giovedì 29 settembre 2011

Diciamo No alla Legge Bavaglio non solo all'ammazza-blog

Emendamenti, no grazie! È questo quello che abbiamo concluso dopo una lunga e tormentata discussione. Non si tratta, sia chiaro, di una posizione di mero principio per distinguersi nell’ambito di una protesta, quanto piuttosto di una sofferta ma ragionata decisione. Per comprendere quanto sia costato pervenire ad una posizione simile, si deve chiarire fin da subito che gli emendamenti riguardanti il comma 29 e proposti da vari esponenti politici in altre situazioni sarebbero stati opportunamente appoggiati, anche se in realtà un distinguo va fatto. 

Il primo gruppo di sei emendamenti di modifica del comma 29 della legge di riforma delle intercettazioni, va nel senso di limitare l'applicabilità della rettifica ai soli giornali online, e tale intendimento è sicuramente legittimo. Se la rettifica è istituto rivolto ai giornali cartacei non si vede per quale motivo non possa essere invocata per i corrispondenti siti online. 

Uno degli emendamenti (il 950, di Cassinelli, Palmieri, Scandroglio, Barbareschi) si inserisce in una prospettiva completamente divergente rispetto agli altri, rendendo anche incomprensibile il raggruppamento con i primi sei, come se avessero tutti la stessa ratio. L'emendamento 950, infatti, a differenza degli altri non distingue affatto tra informazione professionale e non professionale: invoca la rettifica per tutti i “siti informatici” anche non costituenti giornali online, addirittura sostituendo siti informatici con “contenuti diffusi sulla rete internet”, così realizzando una potenziale estensione a tutto ciò che viene immesso in rete. L'unica concessione è data dall'allungamento dei tempi della rettifica, due giorni giornali online, mentre per tutti gli altri contenuti digitali viene portato a 10 giorni. 

Il problema del comma 29 non è dato tanto dai tempi della rettifica, quanto piuttosto dall’indebita e burocratica parificazione (anche se parziale) tra stampa in rete, laddove tale parificazione è stata a più riprese disconosciuta dalla Suprema Corte di Cassazione (ad es. sentenza 10535 del 2008 e 35511 del 2010). Chiarito ciò, va rilevato che la semplice proposizione di sei emendamenti tendenti a limitare l'applicabilità del comma 29 ai soli giornali online di per sé già contraddice una eventuale interpretazione sistematica del suddetto comma. Infatti, si è pur detto che la particolare collocazione della norma, la quale di fatto va a modificare un articolo della legge sulla stampa, sarebbe argomento sufficiente per limitarne l'applicabilità ai giornali online. Ma se così fosse non avrebbe alcun senso l’affannarsi di alcuni politici nel modificare quella norma al fine di limitarne la portata nel senso che già sarebbe ricavabile dà un'interpretazione sistematica della stessa. 

A riguardo va detto che la prima versione del comma 29 recitava “siti informatici” e basta, e proprio come per impedire una possibile interpretazione sistematica, lo scorso anno la CAMERAmodificò la norma aggiungendo l'inciso “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”. Se nella categoria siti informatici sono compresi anche i giornali online, appare evidente che tale categoria deve essere più ampia, comprendendo anche qualcosa di più rispetto ai soli giornali online. 

Ci permettiamo infine un'ultima osservazione. Qui nessuno ha intenzione di fare del catastrofismo giudiziario, del resto abbiamo cercato di evitare il più possibile, a parte i titoli che devono essere necessariamente sintetici, l’indicazione di “ammazza blog”, come pure è ormai comunemente conosciuto il comma 29. È ovvio che il comma 29 non ammazzerà la rete, però è importante capire bene quali sono (o potrebbero essere) I RISVOLTI PRATICI in particolare l'imposizione sul nostro blog personale dell'opinione altrui, anche palesemente falsa, in assenza di qualsivoglia illecito da parte nostra, solo perché il soggetto citato nel nostro articolo ritiene a suo insindacabile giudizio di essere stato leso nella sua reputazione. 

A tale proposito risulta illuminante una pronuncia della Pretura di Milano del 26/5/86: “L’istituto della rettifica disciplinato dall’art. 42 legge 416/1981 (NB. norma che modificò l’art. 8 della legge sulla stampa) riconosce, a chi soggettivamente si ritenga leso da un’informazione non rispondente a realtà, il diritto ad ottenere la pubblicazione della “propria verità”, garantendo così una dialettica nell’ambito del sistema di informazione; è pertanto superfluo il vaglio dell’esattezza della notizia originaria”. E con la sentenza n. 10690 del 24 aprile 2008, la Suprema Corte ha precisato che “l’esercizio del diritto di rettifica… è riservato... alla valutazione soggettiva della persona presunta offesa, al cui discrezionale ed insindacabile apprezzamento è rimesso tanto di stabilire il carattere lesivo della propria dignità dello scritto o dell’immagine, quanto di fissare il contenuto ed i termini della rettifica…”. Stiamo parlando di un istituto che ha la sua ragione di essere nella disparità tra un giornale oppure un telegiornale e il singolo privato cittadino, disparità che non esiste affatto tra, ad esempio, un politico che pretende la rettifica dal blog di un singolo privato cittadino! 

Si tratta, quindi, dell'ennesimo tentativo di privatizzazione della tutela di interessi personali con ovvia possibilità di abusi e strumentalizzazioni. Allo stato, ovviamente, non è dato sapere quante saranno le richieste di rettifica, dopo l'approvazione di questa norma, ma conviene porsi fin da adesso una domanda: voi che avete un blog, voi che fate informazione in rete, anche, anzi soprattutto se non siete giornalisti, se qualcuno vi chiedesse di rettificare un articolo vero e documentato, con una rettifica basata solo su dati palesemente falsi, rischiereste per questo una multa fino a 12.500 euro? 

Perciò, nonostante la bontà degli emendamenti sopra ricordati, i quali in altre circostanze sarebbero stati appoggiati senza alcun ripensamento, la nostra posizione in merito non può che essere quella di rifiutare categoricamente una qualsiasi modifica al famigerato comma 29. 

Non dobbiamo, infatti, perdere di vista il quadro generale focalizzandoci solo su quello che, pur importante, è solo un particolare, laddove il quadro generale è dato dalla legge di riforma delle intercettazioni. Anche semplicemente discutere di una modifica del comma 29 vuol dire premettere l'accettazione dell'approvazione della legge di riforma che introdurrà pesanti limitazione non solo all'attività di indagine della magistratura ma anche a quella di informazione dei giornalisti. 

Che senso avrebbe difendere la libertà di manifestazione del pensiero del cittadino in rete, modificando il comma 29 in modo da consentire il dialogo e la possibilità di espressione della propria opinione in merito agli avvenimenti politici del giorno, quando di quegli avvenimenti non si potrà sapere praticamente quasi nulla? Come si può seriamente ritenere libero un cittadino di partecipare alla vita politica se di quella vita politica ne avrà una conoscenza soltanto parziale? Come si potrà esercitare la sovranità popolare, se il popolo non sarà correttamente informato delle vicende che toccano la sua classe politica? 

E non sembri eccessivo un richiamo alla sovranità popolare, in quanto è la stessa Suprema Corte che con la sentenza n. 16236 del 9 luglio 2010, afferma: “intanto il popolo può ritenersi costituzionalmente ‘sovrano’ in quanto venga, al fine di un compiuto e incondizionato formarsi dell’opinione pubblica, senza limitazioni e restrizioni di alcun genere, pienamente informato di tutti i fatti, eventi e accadimenti valutabili come di interesse pubblico”. 

In conclusione, la priorità non è correggere il comma 29 bensì contrastare, e con forza, il disegno di legge di riforma delle intercettazioni. Una proposta di legge che addirittura si porrebbe in contrasto con le sentenze della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, la quale ha più volte ribadito (sentenza del 7 giugno 2007, ricorso n. 1914/02, affare Dupuis) che l’importanza a fini pubblici di una vicenda rende del tutto legittima la pubblicazione anche di notizie coperte dal segreto, sancendo la prevalenza della libertà di stampa sul diritto alla privacy delle persone note come i politici e gli uomini di Stato. 

Ecco perché, a seguito di una profonda, sofferta ma ragionata discussione, siamo convinti di dover dire no agli emendamenti del comma 29. Emendamenti no grazie, ma soprattutto bavaglio no grazie! 

Bruno Saetta
@valigia blu - riproduzione consigliata

mercoledì 28 settembre 2011

martedì 27 settembre 2011

FIAT: OPERAI IN CORTEO A ROMA, INSULTI A ALEMANNO

«Alemanno sei un fascista», fischi e insulti per il sindaco di Roma. Gli operai della Fiat che stanno manifestando oggi nella capitale, non hanno accolto favorevolmente le parole di Gianni Alemanno, che ha chiesto a prefetto e questore di bloccare la manifestazione dei lavoratori di Termini Imerese. Gli operai sono arrivati sotto il ministero dello Sviluppo Economico per continuare la loro protesta: tanti gli insulti rivolti al sindaco durante il corteo.

Intercettazioni: un comma-bavaglio per l'informazione online. - Lettera43

Intercettazioni: un comma-bavaglio per l'informazione online. - Lettera43

Brunetta: "Basta certificati antimafia". Bufera sul ministro - Rassegna.it

Brunetta: "Basta certificati antimafia". Bufera sul ministro - Rassegna.it

domenica 25 settembre 2011

Pazzo 1 - Berlusconi: con Manovra fatto un miracolo in tre giorni e mezzo



«Un miracolo», fatto «in tre giorni e mezzo». Così il premier Silvio Berlusconi rivendica il lavoro fatto dal suo Governo con la manovra economica. «Quando noi abbiamo avuto la certezza che si stava preparando un attacco della speculazione mi sono rivolto a Trichet chiedendo il loro intervento; la risposta è stata non difendiamo solo voi ma l'Euro e voi dovete fare sacrifici per anticipare di un anno il pareggio bilancio».

Pazzo 2 - Sacconi: l'art. 8 della manovra è vivo e chi proverà a cancellarlo perderà


«L'art.8 della manovra è vivo e chi tenterà di cancellarlo perderà». Queste le inquietanti parole di oggi del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in un'intervista al 'Corriere della Sera'.

mercoledì 21 settembre 2011

FIAT: CGIL, LAVORATORI IRISBUS CARICATI DA POLIZIA, INACCETTABILE


Roma, 21 set. (Adnkronos) - «Caricati dalla polizia i lavoratori della Irisbus in protesta davanti al ministero dello Sviluppo economico. Sale la tensione a poche ore dal nuovo incontro sul futuro dello stabilimento della società Fiat Iveco che segue l'annuncio della chiusura dello sito in provincia di Avellino da parte del Lingotto». È quanto fa sapere la Cgil che, attraverso il segretario confederale, Vincenzo Scudiere, denuncia «il comportamento inaccettabile con cui sono trattati i lavoratori davanti al Ministero». Per il dirigente sindacale, infatti, «i lavoratori non si toccano ed è assurdo che il governo, sotto una propria sede, lasci che siano caricati dalla polizia mentre stanno soltanto testimoniando la voglia di lavorare e di salvare la propria azienda», conclude Scudiere

martedì 20 settembre 2011

Un Paese di m... - Fish: Un disabile su tre perderà l’assistenza



Lo stato di mobilitazione delle associazioni delle persone con disabilità è stato formalizzato dal Consiglio direttivo della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap al termine della intensa riunione di sabato scorso. 

Non poteva essere altrimenti dopo l’approvazione della seconda Manovra e soprattutto in attesa della discussione parlamentare della delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale. 

La FISH ha valutato con forte preoccupazione le drammatiche prospettive di vita per le persone con disabilità. Da subito ci sono i tagli agli enti locali. Dal 2012 la riforma dell’assistenza e del fisco farà il resto, visto che le due Manovre impongono un taglio di 40 miliardi in tre anni. Saranno colpite le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento, le pensioni di reversibilità. 

Al contempo non esiste più il Fondo per la non autosufficienza e quello per le Politiche sociali è ridotto a 69 milioni per il 2012 e a 44 per il 2013, salvo ulteriori riduzioni. 

È diffusa la consapevolezza – non solo fra le associazioni – che la riforma assistenziale non è rivolta a migliorare e qualificare i servizi, ma solo ad applicare quanto stabilito nelle Manovre (recuperare 40 miliardi). Pertanto gli spazi di confronto e discussione sono praticamente nulli. 

“La FISH ha deliberato di non presentare emendamenti di merito sulla delega. – ha riportato Pietro Barbieri a margine del Direttivo – Le persone con disabilità e i loro familiari non sono i privilegiati, ma anzi hanno un enorme credito verso la società.” 

Gli emendamenti alla riforma saranno quindi analoghi a quelli presentati per la Manovra: no ai tagli ed anzi rilancio di un finanziamento adeguato e strutturale alle politiche sociali di cui il nostro Paese ha ancore maggiore necessità in un momento di crisi. 

“La prospettiva è lampante. Grazie ai tagli agli enti locali una persona su tre perderà i servizi sociali. E grazie alla riforma assistenziale un’altra persona su tre perderà l’indennità di accompagnamento. – annota Barbieri – Senza considerare l’effetto dei tagli sulle agevolazioni fiscali che peserà su milioni di famiglie italiane.” 

Manifestazioni, proteste eclatanti, iniziative di informazione saranno messe in atto nella capitale e nel resto del Paese da subito e proseguiranno per tutta la discussione della legge delega, della legge di stabilità e della probabile terza manovra.

domenica 18 settembre 2011

TORNIAMO A PARLARE DI NOI...PARLIAMO DI CONAD

CARI COLLEGHI/E.
DOPO TUTTO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN ITALIA E NEL MONDO, E IN QUESTI ULTIMI TEMPI NE HO PARLATO PARECCHIO, TORNIAMO A PARLARE DI NOI , DELLA NOSTRA REALTA' LAVORATIVA...IL CONAD.
DA QUANDO SIAMO PASSATI A CONAD DEL TIRRENO, SO CHE MOLTE COSE SONO CAMBIATE,PARTENDO DALLE MANSIONI, PASSANDO PER GLI ORARI , E FINENDO CON L'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO.
DI QUESTE COSE CON CONAD ABBIAMO INIZIATO A PARLARNE IL 21 GIUGNO, MA DA QUEL GIORNO NON SIAMO PIU' RIUSCITI A FARE UN INCONTRO CON LORO, ULTIME NOTIZIE MI DICONO CHE CONAD VUOLE ASPETTARE  ALMENO META' OTTOBRE PER PARLARE CON NOI DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, TURNI , E PROGRAMMAZIONE DELLE DOMENICHE.
PER CHI NON LO SAPESSE UN NOSTRO PUNTO VENDITA E GIA' PASSATO SOTTO UN' ALTRA SOCIETA' ,STO PARLANDO DEL PUNTO VENDITA DI VIA BELARDINELLI(CASSIA),E PASSATO SOTTO LA SOCIETA' QUADRIFOGLIO, SEMPRE SOTTO CONAD DEL TIRRENO, MA GESTITA ORA DA UN SUO PROPRIETARIO E SOCIO CONAD.
SO CHE NEI PUNTI VENDITA IN QUESTO MOMENTO SI RESPIRA UN ARIA DI INCERTEZZA E DI FORTE STRESS VISTI I TURNI,IN MOLTI CASI ORARI SPEZZATI, E PER LA PLUSVALENZA DI MANSIONI CHE VENGONO RICHIESTE ULTIMAMENTE, AVVOLTE ANCHE IMPROVVISANDO CASSIERI GASTRONOMI E REPARTISTI  MACELLAI  ECC...ECC.
VI CHIEDO, E LO CHIEDO A TUTTI DI TENERMI INFORMATO SULLA SITUAZIONE DEI VOSTRI PUNTI VENDITA, MANDANDOMI ANCHE UNA MAIL SE NON VOLETE POSTARE SUL BLOG.
QUALCHE INTERVENTO E STATO FATTO, E PARLO DI UN PUNTO VENDITA CHE ULTIMAMENTE SEMBRA VERAMENTE LASCIATO IN ABBANDONO, SO CHE ANCHE LA ASL GLI E ANDATO A FARE VISITA,  GLI A PRESCRITTO DELLE COSE DA FARE, SE QUANDO RIPASSERANNO QUESTE COSE NON LE TROVERANNO SISTEMATE IL PUNTO VENDITA OLTRE ALLA MULTA RISCHIA LA CHIUSURA PER 4 GIORNI, L'INTERVENTO PRESSO CONAD E STATO FATTO E SPERO CHE I COLLEGHI POSSANO CHIARIRMI SE CONAD HA EFFETTUATO LE MIGLIORIE CHE ANDAVANO FATTE...NON FACCIO IL NOME DEL PUNTO VENDITA, MA SPERO CHE PER CHI LEGGE, POSSA CAPIRE DI QUALE PUNTO VENDITA PARLO.
SE VOGLIAMO TROVARE UN ACCORDO, PER PRIMA COSA DOBBIAMO SAPERE LA REALE SITUAZIONE DEI PUNTI VENDITA, MA POI TUTTI DOBBIAMO ESSERE DISPOSTI A METTERE DEL NOSTRO PER FAR SI CHE GLI ACCORDI VENGANO FATTI.
VI RICORDO...FATEMI SAPERE LA VOSTRA SITUAZIONE, ANCHE VIA MAIL
VI RICORDO  CHE IL SINDACATO  SIAMO TUTTI NOI LAVORATORI E LAVORATRICI, IL SOLO RAPPRESENTANTE DA SOLO NON PUO' NULLA , GLI SERVE L'APPOGGIO DI TUTTI SE SI VOGLIONO RISOLVERE I PROBLEMI.
CIAO TIZIANO

sabato 17 settembre 2011

CRISI: BOSSI, ITALIA VA A PICCO, L'ALTERNATIVA È LA PADANIA

«Che l'Italia vada a picco lo hanno capito tutti, è chiaro che bisogna preparare qualcosa di alternativo, la Padania. Milioni di persone aspettano solo che succeda qualcosa, un lampo, per mettersi in cammino», queste le parole deliranti del Senatur ai militanti in camicia verde che hanno più volte gridato 'secessione, secessione', richieste a cui Bossi ha replicato: «Anche durante il giro della Padania abbiamo visto che certi passi vanno fatti in favore della storia, altrimenti c'è soltanto il caos». Poi il leader del Carroccio ha proseguito attaccando il sud, a suo dire parassita: «Come andava, che sarebbe finita male lo sapevamo: dopo la crisi il Nord non potrà permettersi più di continuare a mantenere tutto il Paese e l'assistenzialismo del Sud che garantisce a Roma di essere capitale. Ma ci aspetta un anno positivo, un anno in cui la Padania va a disegnarsi con grande determinazione. Noi siamo buoni ed educati, lo avete visto anche durante il giro della Padania, qualcuno lo voleva fermare ma in quell'occasione occorreva stare con i nervi saldi e per fortuna che c'è mio figlio Renzo che ha tenuto i nervi calmi, se c'ero io forse poteva andare un pò diversamente».

venerdì 16 settembre 2011

GALLINO: LA MINACCIA DELL´ARTICOLO 8


 LUCIANO GALLINO - LA REPUBBLICA del 15 SETTEMBRE 2011 
I commenti all´articolo 8 del decreto sulla manovra finanziaria hanno insistito per lo più sul rischio che esso faciliti i licenziamenti, rendendo di fatto inefficace l´articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori allorché si realizzino "specifiche intese" tra sindacati e azienda. È stato sicuramente utile richiamare l´attenzione prima di tutto su tale rischio, di importanza cruciale per i lavoratori. Tuttavia un´attenzione non minore dovrebbe essere rivolta ad altre parti dell´articolo 8 che lasciano intravvedere un grave peggioramento delle condizioni di lavoro di chiunque abbia o voglia avere un´occupazione alle dipendenze di un´azienda. 
Vediamo dunque che cosa potrebbe succedere ad un lavoratore (o lavoratrice) che già è occupato in un´azienda, oppure stia trattando la propria assunzione, laddove associazioni dei lavoratori rappresentative sul piano nazionale o territoriale abbiano sottoscritto con quell´azienda le "specifiche intese" previste dall´articolo 8. Sappia in primo luogo l´interessato che – se ci sono state delle intese in merito – ogni suo movimento sul lavoro sarà controllato istante per istante da un impianto audiovisivo. L´articolo 4 dello Statuto dei lavoratori lo vieterebbe, ma l´articolo 8 del decreto permette di derogarvi. Gradirebbe forse, quel lavoratore, un orario intorno alle 40 ore? Se lo tolga dalla testa. In forza di un´altra "specifica intesa", entro quell´azienda l´orario normale è di 60 ore, il limite massimo posto da una direttiva della Commissione europea, limite che per particolari mansioni può salire a 65; però, in forza della stessa intesa, può in qualche mese scendere a 20. Vorrebbe essere classificato come operaio specializzato, come lo è da tanti anni? Gli viene fatta presente un´altra intesa, stando alla quale quell´azienda può attribuire a uno specializzato la qualifica di operaio generico: prendere o lasciare. Può anche accadergli, dopo qualche tempo, che l´azienda gli proponga di convertire il contratto di lavoro a tempo indeterminato in un contratto da collaboratore a progetto rinnovabile, se garba all´azienda, di tre mesi in tre mesi. Un contratto grazie al quale si ritroverebbe a lavorare nella veste di un autonomo - tali essendo i collaboratori a progetto - che deve effettuare la sua prestazione con tutti i vincoli del lavoratore subordinato, a partire dall´orario e dai controlli audiovisivi, ma senza fruire dei benefici che questi hanno, tipo avere per contratto le ferie retribuite. 
Le situazioni lavorative sopra indicate non sono illazioni gratuite. Se le parole del decreto hanno un senso, sono tutte situazioni rese materialmente e immediatamente possibili, nel caso in cui l´articolo 8 diventi legge, dai punti che vanno da a) (concernente gli audiovisivi) fino ad e) (riguardanti le modalità del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni) del comma 2 dell´articolo in questione. Con un minimo impegno se ne possono individuare innumerevoli altre; quale, per dire, un´organizzazione del lavoro che abolisca del tutto le pause sulle catene di produzione, o introduca operazioni di dieci secondi da ripetere seicento volte l´ora. 
La giungla di situazioni lavorative in cui qualsiasi lavoratore o lavoratrice potrebbe trovarsi sommerso è resa possibile dal comma 2-bis (o 3 che sia, nell´ultima versione). Tale comma costituisce un mostro giuridico quale la Repubblica italiana non aveva mai visto concepire dai suoi legislatori. Infatti esso permette nientemeno che di derogare, ove si siano stipulate le suddette intese tra associazioni dei lavoratori o le loro rappresentanze sindacali operanti in azienda, dalle disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate dal comma 2. Non qualcuna: tutte. Al riguardo la formulazione dell´articolo 8 non lascia dubbi: esso mira a stabilire per legge che è realmente possibile derogare da tutte le leggi che hanno finora disciplinato le materie sopra elencate. Dette leggi comprendono non soltanto lo Statuto dei Lavoratori del 1970, il pacchetto Treu del 1997, la legge 30 del 2003 con il successivo decreto attuativo (emanati dalla stessa maggioranza di governo), ma pure le centinaia di disposizioni legislative introdotte dagli anni 60 in poi che si trovano citate in calce a ogni manuale di diritto del lavoro (si veda ad esempio quello del compianto Massimo Roccella). Oltre che ignorare, ma per il governo attuale son piccolezze, gli articoli 3 e 39 della Costituzione. 
Di fronte a una simile mostruosità, eventuali accordi tra i sindacati confederali che si impegnassero a rifiutare ogni deroga di quella parte dell´articolo 8 riguardante i licenziamenti senza giusta causa del comma 2 sarebbero evidentemente scritti sull´acqua (a parte l´amenità di sottoscrivere di corsa una deroga a un decreto millederoghe). Per un verso perché rappezzare il vulnus dell´articolo 18 dello Statuto sarebbe certamente utile; ma al prezzo di accettare il gravissimo stravolgimento di tutte le regole concernenti l´organizzazione del lavoro e della produzione che il decreto pretende di introdurre. Per un altro verso, l´ambiguo comma 1 spalanca palesemente la porta a ogni genere di degrado dell´attività dei sindacati: dalla contrattazione sindacale al ribasso (nota fattispecie del diritto del lavoro), alla formazione di mille sigle locali, alla concreta possibilità che anche rappresentanze sindacali delle maggiori confederazioni cedano sul piano locale a pressioni, lusinghe, o calcoli di convenienza. A sommesso avviso di chi scrive, l´articolo 8 del decreto sulla manovra economica non è in alcun modo emendabile o assoggettabile a pattuizioni. Se non si vuole far fare un salto indietro di mezzo secolo alla nostra civiltà del lavoro, va semplicemente cancellato.

giovedì 15 settembre 2011

Manovra: ecco alcune delle principali misure approvate


La manovra approvata mira a riportare il pareggio di bilancio entro il 2013 e a ridurre l’immenso debito
dell’Italia, pari all’incirca al 120% del prodotto
interno lordo. Un debito, in Europa, inferiore solo a quello della Grecia.
Tra le misure più discusse la possibilità delle imprese di derogare al contratto e alla legislazione nazionale e licenziare i dipendenti, previo accordo con i sindacati più rappresentativi.
Previsti tagli alla spesa pubblica grazie ai quali lo Stato dovrebbe incassare più di 39 miliardi di euro.
Aumenterà di un punto percentuale l’aliquota dell’Iva al 20%. Provvedimento che consentirà al governo di introitare più di 4 miliardi di euro. Dalla lotta all’evasione dovrebbero arrivare 3,8 miliardi.
Fissato al 3% il cosiddetto contributo solidale. Il prelievo, che sarà applicato ai redditi superiori ai 300mila euro, riguarderà soltanto 34.000 contribuenti. La tassa sulle rendite finanziarie passerà dal 12,5 al 20%, ma non riguarderà i titoli di Stato.
L’addizionale per le imprese del settore energetico crescerà di quattro punti percentuali. Viene inoltre anticipato al 2014 l’allineamento dell’età pensionabile delle lavoratrici del settore privato al livello di quelle del settore pubblico.
E se Comuni e Regioni potranno aumentare l’addizionale Irpef, il promesso taglio delle province non ci sarà. Verrà solamente dimezzato il numero dei consiglieri.
Per protestare contro la manovra giovedì a Roma le associazioni dei consumatori scenderanno in piazza, in una manifestazione intitolata ‘Tasche vuote’.
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mercoledì 14 settembre 2011

OGGI ERO AL PRESIDIO...


OGGI MI  TROVAVO AL PRESIDIO DELLA CGIL ALLA PIAZZA DEL PANTHEON.
CARI COMPAGNI E COMPAGNE COME VEDETE DALLE FOTO CI SONO DUE STRISCIONI DI DUE SINDACATI,UNO CONFEDERATO COME LA CGIL ED UNO CHIAMATO SINDACATO DI BASE.
 COME LEGGETE FONDAMENTALMENTE TUTTI E DUE        
DICONO LA STESSA COSA
1)CHE LA CRISI E SERIA E CHE STA MANDANDO L'ITALIA E GLI ITALIANI ALLA BANCAROTTA,E CHE QUESTO GOVERNO NON LA AFFRONTATA SERIAMENTE COME DOVEVA.
2)CHE LA CRISI NON L'ABBIAMO CREATA NOI MA I BANCHIERI ED I SPECULATORI FINANZIARI , E QUINDI SI PENSA CHE SIA GIUSTO CHE I PRIMI CHE DEVONO PAGARE LA CRISI DEBBANO ESSERE LORO.
PURTROPPO LA MANOVRA FINANZIARIA E PASSATA,ED E PASSATA NEL PEGGIORE DEI MODI CON IL VOTO DI FIDUCIA, CHE TOGLIE LA POSSIBILITA' DI DISCUTERE POSSIBILI EMENDAMENTI SULLA MANOVRA STESSA.
SCUSATE SE LO DICO , MA OGGI IL GOVERNO ITALIANO A DICHIARATO CHE NON GLI FREGA ASSOLUTAMENTE NIENTE SE IL POVERO OPERAIO MUORE DI FAME,NON GLI INTERESSA ASSOLUTAMENTE NIENTE SE DA OGGI CON QUESTA MANOVRA PASSA IL FAMOSO ART.8 "I LICENZIAMENTI FACILI",ANZI IL SIGNOR MARCHIONNE A PURE RINGRAZIATO UFFICIALMENTE SACCONI.
MA OGGI HO CAPITO ANCHE UNA COSA CHE IL POPOLO E ARRIVATO AL LIMITE DELLA SOPPORTAZIONE,NON PUO E NON DEVE PAGARE SEMPRE LUI.
UN SAGGIO DICEVA "QUANDO L'INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE E DOVERE INIZIARE LA RESISTENZA"....ED E QUELLO CHE STA PER INIZIARE IN ITALIA.
LA CGIL CONTINUERA' CON LE SUE MOBILITAZIONI, E SU QUESTO BLOG TROVERETE DATE E LUOGHI.
CREDETEMI SONO STUFO DI PARLARE E SCRIVERE SEMPRE LE STESSE COSE. ORA BISOGNA , SEMPRE IN MODO PACIFICO E DEMOCRATICO, MA BISOGNA PASSARE AI FATTI.....ACCETTO SUGGERIMENTI....
CIAO COMPAGNI/E

martedì 13 settembre 2011

CGIL: 13 e 14 settembre di nuovo in piazza contro la manovra



La CGIL organizza due giornate di presidio in concomitanza del voto di fiducia alla Camera sulla manovra finanziaria del Governo, previsto per mercoledì.


La protesta inizierà oggi, martedì 13 settembre, alle ore 10 in Piazza del Pantheon a Roma. Il sit-in andrà avanti fino alle ore 21,30 e proseguirà nella giornata di mercoledì 14 settembre. Oltre alle delegazioni della CGIL di Roma in piazza arriveranno iscritti, delegati e militanti CGIL da tutta l'Italia. Prevista la partecipazione del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. In una fase così delicata per l'intero Paese, la CGIL, invita quindi tutti e tutte a partecipare alla mobilitazione.
Saranno due lunghe giornate di protesta, con le quali, la CGIL darà continuità allo Sciopero Generale del 6 settembre e ai presidi della scorsa settimana davanti alle Prefetture di tutta Italia. Una mobilitazione che come, annunciato dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso nel corso del Comitato direttivo e ribadito nella serata conclusiva della Festa della CGIL Roma e Lazio, proseguirà nei prossimi mesi con tre importanti appuntamenti: il 15 ottobre manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici e quelli della conoscenza (scuola, università e ricerca), promossa dalle categorie della FLC e della FP, a Roma; tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre manifestazione nazionale dello SPI CGIL. A seguire, come “punto di arrivo di una mobilitazione forte, continua e visibile della CGIL una grande manifestazione per il Lavoro”.
La mobilitazione della CGIL prosegue in tutta Italia. Già ieri mattina (12 settembre) a Firenze il sindacato ha organizzato un nuovo presidio sotto alla Prefettura in via Cavour, 1. Mentre oggi, 13 settembre le delegazioni dellaCGIL UmbriaCGIL Roma e Lazio e CGIL Toscana partecipano al sit-in che si svolge al Pantheon a Roma. Sempre per martedì 13 settembre la CGIL Genova ha organizzato un presidio di protesta alle 17.30 davanti alla Prefettura, Largo Eros Lanfranco e la CGIL Trentino manifesterà davanti al Commissariato del Governo a partire dalle ore 17.La CGIL Lombardia e laCdLM di Milano hanno organizzato un presidio in Piazza San Babila a partire dalle ore 16.3. Presidi anche in Basilicata dove la CGIL ha organizzato sit-in e volantinaggi a Potenza e Matera. A Potenza il 13 e 14 settembre vi sarano presidi davanti alla Italtractor e alla SATA a partire dalle 13.30, mentre dalle 19 alle 21 si terrà un sit-in davanti alla Prefettura che proseguirà mercoledì 14 dalle 11 alle 13 e dalle 19 alle 21. Sempre nella mattinata di mercoledì, presidi davanti all'ospedale San Carlo (dalle 11 alle 13), alla ASL (dalle 9 alle 11) e alla Regione Basilicata (dalle 9 alle 11). A Matera vi sarà un presidio davanti alla prefettura il 13 e 14 settembre a partire dalle 17.30. Mercoledì partirà inoltre un pullmann da Napoli in Piazza Garibaldi alle ore 10 organizzato dalla CGIL Campania per partecipare al presidio nella capitale. Su iniziativa della CGIL Sicilia, domani (14 settembre) si terrà un presidio davanti a ogni prefettura in coincidenza con il voto della manovra alla Camera. In particolare la CdLM di Palermo insieme a tutte le categorie manifesterà davanti alla Prefettura a partire dalle ore 11.30, durante il presidio verrà effettuato un volantinaggio. 

Il ministero agli archeologi: “Andate a scavare in tram”

Stop al controllo del territorio col beneplacito del Mibac: un colpo micidiale inferto alla tutela del patrimonio archeologico. 

di Giuseppe Salvaggiulo 

Il funzionario della soprintendenza deve andare a fare un sopralluogo sull’Appia Antica, a decine di chilometri dal centro di Roma e ben oltre il Grande Raccordo Anulare? Che ci vada in tram. O in autobus, se preferisce. Peccato che gli antichi romani, ignari del declino civile dei discendenti italici, costruendo la Regina Viarum 2250 anni fa non pensarono di affiancare alle basole in pietra rotaie per tram e corsie preferenziali per autobus. Al ministero dei Beni culturali non importa. Bisogna risparmiare e non è il caso di andare per il sottile: ispettori, funzionari, archeologi in giro per l’Italia a bordo della propria auto non si vedranno più rimborsate le spese di benzina. Se le paghino da sole, come mecenati o volontari, oppure si arrangino con i mezzi pubblici. 
Tutti in tram, dunque. Anche se la missione sui cantieri comporta il trasporto di pesanti zaini con attrezzature e vestiti di ricambio. Anche dove i mezzi di trasporto pubblico non arrivano, come in genere capita sulle rovine di civiltà antiche. Anche se la località da raggiungere dista centinaia di chilometri, con due o tre cambi di treno e diverse ore di viaggio, quando in autostrada basterebbe mezz’ora. Anche se la missione richiede più spostamenti in una giornata, incompatibili con le coincidenze dei bus locali. Il risultato, come paventato in un’assemblea di funzionari a Roma, è la paralisi. Ieri qualcuno ha già annullato missioni programmate da tempo per l’impossibilità di raggiungere la destinazione. 
Le nuove disposizioni nascono da una norma della manovra finanziaria del 2010 che vieta i rimborsi delle missioni. Il ministero aveva cercato di eluderla, ma esponendosi alla scure della Corte dei Conti, che ad aprile ha interpretato la regola senza eccezioni. Il ministero si è adeguato con una circolare rivolta a tutte le soprintendenze, gli organi sul territorio che tutelano quelle bellezze archeologiche, paesaggistiche e architettoniche di cui lo stesso governo si vanta negli spot televisivi. 
I soprintendenti, a loro volta, devono obbedire per non esporsi a processi davanti alla Corte dei Conti per danno erariale. Anna Maria Moretti, capo della Soprintendenza archeologica di Roma, l’ha fatto con una laconica nota che ha lasciato sbigottiti gli archeologi che ogni giorni macinano chilometri per raggiungere musei, ruderi, scavi: «Si comunica a tutto il personale che a decorrere dal 5 aprile 2011 non potrà essere riconosciuto il rimborso per l’utilizzo del mezzo proprio». Al massimo, un euro: il costo del biglietto integrato a tempo da 75 minuti dell’Atac. La disposizione è retroattiva: per le spese sostenute dal 5 aprile a oggi, regolarmente autorizzate, vale la strofa della tarantella napoletana: «Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto... chi ha dato, ha dato, ha dato... scurdámmoce ‘o ppassato...». 
Oltre al danno, la beffa. Non solo le soprintendenze, prive di quell’autonomia che consentirebbe di aumentare gli introiti promuovendo le gestioni virtuose, vengono strangolate dai tagli lineari (20/30% ogni anno) e, cancellando i rimborsi, ai tecnici viene impedito di svolgere metà delle funzioni di salvaguardia del patrimonio culturale. Il governo che non vuole imporre un balzello agli evasori che hanno beneficiato dello scudo fiscale perché «lo Stato violerebbe il patto di lealtà», rifiuta di rimborsare ai suoi dipendenti spese già effettuate nel suo interesse, violando il patto con cui aveva garantito il ristoro. 
Cose che capitano, perché come spiegano al ministero «alla fine i tagli incidono sulla carne di chi lavora». I numeri sono implacabili, in un settore che ha il record di siti Unesco, produce oltre 40 miliardi di euro l’anno con 550 mila lavoratori. In un decennio, il budget culturale ha perso 500 milioni di euro su 2 miliardi, riducendosi dal già esiguo 0,39% del bilancio statale al misero 0,21%. Un decimo di quanto spendono Francia, Gran Bretagna e Germania. Senza l’Appia Antica da raggiungere in tram. 

FONTE: La Stampa, 10 settembre 2011 
tratto da www.eddyburg.it

domenica 11 settembre 2011

Berlusconi difende la manovra, ma teme di finire imputato sui media

Roma, 11 set. (TMNews) - "La mia finanziaria ha salvato l'Italia". Silvio Berlusconi passa al contrattacco. "Sulla mia persona in questi giorni vengono dette infinite falsità", dice di buon mattino nel messaggio ai Promotori della Libertà, apparecchiando una controffensiva per tentare di arginare le critiche per la scelta di disertare l'appuntamento con i pm martedì sul caso Tarantini-Lavitola. Una storia nella quale il premier figura come vittima di una presunta estorsione, non come imputato, ma che nella sostanza mediatica rischia di spingerlo nel solito tritacarne dello scontro con i giudici. Ed è questo il timore del presidente del Consiglio, la paura di finire anche stavolta sul banco degli imputati, se non altro in quanto capo del governo ricattabile. Ad ogni modo, il Cavaliere conferma comunque la propria decisione di volare in Europa martedì per "discutere di manovra economica".

Domani pomeriggio intanto la finanziaria approderà in aula alla Camera, ok definitivo previsto per mercoledì o giovedì probabilmente con voto di fiducia. Il testo infatti verrebbe blindato dal governo per rispondere all'esigenza di far presto, più volte sottolineata dal capo dello Stato alla luce degli andamenti dei mercati e le richieste dell'Ue. Dunque, le misure per sviluppo e crescita, invocate dal Colle e annunciate dal ministro Giulio Tremonti per questa settimana, dovrebbero rientrare in altri provvedimenti. Non sono esclusi interventi sulle pensioni, almeno a sentire il segretario del Pdl Angelino Alfano che oggi, chiudendo la festa dei giovani del partito 'Atreju', ha sottolineato che "non si può chiedere alle nuove generazioni di lavorare fino a 80 anni solo perchè le generazioni precedenti hanno lavorato fino ai 45". Argomento, quello della previdenza, che mette in allarme il Carroccio, la cui parte maroniana è più che mai agitata contro il premier (Tosi: "Ciclo concluso, Berlusconi si faccia da parte").

Ma le acque sono agitate anche in casa Pdl. Giorno per giorno, sempre di più. La governatrice del Lazio Renata Polverini chiede che il premier lasci prima del 2013, il ministro Giorgia Meloni non si stanca di invocare primarie per la scelta del leader, ma incassa solo gelo da Alfano: "Vedremo più in là, è un problema che si porrà tra la fine del 2012 e il 2013". Insomma, i luogotenenti lealisti del Pdl continuano a far quadrato attorno al premier, consapevoli però la diga rischia di cedere sotto i morsi della crisi, le sferzate dei mercati e le offerte di pacificazione avanzate da Casini. Da parte sua, il Cavaliere non vuol sentire parlare di patti di legislatura ("sono un semplice, guardo al voto degli elettori"), ma l'idea nel Pdl fa proseliti oltre la cerchia del critico Pisanu. Tanto che Alfano sente il bisogno di una strigliata: "Basta con le interviste sui giornali per fare a gara a chi dà la martellata più forte al partito. Chi ci crede giochi la partita, chi no si metta a bordo campo".

Oggi è tornato anche Gianfranco Fini sulla scena politica. Il presidente della Camera chiude la festa di Fli a Mirabello: i fatti dicono che "un anno fa avevamo ragione. Siamo alla fine del berlusconismo, serve un nuovo premier".

venerdì 9 settembre 2011

il 6 settembre, una grande mobilitazione, ma per me anche un gran dolore

CARI COMPAGNI/E,PER ALMENO UN PAIO DI GIORNI NON SCRIVERO' SUL BLOG...
IL GIORNO 6 SETTEMBRE, GIORNO DELLA NOSTRA GRANDE MOBILITAZIONE,HO PERSO UNA DELLE PERSONE CHE FORSE DEFINIRLE FRATELLO ERA PURE POCO.
LUI SI CHIAMAVA LEONARDO FEMIA , AVEVA 36 ANNI E LASCERA' UNA MOGLIE ED UN BAMBINO DI 7  ANNI.
LEONARDO ERA UN COMPAGNO, MA NON LO SAPEVA , PERCHE  A LUI LA POLITICA NON PIACEVA, CI RITENEVA TUTTI UGUALI,ERA UN COMPAGNO PERCHE NEL SUO PICCOLO SE POTEVA TI AIUTAVA SENZA MAI CHIEDERE NIENTE IN CAMBIO,IL SUO ANIMO ERA"COMUNISTA",MA NO NEL SENSO POLITICO,MA NEL SENSO SOCIALE DEL DISCORSO.
CARI COMPAGNI/E SO SOLO CHE ORA PROVO UN GRAN DOLORE PER LA SUA PERDITA,E MI SCUSERETE SE PER UN PAIO DI GIORNI NON SCRIVERO' NULLA.
IL GIORNO 6 SETTEMBRE 2011 ALLE ORA 19 CIRCA LEONARDO FEMIA MORIVA IN UN INCIDENTE STRADALE....QUESTA PER ME SARA' UNA DATA DA RICORDARE PER TUTTA LA MIA VITA.
CIAO COMPAGNI/E

mercoledì 7 settembre 2011

La manovra ottiene la fiducia al Senato

Al Senato, il governo incassa la fiducia sul maxiemendamento che riscrive la manovra economica, con 165 sì, 141 no e tre astenuti. Opposizioni: non va ma no ad ostruzionismo. Ad un'ora dal voto nei pressi di Palazzo Madama si sono scatenati incidenti con i manifestanti che hanno provato a forzare il blocco in diverse occasioni. La polizia è stata costretta a caricare per ben due volte ed a sparare lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti
Alla vigilia della riunione della Bce che potrebbe decidere di non acquistare piu' i titoli italiani, il Parlamento mette un punto fermo con l'approvazione della manovra da parte del Senato, dopo un mese di incertezze di governo e maggioranza sulle misure da inserire nel decreto. L'ultima versione contenuta nel maxi-emendamento contiene norme che danno un gettito sicuro, come avevano chiesto il presidente Napolitano e la Commissione europea. Le opposizioni, pur contrarie, non hanno fatto ostruzionismo, come gia' avvenne con la manovra di luglio.

Resta inevaso il capito della crescita, con il Fondo monetario internazionale che ha oggi tagliate le stime dell'Italia, scenario che renderebbe piu' difficile al nostro Paese abbassare il rapporto tra debito e Pil.

L'aula del Senato ha approvato la fiducia posta dal governo sul maxi-emendamento, con 165 voti a favore e 141 contrari. Il testo passa alla Camera per la conversione del decreto in legge.

La nuova versione della manovra ne rafforza i saldi (piu' 4,3 miliardi) portando la correzione complessiva dei decreti estivi a 54,265 miliardi. Il tutto grazie a misure che danno un gettito non aleatorio come invece era quello derivante dalla lotta all'evasione. La norma di maggior impatto e' l'aumento dell'aliquota Iva dal 20 al 21%, che nel maxi-emendamento e' accompagnata dall'innalzamento graduale dell'eta' pensionabile delle lavoratrici del settore privato e dal contributo di solidarieta' per i redditi oltre i 300.000 euro.

Misure con un gettito certo erano state sollecitate dal presidente Napolitano lunedi' e martedi' dalla commissione Europea attraverso il vicepresidente Antonio Tajani, dopo le parole del presidente della Bce, Jean Claude Trichet a Cernobio, interpretate come il preludio alla decisione della Bce a non sostenere piu' i Bpt sul mercato. E oggi Tajani ha detto che la manovra "va nella giusta direzione".

L'opposizione, sollecitata dal presidente Napolitano, ha evitato come avvenne a luglio l'ostruzionismo, ma sul merito non ha fatto sconti nelle sue critiche. "L'importante e' fare presto. Noi comunque non condividiamo la manovra e voteremo contro", ha sintetizzato il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. Per Pierluigi Bersani, segretario del Pd, "il taglio ai servizi locali, il taglio delle detrazioni fiscali e l'Iva fanno cascare tutta la manovra addosso ai ceti popolari". Il che avra' pure un effetto recessivo. Anche il fronte dei sindaci si e' piegato alla necessita' di approvare in settimana la manovra, ma con Gianni Alemanno chiede una "successiva correzione" ai tagli.

A fronte dell'assenza di ostruzionismo le opposizioni avevano chiesto l'eliminazione almeno del famigerato articolo 8. Ma dopo una nottata di trattative il maxi-emendamento ha confermato quell'articolo. L'evocazione di governi di larghe intese ha intatti spinto il premier Berlusconi a bloccare ogni ipotesi di confronto con le opposizioni, che avrebbe potuto aprire a scenari per lui indesiderati. Di qui la fiducia che blinda la maggioranza e isola chi, come Beppe Pisanu, apre ai governi di "grosse koalition".

lunedì 5 settembre 2011

Sciopero generale, le manifestazioni in programma il 6 settembre

Abruzzo: 
• Teramo - concentramento corteo ore 9.30 largo Madonna delle Grazie. 

Alto Adige: 
• Bolzano - partenza corteo ore 9.30 Piazza Matteotti. 

Basilicata: 
• Matera - partenza corteo ore 9 Piazza Matteotti. 
• Potenza - partenza corteo ore 9 San Rocco. 

Campania: 
• Napoli - partenza corteo ore 9.30 Piazza Mancini. Comizio coclusivo del Segretario Confederale CGIL, Vincenzo Scudiere. 
• Benevento - partenza corteo ore 9.30 Piazza Santa Maria. 
• Salerno - partenza corteo ore 9.30 Piazza Vittorio Veneto. 
• Caserta - partenza corteo ore 9.30 Piazza Ferrovia. 
• Grottaminarda - partenza corteo ore 9.30 Piazzale Padre Pio. 

Lazio: 
• Roma - Concentramento corteo ore 9 in Piazza dei Cinquecento (angolo via Cavour). Il corteo passerà per via Cavour, sfiorerà la Basilica di Santa Maria Maggiore, per proseguire su via Merulana, via Labicana, via Celio e concludersi verso le ore 11 nei pressi del Colosseo, vicino all'Arco di Costantino, con il comizio del Segretario Generale CGIL, Susanna Camusso. 

Liguria: 
• Genova - Cortei a partire dalle ore 9 dal Terminal Traghetti, Via Milano (Coop A. Negro) e dai Giardini Stazione Brignole (lato p.zza della Vittoria). Comizio conclusivo in piazza De Ferrari con la Segretaria Confederale CGIL, Vera Lamonica. 
• Savona - Concentramento in piazza Sisto IV alle ore 9. 
• Imperia - Corteo con partenza da Piazza Bianchi alle ore 9 con arrivo in Piazza Della Vittoria verso le ore 11 dove si svolgerà il comizio conclusivo. 
• La Spezia - Corteo da Piazza Europa alle 9.30 con arrivo in Piazza del Bastione. 

Lombardia: 
• Bergamo - Corteo alle 9,30 dalla Stazione (Piazzale Marconi) a Piazza Vittorio Veneto. 
• Brescia - Corteo alle 9 da Piazza Garibaldi a Piazza della Loggia. 
• Brianza - Corteo alle 9,30 dalla stazione di Monza a Piazza San Paolo. 
• Como - Presidio alle 10 sotto la sede della Prefettura in Piazza Vittoria. 
• Cremona - Corteo alle 9 da Palazzo Cittanova ai Giardini Pubblici di P.zza Roma. 
• Lecco - Corteo alle 9 dalla sede sindacale di via Besonda a P.zza Garibaldi. 
• Lodi - Presidio alle 9,30 sotto la sede della Prefettura in Corso Umberto. 
• Mantova - Corteo alle 9 da Largo Pradella a Piazza Mantegna. 
• Milano - Corteo alle 9,30 dai Bastioni di Porta Venezia a Piazza del Duomo. Comizio conclusivo del Segretario Confederale CGIL, Fulvio Fammoni. 
• Pavia - Presidio alle 10 sotto la sede della Prefettura in Piazza Guicciardini. 
• Sondrio - Presidio alle 10 sotto la sede della Prefettura. 
• Ticino Olona - Corteo alle 9,30 da P.zza Alberto da Giussano a Piazza San Magno a Legnano. 
• Valle Camonica-Sebino - Corteo alle 9,30 dal Piazzale della stazione di Boario al municipio di Darfo. 
• Varese - Corteo alle 9,30 da Piazza della Repubblica a P.zza Montegrappa. 


Marche: 
• Ancona - concentramento corteo ore 9, C.so C. Alberto (Salesiani). Comizio ore 10.30 Piazza Roma. 
• Ascoli Piceno - concentramento corteo ore 9.30, P.zza Giaconini (Lungo Tronto). Comizio ore 11 P.zza Simonetti. 
• Fermo - concentramento e comizio ore 10 P.zzale Azzolino. 
• Macerata - corteo ore 9 P.zza della Vittoria. Comizio ore 10.30 P.zza V. Veneto (S.Giovanni). 
• Pesaro-Urbino - corteo ore 9 P.le 1^ Maggio. Comizio ore 10.30 P.le Lazzarini. 

Piemonte: 
• Vercelli - ore 10-12 manifestazione e presidio davanti Prefettura. 
• Biella - ore 10-12 presidio davanti Prefettura, ore 14-18.30 volantinaggio in centro città. 
• Cuneo - partenza corteo ore 10 da Piazza Europa. Comizio conclusivo al Parco della Resistenza. 
• Torino - concentramento corteo ore 9 Piazza Vittorio. Comizio conclusivo del Segreterio Confederale CGIL Danilo Barbi in piazza San Carlo. 
• Alessandria - presidio dalle ore 10 in Piazza della Lega. 
• Novara - concentramento corteo ore 9,30 in piazza Matteotti. 
• Verbania - ore 9 manifestazione e presidio in piazza Ranzoni. 
• Asti - ore 9 -12.30 manifestazione e presidio in Piazza del Palio. 

Puglia: 
• Bari - Comizio conclusivo del Segretario Confederale CGIL, Fabrizio Solari. 

Sardegna: 
• Cagliari - Concentramento ore 9.30 in Piazza Garibaldi. Comizio conclusivo in Piazza del Carmine del Segretario Confederale CGIL, Nicola Nicolosi. 
• Sassari - Concentramento ore 10 in Piazza Castello. 
• Nuoro - Concentramento ore 9.30 in Piazza Italia e corteo fino alla sede della Prefettura. 
• Oristano - Concentramento ore 10 in Piazza Roma. 
• Olbia/Tempio - Concentramento ore 10 davanti al Comune di Olbia e corteo fino a Piazza Regina Margherita. 
• Carbonia/Iglesias - Concentramento in Piazza Roma ore 9.30 e corteo fino a Via Mannu. 
• Medio/Campidano - Concentramento a Sanluri, Piazza San Pietro (Municipio) ore 9.30. Alle ore 11 assemblea aperta nel Montegranatico. 
• Ogliastra - Concentramento a Tortolì, Piazza Fra Locci ore 10. 

Sicilia: 
• Palermo - Concentramento ore 9 in piazza Croci e comizio in Piazza Cavour. 
• Catania - Concentramento ore 9 in piazza Bellini. Comizio conclusivo del Segretario Confederale CGIL Serena Sorrentino, alle 11.30 in piazza Manganelli. 
• Messina - Concentramento ore 9.30 in piazza Antonello. Comizio in piazza Lo Sardo. 
• Agrigento - Concentramento ore 10.30 in piazza Cavour. 
• Caltanissetta - Sit-in di fronte Prefettura dalle ore 10. 
• Enna - Corteo ore 10 in piazza S. Francesco. 
• Ragusa - Sit-in ore 10 di fronte alla Prefettura. 
• Siracusa - Concentramento ore 9 davanti alla Prefettura. 
• Trapani - Partenza corteo ore 9 piazza Vittorio Veneto, che si concluderà a Piazza Saturno. 

Toscana: 
• Arezzo - Corteo per le vie della città e comizio conclusivo in piazza. 
• Firenze - La manifestazione partirà da piazza Cavalleggeri, di fronte alla Biblioteca Nazionale. 
• Grosseto - Dalla mattina di lunedì 5 presidio permanente davanti alla Prefettura. Notte bianca di lotta con iniziative, raccolta di firme, musica. 
• Livorno - Concentramento ore 9 in piazza Magenta, il corteo sfilerà lungo le vie del centro per arrivare in Piazza Civica dove hanno sede le istituzioni. 
• Lucca - Corteo per le vie cittadine e comizio conclusivo nella piazza civica. 
• Massa Carrara - Ore 9 concentramento presso la Ex Eaton. Corteo cittadino. Ore 12 Piazza Mercurio Comizio Conclusivo. 
• Pisa - Presidio di massa davanti alla Prefettura e comizio. 
• Pistoia - Presidio davanti alla Prefettura e comizio. 
• Prato - Presidio in Piazza Duomo davanti alla prefettura. 
• Siena - Corteo con comizio conclusivo in Piazza Salimbeni. 

Umbria: 
• Perugia - ore 10 Piazza della Repubblica. 
• Terni - ore 10, in viale della Stazione, davanti alla Provincia. 

Veneto: 
• Mestre - Partenza corteo ore 9. Comizio conclusivo del Segretario Confederale CGIL Enrico Panini, alle ore 10.30 in Piazza Ferretto.

domenica 4 settembre 2011

MANOVRA: RECEPITO ACCORDO INTERCONFEDERALE 28 GIUGNO

(ANSA) - ROMA, 4 SET - L'accordo interconfederale del 28 giugno viene recepito in manovra, nell'articolo 8 del decreto che riguarda appunto i contratti aziendali. È quanto prevede un emendamento del relatore Antonio Azzollini approvato dalla Commissione Bilancio del Senato...UN MOTIVO IN PIU' PER PROTESTARE E SCIOPERARE IL 6 SETTEMBRE.

RECEPENDO L'ARTICOLO 8 RECEPISCONO IL FATTO CHE POSSONO TOGLIERCI LO STATUTO DEI LAVORATORI....SACCONI SARA' ANTICOMUNISTA....NOI SIAMO ANTISACCONI...IL 6 TUTTI IN PIAZZA!!!!!!!!!!

Art. 8 Sostegno alla contrattazione collettiva di prossimita'....questo e l'articolo che canccellera' l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori


DECRETO-LEGGE 13 agosto 2011 , n. 138 Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Art. 8 Sostegno alla contrattazione collettiva di prossimita' 1. I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda possono realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualita' dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitivita' e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all'avvio di nuove attivita'. 2. Le specifiche intese di cui al comma 1 possono riguardare la regolazione delle materie inerenti l'organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative: a) agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; b) alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; c) ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarieta' negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; d) alla disciplina dell'orario di lavoro; e) alle modalita' di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite IVA, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio. 3. Le disposizioni contenute in contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra le parti sociali, sono efficaci nei confronti di tutto il personale delle unita' produttive cui il contratto stesso si riferisce a condizione che sia stato approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori. 

sabato 3 settembre 2011

L'ira della Cisl contro i ribelli "Non si sciopera con la Cgil"


La Cisl presa in contropiede avverte i "suoi" metalmeccanici ribelli, pronti a scioperare martedì prossimo sotto le bandiere della Cgil. Una mossa che ai piani alti di via Milazzo, sede del sindacato cattolico, non è andata proprio giù: «Attenti, così inseguite la Camusso, sono già abbastanza irresponsabili loro, non mettiamoci anche noi», dice il segretario regionale Cisl Giorgio Graziani.

Ma è un appello che rischia di cadere nel vuoto, almeno stando alle notizie che arrivano dalle fabbriche dove cresce la rabbia per la manovra del governo Berlusconi. Dopo la rivolta dei delegati sindacali della Fim alla Oerlikon - «non terremo in piedi questo esecutivo di dilettanti» - ieri anche i lavoratori della Saeco hanno annunciato uno sciopero di quattro ore in concomitanza con la manifestazione Cgil di martedì. E alla Gd di via Battindarno decideranno lunedì come muoversi: anche in questo caso l´ipotesi più probabile rimane quella dello stop di quattro ore.

«Vengano tutti in piazza con noi, deve essere una grande manifestazione di popolo», invita il segretario della Camera del lavoro Danilo Gruppi, che incassa anche l´adesione della Federazione della sinistra dopo che molti big del Pd locale hanno annunciato la loro presenza. Tra loro anche 
il sindaco Virginio Merola, che ieri, dopo l´annullamento dell´incontro con i sindaci del Nord a Venezia previsto per il 6 settembre, ha comunicato a Gruppi che sarà presente in piazza con la Camera del Lavoro.

«Lo sciopero generale di martedì prossimo - continua Gruppi - deve segnare davvero un´occasione straordinaria di reazione, di impegno, di partecipazione. Così, a Bologna, abbiamo inteso i nostri tre cortei e così abbiamo pensato la nostra manifestazione in Piazza Maggiore: l´iniziativa di un popolo grande e variegato che si rimette in cammino, per dire: basta. Cambiare si può».

Gruppi non ha però digerito del tutto l´uscita del presidente degli industriali bolognesi Alberto Vacchi, che vorrebbe continuare il dialogo su nuovi modelli contrattuali nonostante le divisioni sulla manovra. «L´articolo 8 deve essere stralciato altrimenti non si va da nessuna parte nemmeno a Bologna - dice Gruppi - non tratto con chi si incontra sottobanco col governo».

Intanto Cisl e Uil si muovono, spinti anche dai malumori che arrivano dalla loro base, annunciando sette giorni di mobilitazione con presìdi e gazebo in tutta la regione che si concluderanno sabato con una manifestazione in piazza Roosevelt davanti alla prefettura, sede locale del governo. «Ma in piena coerenza con la nostra strategia secondo cui lo sciopero non paga», sottolinea il segretario regionale della Uil Gianfranco Martelli. In perfetta sintonia col collega della Cisl Graziani, che però in più deve fare i conti con le tute blu ribelli. «In ogni grande organizzazione ci sono persone che vanno oltre - ammette - ma protestare con la Cgil e scioperare adesso è irresponsabile».

Pronto alla protesta anche il sindacalismo di base, che martedì organizza per il proprio sciopero cortei separati dalla Cgil («Le nostre richieste sono più radicali», attacca Massimo Betti dell´Usb) e dà vita a una «Via crisis» con fermate davanti ai luoghi simbolici «negativi della crisi»: consolato greco, prefettura e Confindustria, per finire in piazza Santo Stefano sotto casa di Romano Prodi, colpevole secondo i sindacati di base per l´ingresso nell´euro.
(03 settembre 2011)