esercizi commerciali di un quartiere diverso - ricorda Giannandrea - figuriamoci quindi se possiamo essere favorevoli a tenere le saracinesche alzate nel giorno della festa dei lavoratori». Ma poi aggiunge: «Si può discutere su una deroga nell´area di San Pietro e del centro storico. Ma in periferia i negozi, compresi i centri commerciali, devono restare chiusi».

mercoledì 23 febbraio 2011

LA RIVOLUZIONE ALLE PORTE

La rivoluzione è alle porte d'Europa. O meglio è già dentro l'Europa ma non ce ne eravamo accorti. In molti diranno che gli accadimenti della sponda sud del mediterraneo sono temporanei, altri pensano che le trame e le regie dei poteri economici dell'occidente sono così forti, ben strutturate, che ben presto riordineranno il tavolo da gioco che le giovani generazioni del Maghreb hanno ribaltato. Quello che è però evidente a tutti è che qui ed ora si è aperto un processo rivoluzionario che investe direttamente la dimensione della rappresentanza traendo linfa dalle contraddizioni del governo della crisi economica, sia nella sua dimensione sociale, che in quella economica che istituzionale. Mi pare che ci troviamo di fronte ad un processo rivoluzionario aperto e duraturo, eccedente ai singoli stati e continenti, ma al tempo stesso con una valenza rivendicativa prettamente nazionale. Un processo ancora non politicizzato in senso programmatico, incomprensibile a tratti, ma che mette in comune le rivolte dell'occidente contro l'austerity degli scorsi mesi con le insorgenze dell'area araba. Così come le lotte contro l'austerity hanno identificato i propri avversari nei governi, altrettanto hanno fatto le rivolte nel Maghreb (il fatto che queste ultime hanno assunto una dimensione rivoluzionaria è dato da una crisi più profonda in termini sociali ed economici, e dal fatto che le rivendicazioni si sono legate alla richiesta di democrazia in paesi dove questa non c'era), cambia l'intensità delle mobilitazioni non il dato di fondo. Notiamo quindi soprattutto nella zona euromediterranea delle sintonie e tratti comuni che si manifestano con differenti intensità dovute al ruolo che rivestono i singoli stati nel mercato del lavoro, alla ricchezza procapite, ai livelli di democrazia e welfare, al livello di repressione poliziesca. E' evidente però che disoccupazione di massa, bassi salari, politiche autoritarie nel corpo sociale, corruzione, disuguaglianze, immobilità sociale sono tratti che tendenzialmente stanno accomunando (pur con le notevoli differenze) i paesi periferici dell'Europa con gli stati del Maghreb. Anche i linguaggi e le forme delle rivolte hanno strumenti e pratiche comuni (facebook, twitter, blogger, ma anche lo sciopero generale, la rivolta di piazza, i blocchi ). Infine sono i giovani e gli studenti assieme ai lavoratori e disoccupari i soggetti principali che animano la protesta, assieme alle donne. Piazza Tahirir da questo punto di vista sembra molto simile alle prime forme di democrazia diretta assembleari che hanno preso forma nelle fasi “calde” della storia, e come spesso accade sono le donne in prima linea nella lotta. Se diamo per possibile questa traccia di lettura, ancora abbozzata, e tutta da approfondire nella quale non mancano schematizzazioni, possiamo pensare che riconsiderare il tema della rivoluzione come processo politico possibile e praticabile nella zona euromediterranea sia un tema che riguarda la sinistra del prossimo futuro.

Qui infatti non si tratta di esprimere solidarietà al popolo libico, si tratta di capire come sostenere la sua lotta con la nostra. Il nostro paese da questo punto di vista, assieme alla Grecia, al Portogallo, alla Spagna si trova in una situazione particolare, per la sua posizione geografica e per la sua situazione politica ed economica. Prossimamente si potrebbe avere una disponibilità alla mobilitazione che potrebbe assumere il tratto delle rivolte antisitemiche prolungate. Rivolte meticce, giovani, sempre più collegate tra loro. Ieri a Perugia gli studenti libici hanno urlato contro Gheddafi ma anche contro Berlusconi, la stessa cosa è successa in Libia. C'è in fin dei conti un terreno oramai dissodato dai movimenti che in questi mesi si sono battuti contro Berlusconi in Italia e contro l'austerity in Europa, un terreno che vede una disponibilità crescente alla mobilitazione ed alla cooperazione delle lotte, che accomuna istanze che fino a poco tempo fa viaggiavano per compartimenti stagni. Questo terreno è un terreno potenzialmente rivoluzionario se riconsideriamo il termine stesso e lo riqualifichiamo a partire dalle pratiche antisistemiche e antagoniste al sistema dominante. La mia convinzione è che nello spazio costituente della crisi si sia aperto un nuovo orizzonte che lega indissolubilmente democrazia, beni comuni, diritti sociali e libertà (di movimento soprattutto). Processo rivoluzionario quindi e non appiattimento nel presente, queste rivolte che divengono rivoluzioni ci dicono che un potere economico sempre più autoritario che non accetta mediazioni può essere sconfitto nella piazza e mandato a casa qui ed ora. Altro che patto sociale o sante alleanze, questo è il momento in cui esercitare la massima radicalità sia in termini rivendicativi che di pratiche.
Non dobbiamo quindi aspettare che Berlusconi venga cacciato dai giudici o dalle congiure di palazzo, perchè cacciato il tiranno avremmo comunque i banchieri tiranni sopra le nostre spalle un minuto dopo. Noi dobbiamo invece iniziare a lavorare per la costruzione di uno sciopero generale politico che abbia un carattere costituente per l'Italia che verrà, uno sciopero che blocchi il paese per davvero, che assuma la presa di piazza del Popolo come luogo simbolico di identificazione di un noi collettivo. A questo punto o cacciamo il tiranno o il tiranno ci porterà a fondo con lui, è solo la mobilitazione popolare che può sconfiggere il populismo e l'antipolitica e toglierci di dosso questa maledizione che ci portiamo addosso da sempre. Il popolo italiano deve fare i conti con se stesso, con il fascismo che porta dentro di sé e contro il quale ha lottato e vinto, non capisco ad esempio perchè la CGIL attenda ancora rispetto alla proclamazione dello sciopero generale politico, fatti i conti storici, tra lo sciopero generale fatto per la cacciata di Tambroni negli anni 60 e l'attendismo di oggi c'è un'abisso enorme.
Berlusconi non è il male assoluto impersonificato, ma semplicemente l'emblema in cui una grande parte della borghesia italiana e dei ceti popolari si sono riconosciuti e si riconoscono ancora nella sua idea di società. Cacciare Berlusconi deve pertanto coincidere con la cacciata del berlusconismo senza nessuna mediazione, sconfiggere la destra deve coincidere con la chiusura dello spazio culturale che l'ha resa egemonica, la sovranità appartiene al popolo non a Berlusconi, né a Marchionne né a Draghi.

martedì 22 febbraio 2011

POMEZIA, 6 OPERAI DELLA DI.MA. SULLA GRU...

Pomezia, 6 operai della DI.MA sulla gru. Senza stipendio e senza "cassa edile"

I sindacati e i lavoratori avevano annunciato ieri la mobilitazione di questa mattina con il blocco dei lavori al cantiere di Pomezia sito al Parco della Minerva, «a seguito della mancata finalizzazione degli incontri avvenuti con la DI.MA. Costruzioni che da dicembre non eroga gli stipendi agli operai e non paga nemmeno la cassa edile». Lo comunica la Fillea-Cgil.
Il blocco del cantiere è iniziato alle 6.30 e vi partecipano circa 130 lavoratori. Alle 9.10 prima 3 poi altri 3 lavoratori sono saliti su una gru e si rifiutano di scendere. I 6 operai chiedono di poter parlare con il sindaco, Enrico De Fusco e di venire pagati.



in data:22/02/2011



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lunedì 21 febbraio 2011

COMUNICAZIONE URGENTE!!!!

L'INCONTRO DI DOMANI(22 FEBBRAIO),TRA SIR SUPERMERCATI E ORGANIZZAZIONI SINDACALI E STATO RINVIATO A CAUSA DELL'IMPOSSIBILITA' DEL FUNZIONARIO DELLA UIL.
VI COMUNICHEREMO AL PIU' PRESTO LA NUOVA DATA.

domenica 20 febbraio 2011

"ODIO GLI INDIFFERENTI"....ANTONIO GRAMSCI

 ASCOLTATE QUESTE PAROLE...SONO ATTUALISSIME
GLI INDIFFERENTI SONO PIU' PERICOLOSI DI BERLUSCONI E DEL BERLUSCONISMO

CAMUSSO HA DETTO......

(ANSA) - L'AQUILA, 19 FEB - 'Gli unici paesi in cui non si puo' festeggiare il 1 Maggio sono i paesi delle peggiori dittature'. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in riferimento all'intervista del ministro leghista Calderoli, che su 'La Stampa' ha affermato che 'la festa dei lavoratori andrebbe celebrata lavorando'. 'Siamo di fronte ad un'evidente e progressiva disgregazione di questo Paese - ha continuato Camusso - Si vogliono disgregare le ragioni di coesione e di unita' di questo paese'.

SENTITE CHE DICE CALDEROLI....

'Fosse per me, abolirei anche il primo maggio. Si celebra lavorando, altro che scampagnate'. Lo afferma in una intervista a 'La Stampa' il Ministro Roberto Calderoli. 'I patti erano chiari - spiega -. Quando fu approvata la legge dei 150 anni, avevamo avvertito: diamo via libera, ma a condizione che la festa non abbia effetti civili. Quel giorno non si doveva stare a casa dal lavoro. Dove sta scritto che per celebrare una ricorrenza bisogna fare vacanza?' Secondo Calderoli, 'Siamo stati un anno senza che alle nostre aziende arrivasse un ordinativo, dai fax non spuntava nulla, giustamente c'era allarme, c'era preoccupazione. E adesso che finalmente gli ordini arrivano, che ci sarebbe tanto da lavorare, ecco qua, festa aggiuntiva di giovedi', nel bel mezzo della settimana. .

giovedì 17 febbraio 2011

SFRATTI:OGGI MESSO IN STRADA UN ANZIANO DI 81 ANNI

“ Questa mattina erano in programma due sfratti uno si è risolto positivamente con il rinvio, l’altro che riguardava il sign Luzi di 81 anni , con basso reddito, a via Gregorio VII, un signore avente i requisiti per la proroga degli sfratti, è stato messo per strada con l’ausilio della forza pubblica. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita, a fronte del fatto che il Senato ha approvato l’emendamento che proroga gli sfratti e che il provvedimento che lo contiene, il decreto mille proroghe, sarà approvato entro la metà della prossima settimana, anziani ultra ottantenni sono sbattuti per strada senza alcuna alternativa alloggiativa.

A fronte delle nostre richieste al Ministero dell’Interno, al Prefetto, al Sindaco di non eseguire in queste settimane sfratti aventi per oggetto anziani e portatori di handicap o di famiglie aventi i requisiti per la proroga, abbiamo assistito al silenzio tombale delle istituzioni che di fatto si schierano sempre più apertamente con la rendita e la speculazione immobiliare.
Alla nostra richiesta di ritiro della forza pubblica di questa mattina la Questura ci ha risposto che la proroga sfratti non era in Gazzetta Ufficiale. Una risposta irricevibile.
Dello sfratto del sig. Luzi , con i requisiti della proroga, sono responsabili il Ministro dell’interno, il Prefetto e il Sindaco di Roma.
In particolare al Sindaco di Roma chiediamo quando la smetterà di occuparsi delle sensibilità e delle priorità della rendita immobiliare e affronterà la questione della precarietà abitativa che investe decine di migliaia di famiglie romane.
Basta con gli effetti annuncio di un social housing inesistente e che va a tutto vantaggio dei grandi costruttori. Basta con le conferenze stampa del sindaco su una città immaginifica. Ci sono a Roma persone in carne e ossa che vengono sbattute per strada nel silenzio assordante delle istituzioni. Sappia il Sindaco e il Prefetto che la questione sfratti e la questione precarietà abitativa non sono questioni di ordine pubblico, oggi di fronte ad un anziano senza alternative alloggiative avete voltato la testa dall’altra parte, se foste consapevoli del vostro ruolo dovreste vergognarvi e chiedere scusa al sign. Luzi, siamo certi non lo farete.

UNIONE INQUILINI

I POVERI CONTINUANO A PAGARE IL PREZZO DELLA CRISI

I passi in avanti nella lotta alla povertà e alla fame sono decisamente troppo contenuti, così come troppo timidi sono i miglioramenti nella parità di genere, secondo il rapporto 2010 del Social watch, la rete di oltre 400 organizzazioni non governative che monitora il livello di sviluppo sociale in più di 60 Paesi in tutto il mondo. I miglioramenti procedono a rilento dal 2000, anno in cui in sede Onu sono stati stabiliti gli Obiettivi di sviluppo del millennio. Ma con la crisi economica, le cose sono peggiorate, con i paesi occidentali che hanno tentato di reagire per lo più con misure di austerity che rischiano di assorbire le risorse destinate alle popolazioni più povere. In questo la maglia nera va proprio all’Italia, “paese che sta ‘demolendo’ la cooperazione allo sviluppo”, si legge nel rapporto. L’analisi segnala il rallentamento nella crescita del Basic capabilities index (Bci), l’indice elaborato per misurare lo sviluppo di una nazione non in termini di reddito, ma in base alla possibilità di godere di alcuni diritti fondamentali. In particolare, per il calcolo dell’indice Bci vengono considerati la percentuale di bambini che arriva alla quinta elementare, la sopravvivenza fino ai cinque anni di età e la percentuale di nascite assistite da personale qualificato.

Una frenata che si registra nonostante la crescita media del Pil pro capite, che dal 2000 al 2009 aumenta del 19% a livello mondiale, mentre il Bci passa da un più 4% registrato negli anni Novanta, al più 3% del primo decennio del nuovo millennio. Il progresso negli indicatori sociali, quindi, ha rallentato nonostante le maggiori risorse a disposizione, a dimostrazione che la crescita economica spesso non si accompagna a un miglioramento generalizzato delle condizioni di vita. Tra le aree geografiche di cui si segnala una crescita maggiore tra il 1990 e il 2000 e poi un rallentamento nel decennio successivo, ci sono l’America latina, il Medio Oriente e il Nord Africa.
Diversa la tendenza per i Paesi dell’Africa Sub Sahariana, che fanno registrare una crescita maggiore del Bci dopo il 2000, e quelli dell’Asia meridionale, che riescono almeno a mantenere i livelli di crescita sociale precedenti all’anno 2000. Entrambe queste aree però partivano da livelli molto bassi, per cui anche per loro è ancora lunga la strada per raggiungere livelli accettabili e diffusi dei parametri sociali. Particolarmente evidente, inoltre, la differenza che si registra in Cina tra aumento del Pil e crescita contenuta degli indicatori sociali: una tendenza che condiziona in negativo la performance dell’intera area dell’Asia orientale e della regione pacifica.
I risultati migliori riguardano il Brasile, che riesce a unire l’aumento del Pil a politiche sociali in grado di sollevare anche gli indicatori di benessere sociale, mentre all’estremo opposto si trovano i paesi dell’Africa sub-sahariana, che si attestano ancora su livello critici nonostante i progressi dell’ultimo decennio e la disponibilità ricchezze naturali. Tra i paesi in via di sviluppo, il Guatemala e il Belize hanno fatto grandi passi in avanti. Invece nel gruppo dei paesi più poveri della terra, il Rwanda ha registrato buoni tassi di sviluppo umano, mentre il Sudan non è riuscito a invertire il suo trend negativo.
Segnalata come stabile la situazione dei paesi europei e del Nord America, che da tempo mostrano livelli soddisfacenti del Bci, anche se non sono ancora disponibili indicatori aggiornati sull’impatto della crisi. “In realtà la povertà è cresciuta sia in Europa che nei Paesi in via di sviluppo a causa della crisi finanziaria – si legge nel rapporto - In base alle statistiche Eurostat, gli effetti della crisi sul mercato europeo del lavoro sono tutt’altro che finiti: nel 2009 la disoccupazione nella UE è infatti cresciuta di oltre 5 milioni di unità, arrivando a 21,4 milioni di persone, prevalentemente a causa dei posti di lavoro persi negli ultimi 12 mesi. Secondo la UE circa 80 milioni di persone, pari al 16% della popolazione, vivono attualmente in condizioni di povertà”. (Gina Pavone)

martedì 15 febbraio 2011

LA FESTA NON SI VENDE....



La Festa Non Si Vende
Parte la campagna itinerante della Filcams Cgil Nazionale

Prima Tappa a Roma il 16 febbraio 2011
Parte da Roma, la campagna nazionale itinerante organizzata dalla Filcams Cgil, per combattere la totale liberalizzazione delle aperture domenicali e festive.
Mercoledì 16 febbraio prossimo, la Filcams Cgil Roma e Lazio ha organizzato, presso l’hotel Palatino di Roma, via Cavour 213, dalle ore 9.00, un’iniziativa pubblica sul lavoro domenicale e festivo nella distribuzione commerciale.
Insieme a gli assessori comunali e regionali competenti, agli esponenti politici locali e alle parti sociali e datoriali interessate, la Filcams Cgil vuole affermare un modello distributivo più efficiente che risponda alle esigenze della persona che consuma, lavora, vive il territorio.
“Lo sviluppo della rete distributiva e la disciplina degli orari commerciali nella Regione Lazio” afferma Vittorio Pezzotti, segretario generale Filcams Cgil Roma e Lazio “hanno provocato effetti distorcenti, contraddittori, per nulla in sintonia con le linee guida fissate dalla legge nazionale. I Comuni a loro volta, a partire da quello di Roma, hanno prevalentemente agito per ricercare immediato consenso elettorale, rinunciando alla funzione di governo programmatico del territorio e alla coniugazione degli interessi compositi in esso presenti.”
“Un’aggiornata legislazione nazionale che definisca parametri più vincolanti con la funzione legislativa conferita alle Regioni e una conseguente nuova legislazione regionale sono gli strumenti necessari per concorrere, come categoria, alla definizione di un modello economico e di sviluppo sostenibile e integrato con altre attività produttive.”
Interverranno all’iniziativa: Cesare Pambianchi Presidente Confcommercio Roma; Valter Giammaria, Presidente Confesercenti Roma e Lazio; Umberto Marroni, Capo Gruppo PD Roma Capitale; Davide Bordoni, Assessore al Commercio e alle Attività Produttive Roma Capitale; Maria Gemma Azuni, Capo Gruppo Misto Roma Capitale; Francesco Avallone, Federconsumatori Roma Lazio; Pietro Di Paolo, Assessore alle Attività produttive e Politiche dei Rifiuti Regione Lazio; Franco Fiorito, Capo Gruppo PDL Regione Lazio; Claudio Di Berardino, Segreterio Generale Cgil Roma Lazio e un breve saluto di Fabrice Warneck Responsabile Dialogo Sociale Commercio UNI Europa.
Le conclusioni, sono affidate a Franco Martini, Segretario Generale Filcams Cgil Nazionale.
I lavori saranno aperti con la proiezione dello spot che ha lanciato la campagna (http://www.youtube.com/watch?v=dmx7npUKIu0) e si concluderanno con un breve flash mob di alcuni partecipanti che mostreranno, dall’ultima fila del pubblico, la scritta “La festa non si vende” e coloreranno in rosso, simbolicamente, su alcuni calendari mensili esposti sulle pareti della sala, tutte le domeniche e i festivi disegnate in nero perché giorni lavorativi. Per ribadire che le festività devono rimanere tali per tutti.
Durante l’iniziativa, inoltre, saranno distribuiti tanti gadget che contraddistingueranno la campagna: spille, porta gettoni per carrello spesa, shopper spesa (borse di stoffa); e una card di adesione alla campagna, RICARICult, “Io di domenica mi ricarico di cultura”. Un carta che sarà distribuita gratuitamente e che darà la possibilità di avere sconti e agevolazioni per iniziative ed eventi culturali delle rete dell’ARCI Roma.
La FESTA È PER TUTTI, regoliamo le aperture domenicali e festive.

lunedì 14 febbraio 2011

berlusconi: manifestazione faziosa

Mi è sembrato un pretesto per sostenere il teorema giudiziario che non ha nessun riscontro nella realtà: una mobilitazione di parte, faziosa, contro la mia persona da parte di una sinistra che cavalca qualsiasi mezzo per abbattermi". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, intervistato da Maurizio Belpietro, in collegamento telefonico con 'Mattino Cinque', a proposito delle manifestazioni di ieri delle donne e definendo una "vergogna" questo teorema. "Tutte le donne che hanno avuto modo di conoscermi - ha aggiunto - sanno con quanta considerazione e rispetto io mi rapporto con loro".

Una marea di più di un milione di persone "indignate" è scesa in piazza, in Italia e nel mondo, per dire basta a una cultura che nega la dignità delle donne e per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi. Ha superato le più rosee aspettative la mobilitazione nata intorno all'appello "Se non ora quando", che in pochi giorni e con il fondamentale ausilio di Internet ha scatenato, con un effetto-valanga, manifestazioni in 230 città in Italia e una trentina all'estero. Roma in primo luogo, ma anche Milano, Torino, Napoli e così via in giro per l'Italia e per il mondo fino all'altra parte del globo, a Honolulu e Auckland: un grido si è levato oggi pomeriggio dalle piazze: "ora basta!". Piazze enormi come quella del Popolo a Roma si sono riempite di donne e di uomini "amici delle donne", tutti arrivati senza bandiere di partito ma solo con qualche tricolore e tanti cartelli, tutti contro il premier: "Berlusconi indegno", "Io donna cattolica dico basta! B vai via", "Napolitano: una Clio tutta la vita - Berlusconi: una escort tutte le notti" e anche "Dimettiti! Grande capo culo flaccido". E contro Berlusconi si è levato l'urlo della folla prima dell'inizio della manifestazione romana: "Dimettiti!". La rabbia della gente in piazza è infatti più esplicita e diretta di quella delle donne sul palco, che quasi mai pronunciano il nome di Berlusconi e puntano invece sui temi della dignità delle donne e della rivendicazione di un nuovo ruolo.
Star applauditissime della kermesse romana, la leader della Cgil Susanna Camusso e la deputata finiana Giulia Bongiorno. "La misura è colma" ha detto dal palco Camusso, che ha definito quella di oggi "una rivoluzione culturale che si muove dal basso", che parte "non dalle gerarchie ma dal popolo: é davvero un Paese che non ne può più". E per Bongiorno "oggi siamo e dobbiamo essere protagoniste, non comparse. L'unico contesto in cui vedo le donne protagoniste sono le barzellette, soprattutto se le barzellette provengono da Arcore". In piazza anche le prostitute - il Movimento per i loro diritti aveva annunciato l'adesione - che si sono presentate con un ombrellino rosso e un gruppetto di loro ha sfilato per le strade del centro di Roma con uno striscione che recitava "Sul nostro corpo nessuna strumentalizzazione, diritti e welfare per tutte". E c'é stato anche un piccolo, festoso blitz di circa duecento manifestanti che si sono recati davanti a Montecitorio per chiedere le dimissioni di Berlusconi e lasciare regalini ironici ai parlamentari.
TANTI STRISCIONI - "Vogliamo un Paese che rispetti le donne tutte". Lo striscione rosa viene srotolato dalla terrazza del Pincio quando piazza del Popolo è già gremita. E fa da sfondo alla manifestazione "Se non ora quando?". Una protesta senza bandiere di partito, con qualche tricolore, ma soprattutto con tantissimi striscioni, cartelli, adesivi con slogan orgogliosi, irriverenti, a tratti rabbiosi. Per rivendicare con tutte le sfumature possibili "la dignità delle donne".
DA NORD A SUD, PROTESTA RIEMPIE PIAZZE - La protesta delle donne per rivendicare la propria dignità ha riempito le piazze di tutta Italia. Al di là di quella della capitale, manifestazioni colorate e scandite da balli, cartelli fantasiosi, cori e slogan anche per sollecitare le dimissioni di Silvio Berlusconi, si sono tenute da Nord a Sud del Paese e hanno visto anche la partecipazione di tanti uomini e intere famiglie. Ed è stato "pienone" nelle principali città, a cominciare da Milano e Torino, dove secondo gli organizzatori i partecipanti sono arrivati a quota 100mila. "Tutto esaurito" dunque a Milano. Ma a scaldare la folla sono stati soprattutto le parole del premio Nobel Dario Fo e di sua moglie Franca Rame.
Torino ha visto piazza San Carlo affollata come nelle storiche manifestazioni del Primo Maggio e i portici di via Roma impercorribili. "Siamo partiti in 50 mila, ora siamo diventati 100 mila", hanno detto gli organizzatori a un'ora dall'inizio della manifestazione. Un cordone formato dalle donne che si tenevano per mano ha aperto invece la manifestazione di Bologna. Cinquantamila persone anche a Napoli. Altrettanti partecipanti a Genova, dove "in galera" è stato uno degli slogan più gridati dai presenti, tra i quali c'era anche il comitato 'Le graziose', che rappresenta le prostitute del centro storico. In trentamila hanno sfilato a Firenze; mentre a Venezia la manifestazione è stata anche l'occasione per esprimere solidarietà a Nicoletta Zago, operaia che da tre giorni su una torre di Marghera a 150 metri d'altezza, è in sciopero della fame per il posto di lavoro.

13 febbraio... non ero a roma ma.... guardate queste foto


IO NON ERO A ROMA MA HO MANIFESTATO NELLA MIA ZONA(FROSINONE)....GUARDATE QUESTE FOTO.....







domenica 13 febbraio 2011

video manifetazione "se non ora quando"

LA PIAZZA DIMOSTRA SEMPRE DI DI PIU' CHE NON GLI DIAMO PIU' "FIDUCIA"
BERLUSCONI....DIMETTITI ORA!!!!!!!!!!!!

sabato 12 febbraio 2011

BONANNI: CAMUSSO PEGGIO DI EPIFANI

Aspettavamo da tempo un cambio di vertice in Cgil e ci siamo visti arrivare colpi che non abbiamo ricevuto neanche dal predecessore". Lo ha detto oggi, intervenendo al Cisl Day, Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, riferendosi naturalmente a Susanna Camusso e al suo predecessore Guglielmo Epifani. Il segretario Cisl, come aveva già fatto in un'intervista al Corriere della Sera lo scorso 6 febbraio, è tornato a parlare di "schiaffi" inflitti dalla Cgil alla sua organizzazione, in particolare sul tema della rappresentanza. "La Cgil - ha detto Bonanni - o con noi recupera il documento del 2008, che ci costa, con un percorso davvero unitario, o altrimenti ognuno a casa sua

STATO TRATTATIVA CONTRATTO NAZIONALE

Di seguito troverete lo stato della trattativa per il rinnovo del CONTRATTO
NAZIONALE.Che dire, la situazione mi sembra al quanto preoccupante!!
2 febbraio 2011
Contratto nazionale del terziario: prosegue la trattativa

Continua con intensità la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale
del terziario.
Gli incontri del mese di gennaio si sono concentrati su: malattia e
assenteismo, mercato del lavoro, contrattazione di I e II livello e sono state
approfondite delle materie già illustrate negli incontri precedenti: il periodo
di prova, il lavoro domenicale e l’orario di lavoro. Non è stato ancora
affrontato il tema del salario.
La FILCAMS esprime preoccupazione per i contenuti della trattativa e la
conduzione del negoziato: “Dopo tre mesi di discussione non c’è un quadro complessivo che ci consenta di dire che sono stati costruiti punti di contatto
utili per realizzare il rinnovo poiché non abbiamo ancora risposte alla
piattaforma sindacale. Aspetto che deve essere recuperato come condizione per
verificare la reale volontà di arrivare ad una soluzione”.
I prossimi incontri sono previsti per il 2 e il 3 febbraio
Le richieste della CONFCOMMERCIO sui temi affrontati
Malattia e assenteismo: la Confcommercio chiede la possibilità, per le aziende
che vogliono farlo di farsi carico completamente del pagamento della malattia e
di uscire dal meccanismo INPS del versamento contributivo del 2,44% e
Per contrastare l’assenteismo la proposta è di pagare al 100% i primi tre
giorni per due eventi di malattia, al 50% il terzo evento di malattia e non
pagare più la carenza per i successivi eventi, fermo restando l’attuale periodo
di comporto.
Integra la proposta, la volontà di dare maggiore tutela alle malattie
invalidanti-
Mercato del lavoro: la Confcommercio ribadisce la richiesta del Part time week
end 16 ore e il PT di 8 ore per studenti, di sabato o di domenica.
Periodo di prova: alla richiesta di allungamento di 30 giorni per tutti i
livelli con esclusione del 1° liv. come mezzo utile a migliorare la
stabilizzazione dei contratti può essere legata una rispondente riduzione del
periodo di preavviso in caso di dimissioni del lavoratore.
Lavoro domenicale: la Confcommercio ha proposto l’inserimento di un numero
fisso di domeniche lavorative (25) in sostituzione della precedente percentuale
(30% art. 141 del CCNL)
Orario di lavoro: Modificando la proposta precedente, la Confcommercio ha
chiesto di mantenere stabili le ferie e di estendere, a tutti i nuovi assunti,
la disciplina prevista nell’apprendistato per la maturazione dei permessi.
Contrattazione di secondo livello: L’impianto proposto prevede che il
contratto nazionale mantenga, in maniera inderogabile, una serie di diritti
indisponibili: i minimi tabellari, la base di calcolo, il numero delle ferie, i
Rol per 32 ore (ex festività).
Dalla contrattazione di II livello devono essere esclusi: permessi retribuiti,
premi fissi, quote Covelco, costi bilateralità, monte ferie, indennità fisse
limitatamente a quelle già disciplinate dal CCNL. Sulle restanti materie è
possibile discutere con ogni modalità anche quella derogatoria. Poi è possibile
introdurre una casistica di ipotesi di sospensiva temporanea degli istituti del
CCNL.

mercoledì 9 febbraio 2011

in nome di eluana,la giornata cinica del governo

Era sera, esattamente due anni fa, quando la notizia della morte di Eluana Englaro spentasi nella clinica "La Quiete" dopo un'agonia lunga 17 anni, arrivò a Palazzo Madama come una claque a dare il via al bailamme della destra.

Indimenticabile il senatore Maurizio Gasparri che inveisce contro il presidente Napolitano, reo di non aver firmato il decreto legge partorito in Cdm a tempo record come estremo tentativo del governo di opporsi alla sentenza della Cassazione che autorizzava a staccare finalmente quell'idratazione e quell'alimentazione che tenevano artificialmente in vita il corpo di Eluana dal 18 gennaio 1992. Il ministro Sacconi aveva fatto della delicata questione la sua personale bandiera politica ponendo fuori legge, appena un mese dopo la sentenza, le strutture sanitarie che si fossero rese disponibili a "staccare la spina".
Da allora l'immagine del Pdl è legata a doppio filo agli esiti del ddl Calabrò sul testamento biologico già approvato al Senato, peggiorato addirittura dalla commissione Affari sociali della Camera, in attesa dei pareri previsti per ieri ma slittati delle commissioni Affari costituzionali (la relatrice Bertolini ha già espresso parere negativo perché permetterebbe «derive eutanasiche») e Giustizia, e calendarizzato per il 21 febbraio prossimo a Montecitorio.
Il testo che approderà in Aula, come spiega la deputata Radicale Maria Antonietta Coscioni, è peggiorato perché impone che l'alimentazione e l'idratazione nelle diverse forme disponibili (spariti l'aggettivo «artificiali» e la definizione «forme di sostegno vitale»), «devono essere mantenute fino al termine della vita», non solo nei pazienti in stato vegetativo permanente, ma in tutti i casi in cui la persona si trovi nell'indisponibilità di rifiutare le cure. Ad eccezione del caso, recita l'articolo 3, in cui «le medesime risultino non più efficaci» o «addirittura nocive».
Con un emendamento voluto dalla Lega, infine, in nessun caso il biotestamento avrà valore se contiene un diverso orientamento né potrà «essere utilizzato ai fini della ricostruzione della volontà del soggetto». Tanto importante la crociata contro e la sofferta scelta della famiglia Englaro, che il governo Berlusconi con la complicità vaticana, ha deciso cinicamente di celebrare proprio il 9 febbraio la prima "Giornata degli stati vegetativi" per «tutelare», dicono, le circa 2 mila persone che si trovano nella stessa condizione in Italia.
Una giornata che invece per molti servirà a riflettere sulla libertà di cura con dibattiti e seminari come quello organizzato da Micromega con Marino, Rodotà, Garrone, Parisi, Franzoni e Flores d'Arcais, o la presentazione alla Camera di un libro sugli «Ultimi giorni di Eluana» con Coscioni (Pr), Turco (Pd), Moroni (Pdl) e Saro (Fli).

martedì 8 febbraio 2011

13 FEBBRAIO.....SENZA DIGNITA' C'E' REGRESSIONE

13 febbraio, Camusso: senza dignità c'è regressione



'Se non ora quando?', le donne scendono in piazza domenica 13 febbraio in 117 città. Una mobilitazione che non vuole «giudicare altre donne o dividere le donne in buone e cattive» ma chiede un Paese «che rispetti le donne».
Tra le tante adesioni quelle di Susanna Camusso, Concita De Gregorio, Flavia Perina, Silvia Costa, Francesca Comenici, Titti di Salvo, Francesca Izzo che hanno presentato l'iniziativa nella sede di stampa estera, appellandosi a donne, ma anche uomini «amici delle donne», perché domenica si esca dalle case e si scenda in piazza. Comencini sottolinea la pluralità di donne che hanno aderito (il sito(http://www.unita.it/) ha raggiunto in meno di una settimana oltre 51 mila firme) e precisa che «la mobilitazione non intende condannare nessuna donna: abbiamo invitato le organizzatrici di tutte le città a evitare slogan di questo tipo».
L'invito quindi è a tutte le donne «perchè escano dalle case e si facciano sentire». Il segretario della Cgil, sottolineando la «assoluta trasversalità» delle adesioni, invita a guardare al cuore del problema, la libertà e la dignità delle donne in un «Paese che vede le donne come oggetto di discussione quando va bene o come oggetto e basta. Con la negazione della dignità e dei diritti delle donne non c'è futuro, c'è una grande regressione».
Troppo spesso infatti ad esempio «quando si parla di prostituzione si parla delle donne e non dei clienti, questa è una modalità insopportabile. Si guarda il dito e non la luna». Flavia Perina, deputata Fli, individua il dato «politico», quello cioè della «rappresentanza femminile» e come si arriva ad incarichi istituzionali o nelle liste bloccate«.
A Roma la manifestazione è fissata per le 14 alla terrazza del Pincio, Piazza del Popolo, e sarà aperta dalla lettura di una 'orazione civile' scritta dalla poetessa Patrizia Cavalli.

lunedì 7 febbraio 2011

RIFLETTIAMO SUL PENSIERO DEL PADRE DELLA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE....

A UN BAMBINO BISOGNA INSEGNARE A ESSERE UN RIVOLUZIONARIO,NEL SENSO DI CERCARE SEMPRE IL BENE MAGGIORE DA DONARE AGLI ALTRI PER MIGLIORARNE L'ESISTENZA.LO SCOPO DELLA VITA NON PUO' ESSERE ACCUMULARE DENARO,MA CREARE RAPPORTI D'AMORE.....
RIFLETTIAMO.... RIFLETTIAMO.....RIFLETTIAMO!!!!!!!!

domenica 6 febbraio 2011

il popolo viola manifesta ad arcore

Il popolo viola manifesta ad Arcore


Scontri e manganellate dopo la protesta
"Come cittadini Viola ci dissociamo dall'iniziativa di una decina di facinorosi che oggi hanno tentato di formare un corteo non autorizzato", si legge in una nota dell'associazione. "La nostra solidarietà va alle forze dell'ordine con le quali manteniamo un rapporto di stretta collaborazione"
Cariche e manganellate tra polizia e manifestanti ad Arcore. Così termina il giorno di protesta contro il premier organizzata dal Popolo viola. Tutto è cominciato quando un gruppo di contestatori, alcuni dei quali dei centri sociali, si sono staccati dal presidio in largo Vela per cercare di oltrepassare l’area autorizzata e raggiungere la villa del presidente del Consiglio. “Il corteo è un nostro diritto” hanno rivendicato i manifestanti. A un km di distanza, intanto, si concludeva la protesta pacifica del Popolo viola. Negli scontri si registrano feriti sia tra i poliziotti che tra i manifestanti. Un agente è stato colpito da una bottiglia lanciata dal corteo, mentre un ragazzo è stato portato in ospedale da un’ambulanza per una ferita alla testa. Due persone sono state accompagnate in Questura dalla polizia. Gli investigatori non hanno ancora deciso se formalizzare accuse o provvedimenti nei loro confronti.
La giornata anti-premier era iniziata con una colorata e pacifica sfilata per le strade di Arcore. Tanti gli slogan goliardici: “Se ti facessero una statua ad Arcore, noi saremmo i tuoi piccioni” diceva un cartello all’ingresso della villa municipale di Arcore, residenza di Silvio Berlusconi. “Questa giornata vuole dimostrare che il popolo italiano ha rispetto per le istituzioni e chiede a gran voce che lui si faccia da parte”, hanno scandito dal palco i leader del Popolo Viola, riferendosi al presidente del Consiglio. Oltre alle bandiere del Popolo Viola, si è visto qualche tricolore, qualche vessillo di Pd e IdV e una anche bandiera Udc. Tra gli striscioni diversi gli inviti affinché il premier lasci Palazzo Chigi: “L’Italia compie 150 anni, Silvio falle un regalo: dimettiti e fatti processare” o “Per Berlusconi rito immediato, sei licenziato”. Diversi anche i riferimenti allo scandalo Ruby: “Bunga vita al Re” o “Silvio hai le orge contate, dimettiti”. Alcuni manifestanti ostentano parrucche colorate, minigonne, calze a rete e seni finti in evidenza, con cartelli “non voglio più lavorare per pagarmi l’affitto, mi inviti alle tue feste?”, o “Silvio portaci in Consiglio regionale”. Il clima s’è fatto teso quando gli organizzatori della manifestazione hanno chiesto al gruppetto che voleva raggiungere villa San Martino di retrocedere spiegando loro che l’autorizzazione per la manifestazione è riservata al solo largo Vela. Il gruppetto ha risposto in coro lanciando l’idea di un corteo, non previsto.
Nel tentativo di raggiungere la villa del premier, un centinaio di manifestanti decide di percorrere una via laterale. E’ a questo punto che le Forze dell’Ordine carica per tre volte. I tafferugli più intesi si sono verificati al centro dell’incrocio, in mezzo al traffico cittadino, mentre dai lati della piazza, altri giovani lanciavano pietre, sassi e vetri. Gli scontri sono durati circa dieci minuti. Un signore ha riportato una ferita alla testa ed è stato portato via in ambulanza. Contusi anche tra le Forze dell’Ordine. La Polizia ha spiegato che verranno fatte delle verifiche sulle riprese-video realizzate durante gli scontri.
Diverso lo spirito del Popolo viola, che si dissocia dalla protesta violenta “Come cittadini Viola ci dissociamo dall’iniziativa di una decina di facinorosi che oggi ad Arcore hanno tentato di formare un corteo non autorizzato. Durante tutta la manifestazione la Rete viola e il Popolo viola di Milano hanno chiesto di mantenere la mobilitazione allegra, pacifica e colorata, seguendo lo spirito nonviolento dei Viola”. Così si legge in una nota di Gianfranco Mascia, uno degli animatori del No B Day. “La nostra solidarietà – continua – va alle forze dell’ordine con le quali manteniamo un rapporto di stretta collaborazione, come dimostrano le decine di mobilitazioni grandi e piccole organizzate da noi Viola in questi mesi, senza nessun episodio di violenza. Siamo vicini al carabiniere ferito e gli esprimiamo tutta la nostra solidarietà”.

perde lavoro e diventa ladro....

ANSA) - TORINO, 5 FEB - Vive in una lussuosa casa ma, dopo aver perso il lavoro, diventa un ladro. I Carabinieri lo hanno bloccato mentre rubava vasi di rame nel cimitero Parco di Torino. Ne aveva presi 19 dalle tombe, ma in auto ne aveva altri 47. Protagonista della vicenda e' un 50enne di Giaveno (Torino), ex rappresentante di una societa'. Ai militari che lo hanno arrestato ha tentato di dare una spiegazione:'Ho perso da poco il lavoro e non sapevo come fare per mantenere lo stesso tenore di vita alla mia famiglia'.

venerdì 4 febbraio 2011

il sindaco leghista ordina:NON DATE DA MANGIARE A QUELLA LURIDA NEGRA

Nella Scuola dell'Infanzia di Fossalta di Piave in Veneto per aiutare una piccola di origine africana le maestre si privano di un pasto alla settimana, ma il primo cittadino dice no


In fondo la storia è molto semplice: una bambina di quattro anni lasciata senza pasto, nella mensa del suo asilo, e rimandata a casa per volontà di un sindaco. In fondo questa è una nuova, piccola, storia feroce, una storia di uomini coraggiosi che si mettono a fare la guerra ai bambini. Ed è una di quelle facili guerre con cui alcuni amministratori della Lega provano a stravolgere la faccia bella del nord e a macchiare la generosità dei veneti con il pretesto della buona amministrazione. Sarebbe forse una “Nuova Adro” – questa storia – se a Fossalta di Piave la solidarietà dei genitori (che sono andati a protestare in istituto), delle insegnanti e dei collaboratori scolastici non si fosse opposta alle decisioni del sindaco e della direttrice scolastica. E sarebbe una storia sicuramente incredibile se a raccontarla a “Il Fatto” non fossero le testimonianze dei genitori, le carte bollate e persino le parole dei diretti interessati.
Ecco che cosa è successo. Nella Scuola dell’Infanzia “Il Flauto Magico” di Fossalta di Piave (che fa parte dell’Istituto comprensivo di Meolo) – una deliziosa scuola con i giochi fuori e cinque maestre bravissime – c’è una bambina di origine africana (la chiameremo Speranza, anche se questo non è il suo nome). Speranza ha una famiglia povera ma felice. Il padre operaio, la madre che si prende cura dei figli: lui lavora nelle industrie della zona, il pane non manca. Speranza ha quattro fratellini: due più piccoli di lei, due più grandi, già alle elementari. Quando entra in età scolare non riesce a iscriversi a scuola, perché non trova posto: l’istituto può accogliere solo cinquanta bambini. Quest’anno la mamma di Speranza (che chiameremo Maria, anche se questo non è il suo nome) fa in tempo a ricevere una buona notizia e un colpo durissimo. La buona notizia è che Speranza potrà finalmente entrare a scuola perché c’è posto per lei. Accede al tempo pieno, impara subito l’Italiano, si integra, aiuta la propria famiglia – e la madre che si esprime con pochissimi vocaboli e i verbi all’infinito – a inserirsi nella comunità fossaltina. Ma poi arriva anche il colpo: il papà di Speranza, dopo aver perso il suo lavoro e non essere riuscito a trovarne uno nuovo, sceglie di emigrare in Belgio, dove gli hanno promesso un impiego certo. Lo fa, e la piccola famiglia straniera inizia a vacillare. Era lui che si esprimeva in un italiano corrente, lui che teneva i rapporti con gli altri genitori. Maria resta sola: i soldi che arrivano dal Belgio sono pochissimi rispetto alle necessità di cinque bambini. I bimbi delle elementari hanno la refezione e il tempo pieno, ma Speranza, nella sua nuova classe, (anche se con la tariffa agevolata) deve pagare comunque cinquanta euro al mese. Se devi stringere la cinghia sono comunque tanti soldi. E così Maria si rivolge ai servizi sociali del comune, che le rispondono di non poter intervenire per aiutarla.
Nel frattempo (solo una settimana fa), le maestre della scuola escogitano una soluzione: ognuna di loro rinuncerà una volta a settimana al pranzo a cui ha diritto (sul posto di lavoro) e lo cederà alla bambina. E’ un gesto di solidarietà pragmatico, discreto. Aderiscono anche le due collaboratrici scolastiche, è d’accordo l’insegnante di religione che viene una volta a settimana. In un istituto in cui si servono 60 pasti e in cui mangiano 50 bambini, in realtà, le pietanze che ogni giorno avanzano basterebbero (e avanzerebbero) per tutti. Ma le maestre vogliono che non ci siano irregolarità e così si arrangiano: un giorno una di loro torna prima, un giorno un’altra si porta un panino, un altro ancora un’altra salta il pasto e dice scherzando che le farà bene alla linea.
Ma qui finisce il lato bello della storia e inizia la commedia surreale e grottesca. Il sindaco leghistaMassimo Sensini (che è stato informato dai servizi sociali e dalla direttrice) viene a sapere della soluzione che è stata trovata e va su tutte le furie. Convoca la direttrice del comprensorio,Simonetta Murri e le spiega che “è responsabile di una gravissima irregolarità”. Prende carta e penna e scrive di suo pugno una lettera in cui si leggono frasi come questa: “Si sottolinea che il personale (della scuola, ndr.) non può cedere il proprio pasto senza incorrere in un danno erariale per il comune di Fossalta di Piave”. Insomma, per l’amministratore Sensini, le maestre che si privano del pasto per far mangiare una bambina di quattro anni, sono paragonabili a dei ladri che sottraggono al Comune beni di pubblica utilità. La direttrice sottoscrive la decisione, e a sua volta stila un ordine di servizio il cui senso è: “Se questo atteggiamento si ripeterà le responsabili saranno denunciate al provveditorato”. Con questa procedura le maestre rischiano provvedimenti disciplinari e la sospensione dall’insegnamento. E infatti non vogliono parlare. Maria viene informata che deve presentarsi a prendere Speranza alle 12.00 e non più alle 16.00. La bimba è costretta a saltare il tempo pieno e a separarsi dai suoi compagni di scuola. Maria fa quel che le è stato detto e, due giorni fa, la bimba scoppia a piangere in classe quando la madre la prende per portarla a casa. Ieri i genitori hanno chiesto un incontro alla direttrice dell’istituto per pregarla di risolvere la situazione.
Ma l’interessata spiega a “Il Fatto”: “Purtroppo condivido il richiamo che ci ha fatto il sindaco”. Le domandi come giudichi la sua lettera e lei ti risponde: “L’ho trovata ironica. E utile”. Ma in che senso? La Murri fa un esempio: “Se lei ha una casa del comune non la può subaffittare a dei terzi, capisce? E’ un reato. Se lei ha diritto ad un pasto della mensa non lo può dare a chi passa”. Provi a suggerire alla direttrice che la bambina non è una persona “che passa”. La Murri non accetta l’idea: “Ma vede, questo è un principio: quella soluzione era grave e dannosa. Se tutti volessero il pasto gratis noi cosa potremmo fare?”. Le chiedi se abbia ricevuto altre richieste: “Per ora no. Ma non potrebbero arrivare in tanti, siamo in tempi di crisi”. Provi a domandare se pensa che il fatto che la bimba sia extracomunitaria abbia prodotto la decisione dell’amministratore: “Penso proprio di no. Anzi, questa vicenda è la migliore garanzia della buona fede del sindaco: la bimba viene trattata come verrebbe trattato qualsiasi italiano”. Resti ancora incredulo, e cerchi il sindaco Sensini, classe 1951. Lo cerchi quattro volte, in comune, ti dicono che arriva alle 17.00. Ma lui non risponde e non richiama. Peccato. In fondo, questa è una storia semplice, una piccola storia di ordinaria ferocia. Ma la parola fine – per fortuna – non è stata ancora scritta.
Da Il Fatto Quotidiano del 4 febbraio 2011

giovedì 3 febbraio 2011

AIUTACI A MANDARLO A CASA.....


CERCATE LA SEZIONE PIU' VICINA E METTETE QUESTA BENEDETTA FIRMA ....GLIELA DIAMO NOI LA SFIDUCIA!!!!!!!

GOVERNO DISCRIMINA LA CGIL......

Governo discrimina Cgil e preferisce compiacenza Cisl e Uil
“Ieri il governo ha compiuto un altro atto grave e inqualificabile che caratterizza la sua vocazione antiunitaria e scissionista nei confronti dei sindacati”. Lo scrive Oliviero Diliberto, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra sul suo profilo facebook. “Sul decreto “mille proroghe” il governo ha convocato Cisl e Uil emarginando ancora una volta la Cgil. Qualcuno – prosegue Diliberto – dovrebbe informarlo che la Cgil è il più grande sindacato italiano, quello che organizza il maggior numero di lavoratori, ed emarginarla è un insulto volgare a milioni di lavoratori oltre che un vero e proprio abuso antidemocratico. Non mi sfugge – non sfugge a nessuno – che la compiacenza di Cisl e Uil rende al governo la vita più facile. Come non mi sfugge che la democrazia è una cosa seria, spesso anche faticosa, ma evidentemente estranea al governo Berlusconi”.

martedì 1 febbraio 2011

INCONTRO TRA AZIENDA SIR SUPERMERCATI E SINDACATI (CGIL,CISL,UIL)

IERI POMERIGGIO ALLE ORE 15 IN VIA PROPERZIO,SEDE DELLA CONFCOMMERCIO,SI E SVOLTO L'ENNESIMO INCONTRO TRA SINDACATI E AZIENDA PER CONTINUARE A DISCUTERE DELL'INTEGRATIVO AZIENDALE.
ALL'INCONTRO ERANO PRESENTI PER L'AZIENDA LA DOTTORESSA TOGNOZZI L'AVVOCATO RHAO E IL RAGIONER GATTI.
IERI ABBIAMO PRESENTATO UNA PIATTAFORMA  NUOVA IN CUI CHIEDIAMO. L'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO:
CHE L'ORARIO E LA FLESSIBILITA', VENGA CONTRATTATA PUNTO VENDITA PER PUNTO VENDITA IN BASE AD ACCORDI DI FILIALE CHE VERRANO FATTI DA I DIRIGENTI DEL PUNTO VENDITA E LE RAPPRESENTANZE SINDACALI,RITENEDO CHE GLI ORARI NON POSSONO ESSERE UGUALI IN TUTTI I PUNTI VENDITA.
PER LE DOMENICHE:
16 IN ORDINARIA AL 40% DI MAGGIORAZIONE E LE 4/5 DI NATALE CON UNA MAGGIORAZIONE DEL 100%.
PER LE 16 IN ORDINARIA TRE STEP DIVERSI
1 STEP: ALLA 4 DOMENICA 50 EURO
2 STEP: ALLA 9 DOMENICA ALTRE 50 EURO
3 STEP: ALLA 13 DOMENICA ALTRE 50
IL TUTTO PER IL TOTALE DI 150 EURO IN PIU'
ABBIAMO CHIESTO 3 GIORNI DI PERMESSI AGGIUNTVI PER:
VISITA MEDICA O NASCITA BIMBO PER PAPA' O PER RICOVERO PER FAMIGLIARI (FIGLI GENITORI),MALATTIA DI FIGLIO MINORE DI ETA' COMPRESA ENTRO I 6 ANNI.
PER IL PREMIO PRODUZIONE UNA CIFRA MASSIMA DI 900 EURO SUDDIVISE IN: 300 PER LA PRODUTTIVITA'(1,5% IN PIU' RISPETTO ALL'ANNO PRECEDNTE E COMUNQUE AL RAGGIUNGIMENTO DEL BUDGET PREVISTO)
UTILIZZO DEGLI IMPIANTI(MALATTIA) 300 EURO
MASSIMO 10 GIORNI O 20 GIORNI CON NON PIU' DI TRE EVENTI
VALUTAZIONE ALTRE 300 EURO
VALUTAZIONE DI 8 CRITERI OGGETTIVI MOTIVATI DAL DIRETTORE VICE DIRETTORE E CAPO REPARTO,MOTIVATI SIA IN CASO NEGATIVO SIA IN QUELLO POSITIVO.
IL PREMIO ABBIAMO CHIESTO CHE VENGA EROGATO OGNI 6 MESI.
PRESENTATA QUESTA PIATTAFORMA L'AZIENDA OVVIAMENTE SI E RIPRESA IL TEMPO PER LEGGERLA E STUDIARLA.
L'APPUNTAMENTO PER IL PROSSIMO INCONTRO E PER IL 22 FEBBRAIO ALLE ORE 15.
QUESTO RIMANDARE SINCERAMENTE COMINCIA AD INNERVOSIRE ED A INDISPETTIRCI UN PO',NOI VORREMO, ANZI VOGLIAMO UN INTEGRATIVO AL PIU PRESTO....AI LAVORATORI CHIEDO DI INIZIARE A PRENDERE INIZIATIVE IN TAL SENSO...UN MODO PER METTERE PRESSIONE E MANDARE COMUNICATI ALL'AZIENDA IN CUI SI CHIEDE SOLLECITAZIONE PER LA CHIUSURA DI QUESTA TRATTATIVA E CHE SI PRETENDE UN INTEGRATIVO DIGNITOSO PER TUTTI...NEL MIO PUNTO VENDTITA LO FARO'...FATEMI SAPERE SE VOLETE SUGGERIMENTI.
CIAO TIZIANO