sabato 13 novembre 2010

sacconi vuole cancellare "lo statuto dei lavoratori"


Roma - Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, vuole cancellare lo statuto dei lavoratori e con esso l'articolo 18. Ne è convinta la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, all'indomani della presentazione da parte del ministro del nuovo statuto dei lavori. Parlando a margine dell'assemblea dei quadri e dei delegati della Cgil Roma-Lazio, tenutasi ieri a Roma, Camusso ha parlato di ingiustizia: «Sacconi con la cancellazione dello statuto dei lavoratori, perché di questo si tratta, fa due operazioni. Si cancella l'articolo 18 ma anche il diritto della libertà di associazione sindacale. Che si pensi se tutto questo può essere azzerato è un'ingiustizia e un'idea di società insopportabile». «Sacconi - ha proseguito Camusso - convinto che tutto i Italia vada bene, ha deciso di inviare alle parti il testo che considera la premessa allo statuto dei lavori». Il dirigente sindacale ha spiegato che questo testo contiene fondamentalmente due articoli: «il primo è una delega al governo che a quel punto può fare tutto. Stiamo di fronte a vette di autoritarismo mai conosciute. Nel secondo si dice che lo statuto dei lavoratori deve parlare ai lavoratori dipendenti ma anche ai co.co.pro. che abbiano un unico rapporto di committenza. Non si vuole costruire - ha concluso Camusso - un sistema di diritti più avanzati ma consolidare la prospettiva di un lavoro precario». «Bisognerebbe chiedere - ha detto ancora Camusso - a Sacconi e alle parti sociali: c'è davvero qualcuno che pensa che nella crisi questo è il problema da affrontare? (il passaggio dallo Statuto dei Lavoratori allo Statuto dei Lavori ndr)». «È stato dato - ha affermato - un pugno in faccia ai lavoratori e ai precari. Si delega il ministro di decidere dei diritti mentre i diritti sono decisi dalla lotta dei lavoratori. Non abbiamo bisogno - ha aggiunto - di un nuovo interprete perché il dubbio è che non sappia leggere i diritti e gli venga da cancellarli».

Nessun commento: