cari compagni/e la procedura prosegue il suo corso...i punti vendita che sono stati ceduti al 31 dicembre, hanno gia' comunicato i nominativi dei colleghi che accetteranno la procedura.
vi ricordo che i punti di vendita oggetto della cessione sono fiori, nomentano e migiurtinia.
i colleghi che hanno accettato dovrebbero aver ricevuto già dei trasferimenti nei punti vendita rimasti sviluppo roma, ricordo che i trasferimenti sono solo virtuali e che fino alla conclusione della procedura si rimarra in servizio nel punto vendita attuale.
FACCIO A TUTTI I MIEI PIU' SENTITI AUGURI...SPERO CHE IL 2012 SIA MIGLIORE PER TUTTI...
CIAO TIZIANO
sabato 31 dicembre 2011
martedì 27 dicembre 2011
PROCEDURA DI MOBILITA'...
cari compagni e compagne,oggi nella sede della cisl di cavuor, si e svolto un'altro incontro tra le oo.ss e l'azienda sviluppo roma supermercati.
oltre a fare il punto della situazione dei punti vendita e chiarito, da parte dell'azienda di aver messo al corrente tutti i capi negozio che:
1) i permessi 104 non possono essere ritenuti riposi compensativi della domenica
2) le festivita' infrasettimanali non possono essere ritenuti riposi compensativi della domenica e che come tali non possono essere usufruiti scalando ore durante la settimana
3) che si possono fare orari lavorativi non superiori alle 10 ore
4) le domeniche devono essere equamente distribuite tra tutti i dipendenti
5)che il corso trio era stato autorizzato dall'azienda solo per la formazione dell'hccp e non per la legge 81
si e chiarita la situazione della procedura di mobilita', che ricordo l'azienda ha dichiarato assolutamente volontaria,e che riguarda solo l'azienda sviluppo roma supermercati.
la proposta di uscita rimane quella del 90% della retribuzione calcolata dalla differenza tra il cud netto e la somma della retribuzione annua della mobilita'.
le oo.ss e l'azienda sviluppo roma,si sono date il tempo massimo di legge per chiu
dere la procedura che e di 120 giorni, e che potrebbe essere anche ampliata.
ricordo solamente che solo i punti di vendita che sono in procinto di essere ceduti devono entro il 31 dicembre far avere i nominativi dei dipendenti interessati alla mobilita'.
i punti vendita interessati dalla procedura di affitto di ramo d'azienda sono :
fiori, nomentano e migiurtinia.
i dipendenti di questi tre punti di vendita, interessati alla mobilita' devono far pervenire la loro scelta,ricordo entro il 31 dicembre, per far si che l'azienda sviluppo roma, formalizzi dei trasferimenti nei punti di vendita rimasti nella societa' sviluppo roma.
tali trasferimenti saranno solamente virtuali, cioe' si rimarra' nel punto vendita in cui si lavora attualmente.
per ulteriori informazioni chiamatemi!!!!!!!!
SE CI RIUSCITE STAMPATE QUESTO COMUNICATO E ATTACCATELO IN BACHECA, O ADDIRITTURA FATE COPIE E DATELE AD OGNI DIPENDENTE DEL VOSTRO PUNTO DI VENDITA...
CIAO TIZIANO
domenica 25 dicembre 2011
martedì 20 dicembre 2011
PROCEDURA DI MOBILITA'...
PER TUTTI I LAVORATORI E LAVORATRICI DELLA SVILUPPO ROMA SUPERMERCATI...
OGGI SI E SVOLTO L'INCONTRO TRA LE OO.SS E L'AZIENDA CONAD DEL TIRRENO,IL TEMA DELLA DISCUSSIONE ERA LA PROCEDURA DI MOBILITA',PER LA QUALE CONAD CI DICHIARAVA CHE E ASSOLUTAMENTE IN VOLONTARIETA',CIOE', CHI VORRA' POTRA' DECIDERE LIBERAMENTE DI ACCETTARE O NON ACCETTARE.
SI SONO FATTE DELLE PROPOSTE DI USCITA VOLONTARIA DALLA AZIENDA.
L'AZIENDA ERA PARTITA DICHIARANDO CHE CONCEDEVA L'80% DELLA DIFFERENZA TRA IL CUD(101) DELL'ANNO PRECEDENTE E LA SOMMA PERCEPITA IN DODICI MESI DALLA MOBILITA',LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, CHIEDEVANO INVECE L'INCREMENTO ALL 100%,MA LA MEDIAZIONE E STATA SINO AD ORA IL 90%,LE OSS E L'AZIENDA SI INCONTRERANNO DI NUOVO IL 27 DICEMBRE NELLA SEDE DELLA CISL.
PER FARVI CAPIRE MEGLIO LA PROPOSTA DI USCITA FARO' UN ESEMPIO:
CUD ANNO 2010 18.000€, RETRIBUZIONE ANNUA CON LA MOBILITA' 720€X12=8.600€
LA CIFRA 720€ E QUANTO MENSILMENTE L'INPS PAGHERA' LA MOBILITA'.
IL 90% SI CALCOLA SULLA DIFFERENZA TRA 18.000€ E 8.600€.
LA CIFRA CHE RISULTA VIENE MOLTIPLICATA PER GLI ANNI DI MOBILITA',
RICORDO CHE QUESTO E SOLO UN ESEMPIO, E CHE QUINDI LE CIFRE POSSONO VARIARE TRA DIPENDE E DIPENDENTE.
I PARAMETRI DI ETA SONO I SEGUENTI:
SINO A QUARANTA ANNI E SOLO UN ANNO DI MOBILITA',DAI QUARANTA E I CINQUANTA SONO DUE ANNI DI MOBILITA' E DAI CINQUANTA IN SU' SONO TRE ANNI.
UN CONSIGLIO PER I DIPENDENTI VICINO ALLA PENSIONE, FATEVI FARE I CONTI DA UN CAF PER CAPIRE BENE SE ALLA FINE DELLA MOBILITA' ENTRATE DIRETTAMENTE IN PENSIONE, RICORDO CHE LE ULTIME RIFORME GOVERNATIVE HANNO MODIFICATO I PARAMETRI, QUINDI ATTENZIONE, POTRESTE RITROVARVI FRA TRE ANNI SENZA RETRIBUZIONE E CON ANCORA MOLTI ANNI PER ANDARE IN PENSIONE.
PER ULTERIORI CHIARIMENTI...MANDATEMI UNA MAIL tizio71@gmail.com
OGGI SI E SVOLTO L'INCONTRO TRA LE OO.SS E L'AZIENDA CONAD DEL TIRRENO,IL TEMA DELLA DISCUSSIONE ERA LA PROCEDURA DI MOBILITA',PER LA QUALE CONAD CI DICHIARAVA CHE E ASSOLUTAMENTE IN VOLONTARIETA',CIOE', CHI VORRA' POTRA' DECIDERE LIBERAMENTE DI ACCETTARE O NON ACCETTARE.
SI SONO FATTE DELLE PROPOSTE DI USCITA VOLONTARIA DALLA AZIENDA.
L'AZIENDA ERA PARTITA DICHIARANDO CHE CONCEDEVA L'80% DELLA DIFFERENZA TRA IL CUD(101) DELL'ANNO PRECEDENTE E LA SOMMA PERCEPITA IN DODICI MESI DALLA MOBILITA',LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, CHIEDEVANO INVECE L'INCREMENTO ALL 100%,MA LA MEDIAZIONE E STATA SINO AD ORA IL 90%,LE OSS E L'AZIENDA SI INCONTRERANNO DI NUOVO IL 27 DICEMBRE NELLA SEDE DELLA CISL.
PER FARVI CAPIRE MEGLIO LA PROPOSTA DI USCITA FARO' UN ESEMPIO:
CUD ANNO 2010 18.000€, RETRIBUZIONE ANNUA CON LA MOBILITA' 720€X12=8.600€
LA CIFRA 720€ E QUANTO MENSILMENTE L'INPS PAGHERA' LA MOBILITA'.
IL 90% SI CALCOLA SULLA DIFFERENZA TRA 18.000€ E 8.600€.
LA CIFRA CHE RISULTA VIENE MOLTIPLICATA PER GLI ANNI DI MOBILITA',
RICORDO CHE QUESTO E SOLO UN ESEMPIO, E CHE QUINDI LE CIFRE POSSONO VARIARE TRA DIPENDE E DIPENDENTE.
I PARAMETRI DI ETA SONO I SEGUENTI:
SINO A QUARANTA ANNI E SOLO UN ANNO DI MOBILITA',DAI QUARANTA E I CINQUANTA SONO DUE ANNI DI MOBILITA' E DAI CINQUANTA IN SU' SONO TRE ANNI.
UN CONSIGLIO PER I DIPENDENTI VICINO ALLA PENSIONE, FATEVI FARE I CONTI DA UN CAF PER CAPIRE BENE SE ALLA FINE DELLA MOBILITA' ENTRATE DIRETTAMENTE IN PENSIONE, RICORDO CHE LE ULTIME RIFORME GOVERNATIVE HANNO MODIFICATO I PARAMETRI, QUINDI ATTENZIONE, POTRESTE RITROVARVI FRA TRE ANNI SENZA RETRIBUZIONE E CON ANCORA MOLTI ANNI PER ANDARE IN PENSIONE.
PER ULTERIORI CHIARIMENTI...MANDATEMI UNA MAIL tizio71@gmail.com
sabato 17 dicembre 2011
Blog di Diliberto sul Fatto
Care compagne e cari compagni,
da oggi Oliviero Diliberto tiene un blog sul Fatto, al seguente link
http://www.ilfattoquotidiano. it/blog/odiliberto/ Credo si tratti di
un'ulteriore possibilità di visibilità, quindi vi prego di darne massima
diffusione.
Un caro saluto
Flavio Arzarello
Resp. comunicazione Pdci
da oggi Oliviero Diliberto tiene un blog sul Fatto, al seguente link
http://www.ilfattoquotidiano.
un'ulteriore possibilità di visibilità, quindi vi prego di darne massima
diffusione.
Un caro saluto
Flavio Arzarello
Resp. comunicazione Pdci
incontro per procedura martedi' 20 dicembre ore 10,00 sede cisl
Ciao ragazzi/e l'incontro salvo rinvii e' per martedi 20 dicembre alle ore 10,00 a via cavour sede cisl.
Questi giorni sta accadendo qualcosa a dir poco di strano, la Conad sta continuando a chiamare i lavoratori per la mobilita' se non sbaglio proprio per martedi' a viale Kant!!!
Beh credo che noi fino alla fine dobbiamo continuare a parlare con quei lavoratori/ici dicendogli di non andare agli incontri individuali attendendo l'incontro sindacale (di martedi) sulla procedura o almeno di non sottoscrivere nulla.
Anche perche' potrebbero avere qualche condizione di miglior favore.
mercoledì 14 dicembre 2011
INCONTRO PROCEDURA ESUBERI E AFFITTO RAMO D'AZIENDA
E' STATO FISSATO L'INCONTRO PER " MARTEDI' 20 DICEMBRE ALLE ORE 10.00" PER DISCUTERE DELLA PROCEDURA DI ESUBERI E DEL TRAFERIMENTO DI RAMO D'AZIENDA DI MIGIURTINIA, FIORI E NOMENTANO. IL LUOGO E' ANCORA DA DEFINIRSI, AVRETE ULTERIORI AGGIORNAMENTI...
martedì 13 dicembre 2011
domenica 11 dicembre 2011
Morire di lavoro a 22 anni
Morire di lavoro a ventidue anni è una tragedia smisurata; scoprire venti giorni dopo che quella ragazza risulta assunta mezz’ora dopo la sua morte è inaccettabile per una società che si definisce civile.
Eppure tutto questo accade a Cavarzere, accade a Noale, accade nelle campagne del trevigiano e della bassa polesana, nel tanto decantato mitico nordest.
Accade in quella “terra di Padania” dove i suoi leghisti inventori hanno portato in palmo di mano padroni e padroncini che hanno fatto voluminose fortune grazie alla distruzione sistematica e volontaria, da parte del capitalismo, delle grandi industrie a cominciare da Portomarghera, creando un’infinità di manodopera a basso costo, non solo straniera,che si è prestata e si presta oggi ancor di più a fornire le proprie braccia, il proprio lavoro, pur di avere un salario; non importa come: se in nero, se fuori regola, se pericoloso, se precario, se poco, non importa, purché sia un salario che ti consenta di sbarcare il lunario. In questa terra veneta dove la Lega padrona e poltrona governa da oltre un decennio tutto è possibile: lavorare senza orario e fuori da qualsiasi regola contrattuale senza essere pagati per lunghi mesi, semplicemente perché sei immigrato, mentre colui che si definisce il tuo “datore di lavoro”, sfruttatore senza scrupoli, leghista doc è perfino un pubblico amministratore; e dove anche il sindacato ti invita a stare calmo, a non denunciare, altrimenti quella che chiamano “fiorente azienda artigiana” chiude i battenti e i lavoratori sono per strada; cadere da un’impalcatura di un cantiere edile, di domenica o il giorno di Natale, massacrarti o morire e tu non hai neppure un nome, perché non risulti esistere, mentre questo tuo lavoro invisibile riempie le tasche dei tuoi padroni.
Morire a ventidue anni schiacciata da un muletto che non potevi saper usare perché lavoravi da soli due giorni e risultare assunta solo dopo che hai perso la vita.
Mi chiedo, e vi chiedo, se può bastare l’indignazione di fronte a tutto questo o se non sia ora e tempo di risposte esemplari, di atti concreti che consentano un cambiamento di rotta tanto urgente quanto necessario.
Lo chiedo alla società civile, al Capo dello Stato, al premier Monti che si accinge a varare le cosiddette nuove regole del mercato del lavoro con la possibilità di licenziamento senza giusta causa, così altri nuovi disoccupati si aggiungeranno a quella schiera infinita già pronta ad entrare in quel vortice oscuro d’affari che è il lavoro clandestino, come se tutto questo potesse bloccare la crisi economica che stiamo vivendo.
Ma dove si vuol arrivare? Cosa siete diventati? In questa terra fatta di suv, di doppie e triple case, di lussuose barche ormeggiate nelle darsene, di un numero smisurato da banche e finanziarie, di società fantasma, di evasione esponenziale e di sfruttamento senza limiti, dove non c’è più spazio neppure per la pietà cristiana, tutto questo ha un nome: capitalismo! E il suo inesorabile decorso sarà solo la barbarie, ormai sotto gli occhi di tutti.
Eppure tutto questo accade a Cavarzere, accade a Noale, accade nelle campagne del trevigiano e della bassa polesana, nel tanto decantato mitico nordest.
Accade in quella “terra di Padania” dove i suoi leghisti inventori hanno portato in palmo di mano padroni e padroncini che hanno fatto voluminose fortune grazie alla distruzione sistematica e volontaria, da parte del capitalismo, delle grandi industrie a cominciare da Portomarghera, creando un’infinità di manodopera a basso costo, non solo straniera,che si è prestata e si presta oggi ancor di più a fornire le proprie braccia, il proprio lavoro, pur di avere un salario; non importa come: se in nero, se fuori regola, se pericoloso, se precario, se poco, non importa, purché sia un salario che ti consenta di sbarcare il lunario. In questa terra veneta dove la Lega padrona e poltrona governa da oltre un decennio tutto è possibile: lavorare senza orario e fuori da qualsiasi regola contrattuale senza essere pagati per lunghi mesi, semplicemente perché sei immigrato, mentre colui che si definisce il tuo “datore di lavoro”, sfruttatore senza scrupoli, leghista doc è perfino un pubblico amministratore; e dove anche il sindacato ti invita a stare calmo, a non denunciare, altrimenti quella che chiamano “fiorente azienda artigiana” chiude i battenti e i lavoratori sono per strada; cadere da un’impalcatura di un cantiere edile, di domenica o il giorno di Natale, massacrarti o morire e tu non hai neppure un nome, perché non risulti esistere, mentre questo tuo lavoro invisibile riempie le tasche dei tuoi padroni.
Morire a ventidue anni schiacciata da un muletto che non potevi saper usare perché lavoravi da soli due giorni e risultare assunta solo dopo che hai perso la vita.
Mi chiedo, e vi chiedo, se può bastare l’indignazione di fronte a tutto questo o se non sia ora e tempo di risposte esemplari, di atti concreti che consentano un cambiamento di rotta tanto urgente quanto necessario.
Lo chiedo alla società civile, al Capo dello Stato, al premier Monti che si accinge a varare le cosiddette nuove regole del mercato del lavoro con la possibilità di licenziamento senza giusta causa, così altri nuovi disoccupati si aggiungeranno a quella schiera infinita già pronta ad entrare in quel vortice oscuro d’affari che è il lavoro clandestino, come se tutto questo potesse bloccare la crisi economica che stiamo vivendo.
Ma dove si vuol arrivare? Cosa siete diventati? In questa terra fatta di suv, di doppie e triple case, di lussuose barche ormeggiate nelle darsene, di un numero smisurato da banche e finanziarie, di società fantasma, di evasione esponenziale e di sfruttamento senza limiti, dove non c’è più spazio neppure per la pietà cristiana, tutto questo ha un nome: capitalismo! E il suo inesorabile decorso sarà solo la barbarie, ormai sotto gli occhi di tutti.
*Segreteria provinciale del Partito dei Comunisti Italiani – Venezia
mercoledì 7 dicembre 2011
Manovra: la FILCAMS CGIL aderisce allo sciopero di lunedì 12 dicembre
ROMA - La Segreteria Nazionale FILCAMS CGIL – commercio, turismo e servizi, nel condividere le valutazioni della Segreteria Nazionale CGIL sulla manovra «Salva Italia» del Governo Monti, sottolinea come alcuni dei provvedimenti indicati avranno una ricaduta fortemente negativa sul settore e sulle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario.
«Innanzitutto» afferma la FILCAMS CGIL in una nota «l’aumento di due punti dell’IVA avrà ricadute evidenti sull’andamento dei consumi, già fortemente in calo. La crisi dei consumi – spiega - rappresenta una delle manifestazioni più evidenti della crisi economica del Paese e parla delle difficoltà crescenti di migliaia e migliaia di famiglie italiane ad arrivare alla fine della terza settimana». Tale provvedimento, insiste la FILCAMS CGIL «accentuerà le difficoltà dei ceti sociali più deboli, tanto più che le conseguenze colpiranno indiscriminatamente i consumatori, indipendentemente dal loro reddito, individuale e familiare». Le misure relative alla previdenza, già fortemente inique, per le ragioni denunciate dalla CGIL, «colpiranno soprattutto le donne, la stragrande maggioranza di coloro che lavorano nel settore terziario» sottolinea ancora la FILCAMS CGIL.
La liberalizzazione degli orari commerciali è misura inutile e dannosa, secondo la FILCAMS CGIL: inutile, poiché non avrà alcuna conseguenza sull'andamento del consumo, in quanto i redditi resteranno al palo ed i consumi continueranno a calare, secondo tutte le previsioni; dannosa, perché peggiorerà le condizioni di lavoro dei dipendenti degli esercizi commerciali, oltreché mettere in crisi la diffusa rete del piccolo e medio commercio, che impiega la stragrande maggioranza degli addetti. «Le aziende, soprattutto della grande distribuzione – avverte la FILCAMS - , per assicurarsi le aperture totali, faranno ricorso ad ogni tipo di contratto, che accentuerà le condizioni di precariato, soprattutto dei giovani e delle donne. La decisione, inoltre, è ancora più grave, perché contraria all’impegno assunto con le parti sociali in sede di Associazione Nazionale dei Comuni, lo scorso 29 aprile, di assegnare tale materia alla concertazione territoriale, nel quadro della legiferazione regionale, salvaguardando le principali festività religiose e civili».
Il carattere inequivocabilmente recessivo della manovra, si scaricherà a sua volta sul settore terziario, ritardando l’avvio di una indispensabile nuova fase di sviluppo orientata all’innovazione ed alla sostenibilità. E’ positivo che la manovra preveda l’estensione alle partite IVA di alcuni diritti, come alla salute e alla maternità. «Ma il settore» conclude la Segreteria Nazionale «resta sostanzialmente privo degli strumenti di protezione del reddito nella crisi. Le previsioni per il 2012 sono buie e per il settore del consumo ancora più negative. Il terziario rischia di vivere una nuova fase di crisi dell’occupazione. Per questo, il carattere di equità della manovra deve potersi misurare a partire dalle misure di protezione sociale nei periodi di grave crisi economica, come quella che stiamo vivendo».
Per queste ragioni la FILCAMS CGIL parteciperà alle iniziative territoriali e regionali previste in occasione dello sciopero generale di lunedì 12 dicembre, portando la voce delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario, a sostegno delle richieste qui rappresentate.
incontro con conad del 6 dicembre 2011...
CARI COMPAGNI E COMPAGNE IL GIORNO 6 DICEMBRE SI E SVOLTO NELLE SALE DELLA FICAMS CGIL DI ROMA E LAZIO UN INCONTRO CON LA CONAD DEL TIRRENO.
ERA PRESENTE PER LA CONAD IL PRESIDENTE MICHELE ORLANDI E I RESPONSABILI DELL'UFFICIO AMMINISTRATIVO IL SIGNOR BANCI ED IL SIGNOR BARNI.
PER LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI ERANO PRESENTI TUTTI I DELEGATI DI TUTTE E TRE LE FEDERAZIONI(CGIL,CISL,UIL),E I LORO FUNZIONARI, LA SIGNORA ANNA DE MARCO(CGIL) CARLO BRAVI(CISL) E SERGIO MORO(UIL).
SI SONO TOCCATI VARI ARGOMENTI E PROBLEMATICHE CHE ULTIMAMENTE ABBIAMO RISCONTRATO NEI NOSTRI PUNTI VENDITA, ABBIAMO ANCHE CHIESTO UN ACCORDO SOTTOSCRITTO DALLE PARTI SULL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E LAVORO DOMENICALE,MA LA CONAD CI RISPONDEVA PER VOCE DEL SIGNOR ORLANDI, CHE NON ERANO ASSOLUTAMENTE DISPOSTI A CONCEDERCI ACCORDI, PERCHE QUESTO AVREBBE PORTATO LA CONAD AD AVERE DELLE DIFFICOLTA' CON I SOCI.
INFATTI AD UNA NOSTRA DOMANDA SU QUALI ACCORDI SINDACALI AVEVANO FATTO IN PASSATO LA RISPOSTA E STATA CHE NON AVEVANO FATTO ACCORDI, FORSE SE NE RICORDAVANO QUALCUNO FATTO IN TOSCANA.
DOPO UNA DISCUSSIONE PORTATA AVANTI PER PIU DI QUALCHE ORA CONAD CI CONCEDEVA SOLO UN VERBALE DI INCONTRO NEL QUALE LA SUDDETTA AZIENDA SI RENDEVA DISPONIBILE A VALUTARE ENTRO 15 GIORNI LE RICHIESTE DA NOI AVANZATE, RELATIVAMENTE ALLA GESTIONE DEI PERMESSI 104,ALLA GESTIONE DELLE TIMBRATURE E ALLA GESTIONE DEI RIPOSI COMPENSATIVI.
SULL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FORNITURE DELLE DIVISE, FESTIVITA' E LAVORO DOMENICALE,SI IMPEGNANO A RICERCARE L' UNIFORMITA DELL'APPLICAZIONE DELLE REGOLE ALL'INTERNO DEI PUNTI VENDITA.
GARANTIVANO IN FINE CHE CONCORDAVANO UNA RIUNIONE CON I CAPINEGOZIO PER AFFRONTARE CON LORO LE TEMATICHE DA NOI ESPOSTE, E COMUNICARE A LORO CHE CHE DEVONO RICERCARE LA MASSIMA CONDIVISIONE ED EQUA RIPARTIZIONE DEGLI ORARI DOMENICALI E FESTIVI CHE RIGUARDERANNO TUTTI I LAVORATORI ADDETTI.
QUESTO PURTROPPO CARI COMPAGNI E COMPAGNE E TUTTO QUELLO CHE DOPO ORE DI DISCUSSIONE SIANO RIUSCITI A PORTARE A CASA , E POCO E NE SONO COSCIENTE, MA ALMENO QUESTA VOLTA HANNO MESSO QUALCOSA SU CARTA, E SOLO UN IMPEGNO PRESO, MA ALMENO E STATO SCRITTO E NON DETTO A PAROLE.
IN QUELLA GIORNATA ABBIAMO AVUTO ANCHE LA NOTIZIA UFFICIALE, CON LA CONSEGNA DELLE PROCEDURE, CHE I PUNTI VENDITA DI VIA ADRIANO FIORI, VIA NOMENTANA, E VIA MIGIURTINIA, SARANNO CEDUTI A DUE SOCI IL PRIMO GENNAIO 2012.
NELLO SPECIFICO MIGIURTINIA SARA' CEDUTO ALLA SOCIETA' AGF SRL, E NOMENTANO E FIORI SARANNO CEDUTI ALLA FLEG SRL....LO SPACCHETTAMENTO E INIZIATO!!!.
IN FINE CI HANNO ANCHE CONSEGNATO LE LETTERE PER LA PROCEDURA' DI MOBILITA',CHE CONAD A INTENZIONE DI CONCLUDERE ENTRO FINE ANNO.
LA PROCEDURA DOVREBBE RIGUARDARE I COLLEGHI CHE SONO VICINI ALL'ETA' PENSIONABILE...RICORDO CHE SI PARLA DI MOBILITA' VOLONTARIA.
GLI ESUBERI CHE LA CONAD DICHIARA E DI 44 LAVORATORI.
SIA PER LA MOBILTA' CHE PER LA CESSIONE DEI PUNTI VENDITA SARANNO STABILI ALTRE DATE DI INCONTRO....QUANDO AVRO' LE DATE LE METTERO' ALLA CONOSCENZA DI TUTTI.
IN ULTIMO VOGLIO DIRE A TUTTI I COLLEGHI CHE SONO VICINI ALLA PENSIONE CHE L'AZIENDA TENTERA' DI FARE DELLE TRATTATIVE PERSONALI....NON ACCETTATE OFFERTE RISPONDETE CHE QUESTE SONO COSE CHE SI DICUTERANNO IN SEDE DI TRATTATIVA SINDACALE....MI RACCOMANDO NON CASCATE NEL TRANELLO!!!!!!
ERA PRESENTE PER LA CONAD IL PRESIDENTE MICHELE ORLANDI E I RESPONSABILI DELL'UFFICIO AMMINISTRATIVO IL SIGNOR BANCI ED IL SIGNOR BARNI.
PER LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI ERANO PRESENTI TUTTI I DELEGATI DI TUTTE E TRE LE FEDERAZIONI(CGIL,CISL,UIL),E I LORO FUNZIONARI, LA SIGNORA ANNA DE MARCO(CGIL) CARLO BRAVI(CISL) E SERGIO MORO(UIL).
SI SONO TOCCATI VARI ARGOMENTI E PROBLEMATICHE CHE ULTIMAMENTE ABBIAMO RISCONTRATO NEI NOSTRI PUNTI VENDITA, ABBIAMO ANCHE CHIESTO UN ACCORDO SOTTOSCRITTO DALLE PARTI SULL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E LAVORO DOMENICALE,MA LA CONAD CI RISPONDEVA PER VOCE DEL SIGNOR ORLANDI, CHE NON ERANO ASSOLUTAMENTE DISPOSTI A CONCEDERCI ACCORDI, PERCHE QUESTO AVREBBE PORTATO LA CONAD AD AVERE DELLE DIFFICOLTA' CON I SOCI.
INFATTI AD UNA NOSTRA DOMANDA SU QUALI ACCORDI SINDACALI AVEVANO FATTO IN PASSATO LA RISPOSTA E STATA CHE NON AVEVANO FATTO ACCORDI, FORSE SE NE RICORDAVANO QUALCUNO FATTO IN TOSCANA.
DOPO UNA DISCUSSIONE PORTATA AVANTI PER PIU DI QUALCHE ORA CONAD CI CONCEDEVA SOLO UN VERBALE DI INCONTRO NEL QUALE LA SUDDETTA AZIENDA SI RENDEVA DISPONIBILE A VALUTARE ENTRO 15 GIORNI LE RICHIESTE DA NOI AVANZATE, RELATIVAMENTE ALLA GESTIONE DEI PERMESSI 104,ALLA GESTIONE DELLE TIMBRATURE E ALLA GESTIONE DEI RIPOSI COMPENSATIVI.
SULL'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FORNITURE DELLE DIVISE, FESTIVITA' E LAVORO DOMENICALE,SI IMPEGNANO A RICERCARE L' UNIFORMITA DELL'APPLICAZIONE DELLE REGOLE ALL'INTERNO DEI PUNTI VENDITA.
GARANTIVANO IN FINE CHE CONCORDAVANO UNA RIUNIONE CON I CAPINEGOZIO PER AFFRONTARE CON LORO LE TEMATICHE DA NOI ESPOSTE, E COMUNICARE A LORO CHE CHE DEVONO RICERCARE LA MASSIMA CONDIVISIONE ED EQUA RIPARTIZIONE DEGLI ORARI DOMENICALI E FESTIVI CHE RIGUARDERANNO TUTTI I LAVORATORI ADDETTI.
QUESTO PURTROPPO CARI COMPAGNI E COMPAGNE E TUTTO QUELLO CHE DOPO ORE DI DISCUSSIONE SIANO RIUSCITI A PORTARE A CASA , E POCO E NE SONO COSCIENTE, MA ALMENO QUESTA VOLTA HANNO MESSO QUALCOSA SU CARTA, E SOLO UN IMPEGNO PRESO, MA ALMENO E STATO SCRITTO E NON DETTO A PAROLE.
IN QUELLA GIORNATA ABBIAMO AVUTO ANCHE LA NOTIZIA UFFICIALE, CON LA CONSEGNA DELLE PROCEDURE, CHE I PUNTI VENDITA DI VIA ADRIANO FIORI, VIA NOMENTANA, E VIA MIGIURTINIA, SARANNO CEDUTI A DUE SOCI IL PRIMO GENNAIO 2012.
NELLO SPECIFICO MIGIURTINIA SARA' CEDUTO ALLA SOCIETA' AGF SRL, E NOMENTANO E FIORI SARANNO CEDUTI ALLA FLEG SRL....LO SPACCHETTAMENTO E INIZIATO!!!.
IN FINE CI HANNO ANCHE CONSEGNATO LE LETTERE PER LA PROCEDURA' DI MOBILITA',CHE CONAD A INTENZIONE DI CONCLUDERE ENTRO FINE ANNO.
LA PROCEDURA DOVREBBE RIGUARDARE I COLLEGHI CHE SONO VICINI ALL'ETA' PENSIONABILE...RICORDO CHE SI PARLA DI MOBILITA' VOLONTARIA.
GLI ESUBERI CHE LA CONAD DICHIARA E DI 44 LAVORATORI.
SIA PER LA MOBILTA' CHE PER LA CESSIONE DEI PUNTI VENDITA SARANNO STABILI ALTRE DATE DI INCONTRO....QUANDO AVRO' LE DATE LE METTERO' ALLA CONOSCENZA DI TUTTI.
IN ULTIMO VOGLIO DIRE A TUTTI I COLLEGHI CHE SONO VICINI ALLA PENSIONE CHE L'AZIENDA TENTERA' DI FARE DELLE TRATTATIVE PERSONALI....NON ACCETTATE OFFERTE RISPONDETE CHE QUESTE SONO COSE CHE SI DICUTERANNO IN SEDE DI TRATTATIVA SINDACALE....MI RACCOMANDO NON CASCATE NEL TRANELLO!!!!!!
venerdì 2 dicembre 2011
Lavoro: CGIL, dalle vertenze alle proposte, domani assemblea nazionale
Recenti ed eclatanti casi di crisi come le chiusure di Sanofi Aventis e Wagon Lits e i prossimi 'esuberi' da scongiurare alla Unicredit e al call center Teleperformance; gli immigrati che si sono ribellati ai caporali a Nardò in Puglia e i precari dell'Ispra che due anni fa salirono su di un tetto per rivendicare i loro diritti tuttora negati; il fenomeno delle 'partite Iva in monocommittenza' e le forze dell'ordine alle prese con i disagi causati dai tagli. Sono solo alcune delle storie che troveranno visibilità all'Assemblea nazionale dei delegati e delle delegate della CGIL, dietro le parole il “lavoro, l'unica cura per il paese”, in programma domani sabato 3 dicembre a Roma al Palalottomatica (Zona Eur) in Piazzale dello Sport a partire dalle ore 9.30. Un appuntamento che cade a poche ore dal varo del pacchetto di misure che il Consiglio dei ministri dovrà approvare lunedì con la nuova manovra e che il sindacato di corso d'Italia ha convocato per ricordare al governo che bisogna rimettere al centro il tema lavoro, ovvero “l'unica scelta possibile per produrre crescita, scongiurare la recessione e contribuire a portare il paese fuori dalla crisi”. Per questo sul palco del Palalottomatica si alterneranno - in attesa delle conclusioni affidate al segretario generale, Susanna Camusso, previste intorno alle ore 13 - poco più di dieci interventi di alcuni delegati sindacali delle diverse categorie della CGIL, scelti tra i circa 15 mila che parteciperanno all'iniziativa. Interventi che saranno incentrati sulle diverse, e troppo spesso poco note, facce della crisi. Ma non sarà un appuntamento di sola denuncia, la CGIL rimetterà in campo con forza la sua ricetta attraverso le sue proposte: “Nove temi da affrontare per segnare un decisivo cambio di rotta”. Nove proposte articolate che vanno dalla richiesta, “dopo anni di colpevole mancanza”, di una strategica politica industriale alla riduzione significativa delle 46 diverse forme contrattuali esistenti “senza ulteriori riforme”. Da una riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca “tutele dignitose” a politiche di qualità e rilancio della Pubblica amministrazione. Dal favorire l'ingresso delle donne e dei giovani in un mercato del lavoro “stabile e con pieni diritti” alla lotta contro “la piaga del lavoro nero”. Dalla centralità del Mezzogiorno per il “bene dell'intero paese” al mettere “fine ad ogni tipo di economia mafiosa riaffermando la legalità”. Temi quindi racchiusi in una parola, il lavoro, e in un semplice concetto, l'unica cura per il paese, che la CGIL ribadirà domani all'Assemblea nazionale dei suoi delegati. In basso le nove proposte della CGIL per l'Assemblea dei delegati'Lavoro: l'unica cura per il Paese' in programma domani sabato 3 dicembre a Roma al Palalottomatica. 1. Politiche industriali contro la crisi - Circa 3,3 miliardi di ore di cassa integrazione da quando è esplosa la crisi nell'autunno del 2008. Oltre 50 mila aziende coinvolte, 3,5 milioni toccati dalla cassa e 500 mila stabilmente in cig. Quasi 200 tavoli di crisi aperti su vertenze che investono oltre 220 mila lavoratori. Sono i numeri della crisi produttiva tamponata dal massiccio ricorso alla cassa in questi tre anni e che il precedente governo ha aggravato senza intervenire sui fattori di crisi strutturale e senza dare indicazioni di sviluppo. Mentre ha ridotto, quando non tagliato completamente, investimenti strategici sulla ricerca, sulle infrastrutture, sulle energie rinnovabili. Il settore delle energie rinnovabili è stato l’unico settore a crescere con oltre 120 mila occupati, nonostante la mancata attuazione del piano energetico nazionale. E' decisivo cambiare strada per riaffermare la forza nella specificità manifatturiera del nostro sistema economico, affrontare le debolezze strutturali e fattoriali, partire dall’istituzione di un fondo per la crescita e l’innovazione che possa favorire innanzitutto un Piano energetico nazionale e politiche di green economy. Servono infine politiche di innovazione e sviluppo locale, aumentare la spesa in ricerca e sviluppo, favorire politiche industriali per il Mezzogiorno. 2. Ridurre le tipologie contrattuali - La crisi sta peggiorando la qualità dei nuovi posti di lavoro. Circa 8 assunzioni su 10 sono precarie pescando tra le 46 diverse forme contrattuali esistenti. Una situazione insostenibile che moltiplica una precarietà devastante per la vita delle persone, scaricando i costi sociali sulla collettività e sull'intero paese, e che il passato governo ha perseguito a partire dal collegato lavoro per arrivare all'articolo 8 della manovra di ferragosto. Non serve quini pensare ad improbabili ulteriori riforme, magari aggiungendo nuove tipologie di lavoro. Serve ridurre significativamente le forme di impiego e restituire una gerarchia tra le forme di lavoro. La CGIL rilancia la centralità del lavoro stabile, tutelato e formato come leva per il progresso e la coesione sociale, proponendo: che il lavoro a tempo indeterminato torni ad essere il “normale” rapporto di lavoro; che sia incentivato fiscalmente e contributivamente; che ogni rapporto non a tempo indeterminato costi quindi di più di quello normale e sia giustificato per via legislativa e/o contrattuale; che si incentivino le trasformazioni da lavoro precario a lavoro stabile che si cancellino le tante forme di lavoro oggi esistenti riconducendole a poche unità; che l'apprendistato sia la via d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, con formazione vera e certificata, pienezza di tutele e retribuzione progressivamente crescente. 3. Riformare gli ammortizzatori sociali - In Italia oltre 1,6 milioni di persone non sono tutelate da ammortizzatori sociali: soprattutto giovani precari ma anche lavoratori senza i requisiti per l'indennità di disoccupazione o che hanno terminato il periodo di tutela. Ora, dopo oltre tre anni di crisi, per molti lavoratori in cig si stanno esaurendo gli strumenti di sostegno. Serve una riforma organica degli ammortizzatori sociali che garantisca a tutti due forme di tutela: la cig in caso di difficoltà temporanea dell'impresa, con garanzia di rientro in azienda e ricorso a formazione mirata durante i periodi di non lavoro; l'indennità di disoccupazione in caso di perdita di lavoro. Una riforma per assicurare a tutti una copertura reale pari all'80% del salario, fino ad un tetto massimale realistico di 1.800 euro, e copertura figurativa per tutto il periodo. La durata dei benefici sarà modulata garantendo però a tutti, in modo eguale, tre anni di ricorso massimo alla cig ed almeno 24 mesi di tutela dopo il licenziamento, e abbattendo le barriere che oggi impediscono ai precari di accedervi. Va inoltre previsto anche un “reddito di ultima istanza”, che protegga le persone quando gli ammortizzatori finiscono, che sia finanziato non dalla contribuzione ma dalla fiscalità generale, ed abbia come fine il reinserimento nel mondo del lavoro. 4. Qualità e diritti nella Pubblica amministrazione - Politiche del lavoro che non penalizzino le nuove generazioni e favoriscano la qualità e l'universalità dei servizi servono anche nella Pubblica amministrazione. Le politiche del centro destra nei diversi settori della Pa e della conoscenza hanno determinato un'emergenza lavoro creando una impressionante sacca di precariato. I numeri sono eloquenti: a fronte di circa 61 mila lavoratori precari che hanno fruito delle leggi che ne permettevano la stabilizzazione, continuano ad esservi 122 mila persone con contratto non a tempo indeterminato e circa 117 mila contratti di collaborazione e/o consulenza. A questi numeri si aggiungono quelli dei rapporti a tempo determinato nei settori della conoscenza: circa 200 mila lavoratori precari mentre non meno di 70 mila persone vincitrici di concorso non hanno ancor accesso nella Pa. Dal 2011 il taglio del 50% della spesa per lavoro precario sta determinando interruzioni anticipate o mancati rinnovi con le conseguenti ripercussioni sui lavoratori e sulla continuità dei servizi pubblici. Un quadro drammatico che va superato nel segno dei diritti e delle regole: anche nell'emergenza finanziaria occorre riprendere ad investire in servizi qualificati alla persone e in innovazione di processo e di prodotto tornando ad allargare i confini dell'intervento pubblico. 5. Giovani non più precari - Il concetto è molto semplice: la precarietà non paga. La presenza di alcuni milioni di precari e 2 milioni di giovani che non trovano lavoro costituisce una vera e propria emergenza sociale che la crisi economica ha ulteriormente aggravato. Innanzitutto occorre liberare le nuove generazioni dal ricatto di chi le costringe ad essere disposte a tutto pur di lavorare, anche a condizioni indecenti: ciò significa contrastare la disoccupazione giovanile e il lavoro sommerso creando un sistema di tutele e servizi per i giovani in cerca di prima occupazione. Non servono anni di schiavitù per conquistare un posto di lavoro: ai giovani che accedono al primo impiego serve un contratto vero, con pieni diritti e tutele. Se questo ha una finalità formativa deve avere una durata prestabilita di massimo 3 anni e tempi certi di stabilizzazione. Bisogna mettere fine alla giungla di contratti truffa: ad un lavoro stabile deve corrispondere un contratto stabile. Infine a parità di lavoro devono corrispondere pari condizioni: i diritti fondamentali devono essere estesi a tutti e difesi dagli effetti dell’articolo 8 dell'ultima manovra economica che invece consente deroghe a seconda del posto di lavoro e della condizione in cui ci si trova. 6. Donne al lavoro - La finestra dell’Italia femminile che lavora è desolante. Se confrontati al resto dei Paesi europei i dati sulla partecipazione delle donne al mondo del lavoro in Italia sono allarmanti: nel 2010 il tasso di occupazione al femminile si è arrestato al 46,1%, pari al 12% in meno rispetto alla media europea. Sono 800 mila le donne licenziate, o costrette a lasciare il lavoro, a causa della maternità, ovvero l’8,7% delle donne lavoratrici con almeno un figlio. Il divario con gli stipendi maschili poi è ancora notevole. La retribuzione netta mensile delle lavoratrici dipendenti è di 1.077 euro contro i 1.377 degli uomini, circa il 18% in meno. Quasi una donna su due in Italia non è occupata né disoccupata, ovvero non lavora, ma non è neanche in cerca di un posto :il tasso di inattività femminile è pari al 48,9%, mentre quello maschile si attesta a 26,9%. Emerge con chiarezza quindi che le donne stanno pagando la crisi più e peggio degli uomini. Serve lavoro, che sia buono e che superi discriminazioni, differenziali, segregazioni e separazioni, a partire da un piano straordinario per l'occupazione femminile, con una particolare attenzione nei confronti delle giovani donne; dal ripristino della legge sulle dimissioni in bianco; da investimenti seri sui servizi sociali. 7. Battere il lavoro nero - In Italia il 17% della ricchezza prodotta evade il fisco. Si tratta di centinaia di miliardi l'anno e di più di 3 milioni di lavoratori costretti ad avere salari spesso da fame e condizioni di lavoro terribili. Il problema non va sottovalutato e di certo l'ampiezza del sommerso non va intesa come semplice ricchezza non dichiarata, magari fisiologica o addirittura come ammortizzatore sociale. Occorre rovesciare l'impostazione fin qui seguita: potenziare i controlli e la sicurezza progressivamente ridotti. Così come va sancita l'obbligatorietà della regola e della coesione sociale. Una mobilitazione contro il lavoro sommerso deve muoversi dunque secondo direttrici precise che si possono sintetizzare in tre grandi filoni. Serve reprimere in maniera mirata. E' necessario fare della Pubblica amministrazione un garante di legalità. Infine c'è bisogno di dare sostegno alle regolarizzazioni: reprimere è decisivo ma non basta, serve anche una prospettiva di emersione attraverso piani territoriali che sostengano le imprese che volessero rientrare nella legalità. Il tutto nella consapevolezza che il lavoro nero, grigio e sommerso, si può combattere e battere. C'è bisogno di una vera volontà politica per riaffermare la legalità, recuperare risorse ed estendere i diritti. 8. Il lavoro è il Sud - Il Mezzogiorno paga un prezzo altissimo nella crisi. Le passate manovre economiche hanno peggiorato progressivamente una situazione già grave. Ogni manovra ha fatto pagare al Mezzogiorno un pesante prezzo perché si è fatto cassa con le risorse previste per i Fondi per le aree sottoutilizzate dirottandole per altre voci o piegandole ad esigenze di clientele elettorali (vedi fondi per l'emergenza rifiuti a Catania) così da mettere in forse - per i meccanismi di spesa europei - anche le risorse che le Regioni sarebbero state chiamate ad erogare. La stessa minestra, chiamata 'Piano per il Sud' o 'Piano Eurosud', è stata scaldata più volte e le cifre in esso previste si sono rivelate giochi di prestigio. Per questo il lavoro è il perno di ogni scelta per il riscatto del Mezzogiorno e la rinascita del Paese. L'Italia non uscirà dalla crisi più grave del dopoguerra se non rimette il Mezzogiorno al centro di un progetto di sviluppo sostenibile che modifichi in profondità il mix produttivo e la struttura dei consumi e offra alle nuove generazioni una prospettiva di lavoro stabile, qualificato, non povero e precarizzato. Quindi: utilizzare rapidamente e con efficacia le risorse disponibili per lo sviluppo del Sud; riattivare gli investimenti In materia di sviluppo promuovendo una politica industriale innovativa centrata sulla green economy. 9. Mafie Spa: quanto ci costa l'economia criminale - La Corte dei conti ha comunicato che il costo della corruzione in Italia è stimabile in 60 miliardi di euro e che nel 2010 il fenomeno è aumentato del 30% rispetto al 2009. Non solo: secondo la Commissione parlamentare antimafia il fatturato delle Mafie italiane è stimabile in 150 miliardi di euro con 70 miliardi di utili al netto degli investimenti. Circa 180 mila posti di lavoro all'anno persi nel Mezzogiorno d'Italia a causa di questa attività criminale mentre 500mila commercianti sono oggetto della malavita organizzata, per un giro di affari criminale stimato in 98 miliardi di euro, di cui 37 per mano mafiosa. La Guardia di finanza afferma che nel nostro paese i redditi evasi ammontano a 270 miliardi di euro e che il mancato gettito sia di 120 miliardi di euro, di cui 60 miliardi di Iva evasa. Sommati questi dati emerge che ogni anno l'illegalità (mafie, corruzione, evasione fiscale, economia sommersa) sottrae agli italiani e alle imprese oneste 330 miliardi di euro. Numeri eloquenti: siamo di fronte a nodi strutturali che non sono più rinviabili. Il problema non è solo affrontare il contingente e far tornare rapidamente i conti. La vera questione è che quei nodi rappresentano un intralcio, un vero e proprio cappio al collo e che la legalità è una risorsa culturale ed economica per lo sviluppo del Paese. |
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