Il governo Monti rimetterà insieme Cgil, Cisl e Uil ma le allontanerà di più dai lavoratori. E gli scricchiolii che si sentono, soprattutto sul tema delle pensioni e dell’articolo 18 non lasciano sperare nulla di buono. Senza contare che c’è ancora il grande capitolo del pubblico impiego rimasto in sospeso, assieme a quello dei tagli al welfare, quindi al salario indiretto. Insomma, c’è da giurare che dei 25 miliardi che servono a Monti solo per scaldare i motori, ben due terzi verranno presi dal mondo del lavoro. Presto si aprirà un tavolo con le parti sociali. Il tavolo comprenderà tutto, ovviamente, compreso l’articolo 18, così caro al senatore Pietro Ichino. Ai lavoratori, come è noto, il tavolo ”complessivo” non ha mai portato fortuna, perché alla fine si finisce con il perdere su tutta la linea.
Di pensioni «si può discutere», ha detto oggi la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, «ma bisogna partire dal fatto che ci sono condizioni dei lavoratori dipendenti che non possono essere modificate». Il riferimento è ai lavori usuranti. C’è una “riforma” da completare, quella dei lavoratori che svolgono attività particolari, come i minatori, abbozzata dal governo Prodi e chiusa dal governo Berusconi, più o meno sulla stessa linea. Il confronto prossimo venturo potrebbe essere l'occasione per farlo dando il contentino ai lavoratori e dividendoli tra "buoni" e "cattivi". Monti, e il sindacato, però, sanno benissimo che il bilancio della gestione previdenziale dei lavoratori dipendenti è perfettamente in ordine. Il sistema non può sopportare nemmeno una piuma. «È un tema che affronteremo - ha aggiunto Camusso - bisogna sapere che non è possibile immaginare un sistema pensionistico per fare cassa e mettere a posto i conti».
Dall’altra parte, il segretario dela Cisl Raffaele Bonanni mette in campo una opzione politica e non nasconde di voler appoggiare Monti «a piene mani», sperando però che non si arrivi al confronto sull’articolo 18. Solo sperare? Insomma, si tratta di dichiarazioni molto deboli che lasciano intravedere un argine troppo articolato da parte del sindacato.
Intanto, Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil delinea quella che potrebbe essere la proposta di patrimoniale da portare al tavolo di palazzo Chigi: «Abbiamo avanzato l’idea - afferma - di una tassazione sulle grandi ricchezze del 10% delle famiglie che in Italia detiene più di 4.000 miliardi. Devono essere i primi a fare la propria parte. Equità - conclude - significa riduzione delle tasse sul lavoro e possibilità di sostenere un piano straordinario per l’occupazione dei giovani».
Di pensioni «si può discutere», ha detto oggi la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, «ma bisogna partire dal fatto che ci sono condizioni dei lavoratori dipendenti che non possono essere modificate». Il riferimento è ai lavori usuranti. C’è una “riforma” da completare, quella dei lavoratori che svolgono attività particolari, come i minatori, abbozzata dal governo Prodi e chiusa dal governo Berusconi, più o meno sulla stessa linea. Il confronto prossimo venturo potrebbe essere l'occasione per farlo dando il contentino ai lavoratori e dividendoli tra "buoni" e "cattivi". Monti, e il sindacato, però, sanno benissimo che il bilancio della gestione previdenziale dei lavoratori dipendenti è perfettamente in ordine. Il sistema non può sopportare nemmeno una piuma. «È un tema che affronteremo - ha aggiunto Camusso - bisogna sapere che non è possibile immaginare un sistema pensionistico per fare cassa e mettere a posto i conti».
Dall’altra parte, il segretario dela Cisl Raffaele Bonanni mette in campo una opzione politica e non nasconde di voler appoggiare Monti «a piene mani», sperando però che non si arrivi al confronto sull’articolo 18. Solo sperare? Insomma, si tratta di dichiarazioni molto deboli che lasciano intravedere un argine troppo articolato da parte del sindacato.
Intanto, Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil delinea quella che potrebbe essere la proposta di patrimoniale da portare al tavolo di palazzo Chigi: «Abbiamo avanzato l’idea - afferma - di una tassazione sulle grandi ricchezze del 10% delle famiglie che in Italia detiene più di 4.000 miliardi. Devono essere i primi a fare la propria parte. Equità - conclude - significa riduzione delle tasse sul lavoro e possibilità di sostenere un piano straordinario per l’occupazione dei giovani».
Nessun commento:
Posta un commento