Legge 15 luglio 1966, n. 604 "Norme sui licenziamenti individuali"
Articolo 1
Nel rapporto di lavoro a tempo indeterminato, intercedente con datori di lavoro privati o con
enti pubblici, ove la stabilità non sia assicurata da norme di legge, di regolamento, e di
contratto collettivo o individuale, il licenziamento del prestatore di lavoro non può avvenire che
per giusta causa ai sensi dell'articolo 2119 del Codice civile o per giustificato motivo.
Articolo 2
Il datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, deve comunicare per iscritto il
licenziamento al prestatore di lavoro.
Il prestatore di lavoro può chiedere, entro quindici giorni dalla comunicazione, i motivi che
hanno determinato il recesso: in tal caso il datore di lavoro deve, nei sette giorni dalla richiesta,
comunicarli per iscritto.
Il licenziamento intimato senza l'osservanza delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 è
inefficace.
Le disposizioni di cui al comma 1 e di cui all'articolo 9 si applicano anche ai dirigenti.
Articolo 3
Il licenziamento per giustificato motivo con preavviso è determinato da un notevole
inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro ovvero da ragioni inerenti
all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.
Articolo 4
Il licenziamento determinato da ragioni di credo politico o fede religiosa, dell'appartenenza ad
un sindacato e dalla partecipazione ad attività sindacabili è nullo, indipendentemente dalla
motivazione adottata.
Articolo 5
L'onere della prova della sussistenza della giusta causa o del giustificato motivo di
licenziamento spetta al datore di lavoro.
Articolo 6
I1 licenziamento deve essere impugnato a pena di decadenza entro 60 giorni dalla ricezione
della sua comunicazione, con qualsiasi atto scritto, anche extragiudiziale, idoneo a rendere
nota la volontà del lavoratore anche attraverso l'intervento dell'organizzazione sindacale diretto
ad impugnare il licenziamento stesso. I1 termine di cui al comma precedente decorre dalla
comunicazione del licenziamento ovvero dalla comunicazione dei motivi ove questa non sia
contestuale a quella del licenziamento. A conoscere delle controversie derivanti
dall'applicazione della presente legge è competente il pretore.
Articolo 7
Quando il prestatore di lavoro non possa avvalersi delle procedure previste dai contratti
collettivi o dagli accordi sindacali, può promuovere, entro venti giorni dalla comunicazione del
licenziamento ovvero dalla comunicazione dei motivi ove questa non sia contestuale a quella
del licenziamento, il tentativo di conciliazione presso l'Ufficio provinciale del lavoro e della
massima occupazione. Le parti possono farsi assistere dalle associazioni sindacali a cui sono
iscritte o alle quali conferiscono mandato. I1 relativo verbale di conciliazione, in copia
autenticata dal direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione,
acquista forza di titolo esecutivo con decreto del pretore. I1 termine di cui al primo comma
dell'articolo precedente è sospeso dal giorno della richiesta all'Ufficio provinciale del lavoro e
della Massima occupazione fino alla data della comunicazione del deposito in cancelleria del
decreto del pretore, di cui al comma precedente o, nel caso di fallimento, del tentativo di
conciliazione, fino alla data del relativo verbale.
In caso di esito negativo nel tentativo di conciliazione di cui al primo comma le parti possono
definire consensualmente la controversia mediante arbitrato irrituale.
Articolo 8
Quando risulti accertato che non ricorrono gli estremi del licenziamento per giusta causa o
giustificato motivo, il datore di lavoro è tenuto a riassumere il prestatore di lavoro entro il
termine di tre giorni o, in mancanza, a risarcire il danno versandogli un'indennità di importo
compreso fra un minimo di 2,5 ed un massimo di sei mensilità dell'ultima retribuzione globale
di fatto, avuto riguardo al numero dei dipendenti occupati, alle dimensioni dell'impresa,
all'anzianità di servizio del prestatore di lavoro, al comportamento e alle condizioni delle parti.
La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il
prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore
di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa
piú di quindici prestatori di lavoro .
Articolo 9
L'indennità di anzianità è dovuta al prestatore di lavoro in ogni caso di risoluzione del rapporto
di lavoro.
Articolo 10
Le norme della presente legge si applicano nei confronti dei prestatori di lavoro che rivestano
la qualifica di impiegato e di operaio, ai sensi dell'articolo 2095 del Codice civile e, per quelli
assunti in prova, si applicano dal momento in cui l'assunzione diviene definitiva e, in ogni caso,
quando sono decorsi sei mesi dall'inizio del rapporto di lavoro.
Articolo 11
La materia dei licenziamenti collettivi per riduzione di personale è esclusa dalle disposizioni
della presente legge.
Articolo 12
Sono fatte salve le disposizioni di contratti collettivi e accordi sindacali che contengano per la
materia disciplinata dalla presente legge, condizioni più favorevoli ai prestatori di lavoro.
Articolo 13
Tutti gli atti e i documenti relativi ai giudizi o alle procedure di conciliazione previsti dalla
presente legge sono esenti da bollo, imposta di registro e da ogni altra tassa o spesa.
Articolo 14
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale.
sabato 31 luglio 2010
giovedì 29 luglio 2010
LA MANOVRA ECONOMICA E PASSTA!!!!...
La Camera, con 329 voti a favore e 275 contro, ha votato la fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, del Decreto legge 78/2010 sulla "Manovra economica". http://www.finanze.gov.it/.
Non ci sono parole per descrivere quanto possa essere deluso di questo, questa manovra sara' solo e soltanto un taglio orizzontale senza criteri e senza logiche ,verrano tagliati soldi ai comuni, verrano tagliati enti per la cultura...andatevi a leggere la manovra e vi accorgerete di cio' che vi dico...la crisi ce la stanno facendo pagare a noi e a noi soltanto, loro non la pagano...e questo non mi va giu'!!!!....questa manovra e repressiva e non propositiva,chiudera' di piu' il nostro paese,e non lo aiutera' assolutamente ad uscire bene da questo momento storico.
Fatemi sfogare adesso perche' devo dirvi che alla camera nella famosa legge contro le intercettazioni , stanno cercando di approvare un comma della legge stessa, che mette il bavaglio anche ai blog, quindi anche noi blogger non avremmo piu' la liberta' di informare, potremo essere multati di 12.000 euro se pubblichiamo un post che non piace a qualcuno, se questo qualcuno chiede che venga rettificato il post , e non lo faccio nel giro di 48 ore ....bhu purgato 12.000 euro di multa...in pratica come succede ora per le testate giornalistiche....io continuero' a scrivere ve lo prometto...il comma ancora non e stato approvato , ma se passasse io continuero' a scrivere come o sempre fatto...ciao a tutti da tiziano
Non ci sono parole per descrivere quanto possa essere deluso di questo, questa manovra sara' solo e soltanto un taglio orizzontale senza criteri e senza logiche ,verrano tagliati soldi ai comuni, verrano tagliati enti per la cultura...andatevi a leggere la manovra e vi accorgerete di cio' che vi dico...la crisi ce la stanno facendo pagare a noi e a noi soltanto, loro non la pagano...e questo non mi va giu'!!!!....questa manovra e repressiva e non propositiva,chiudera' di piu' il nostro paese,e non lo aiutera' assolutamente ad uscire bene da questo momento storico.
Fatemi sfogare adesso perche' devo dirvi che alla camera nella famosa legge contro le intercettazioni , stanno cercando di approvare un comma della legge stessa, che mette il bavaglio anche ai blog, quindi anche noi blogger non avremmo piu' la liberta' di informare, potremo essere multati di 12.000 euro se pubblichiamo un post che non piace a qualcuno, se questo qualcuno chiede che venga rettificato il post , e non lo faccio nel giro di 48 ore ....bhu purgato 12.000 euro di multa...in pratica come succede ora per le testate giornalistiche....io continuero' a scrivere ve lo prometto...il comma ancora non e stato approvato , ma se passasse io continuero' a scrivere come o sempre fatto...ciao a tutti da tiziano
mercoledì 28 luglio 2010
ULTIME NOTIZIE DA FIAT!!!!!....
Fiat: ultimatum Marchionne a sindacati, sì o no
"Investiamo 20 miliardi ma le fabbriche devono funzionare". Epifani: "nessun fatto nuovo"28 luglio, 15:23
TORINO -Sì o no. Se non è un ultimatum gli somiglia molto quello che l'Ad Fiat Sergio Marchionne ha rivolto ai suoi interlocutori oggi nel corso del tavolo sulle prospettive del Gruppo svoltosi a Torino. Marchionne ha confermato il piano di 'Fabbrica Italia', come aveva chiesto il ministro del welfare Maurizio Sacconi. Ma in cambio vuole garanzie sull'efficienza degli impianti.
"Siamo l'unica azienda - ha detto - ad investire 20 miliardi nel Paese, una cifra pari quasi a quella della Finanziaria. Ma dobbiamo avere garanzie che gli stabilimenti possano funzionare". E, per lui, a questo punto "ci sono solo due parole che richiedono di essere pronunciate una è sì, l'altra é no". Una risposta affermativa, ha spiegato, "vuol dire modernizzare la rete produttiva italiana", mentre una negativa significherebbe "lasciare le cose come stanno, accettando che il sistema industriale continui ad essere inefficiente e inadeguato a produrre utile e quindi a conservare o aumentare i posti di lavoro". "Le nostre non sono minacce, ma non siamo disposti a mettere a rischio la sopravvivenza del'azienda, perché dobbiamo decidere se avere un settore auto forte in Italia o consegnarlo ai competitori esteri". E in questo caso, ha detto esplicitamente Marchionne, il piano di 'fabbrica Italia' "non può andare avanti" e "tutti i piani e gli investimenti per l'Italia verranno ridimensionati".
"Se si tratta solo di pretesti per lasciare le cose come stanno - ha quindi detto - è bene che ognuno si assuma la propria responsabilità". Dalla Cisl il segretario generale Raffaele Bonanni, risponde con un "sì senza se e senza ma". Però, aggiunge il leader della Cisl "Marchionne faccia chiarezza sul fatto che le modalità dell'investimento rimarranno nel perimetro delle regole del nuovo sistema contrattuale che abbiamo costruito". "Nessuno vuole una conflittualità permanente. Il sindacato ha contribuito a salvare il gruppo - dice il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - abbiamo assoluto interesse all'investimento, a lavorare insieme a questo obiettivo senza carri armati". Ma sullo sfondo del tavolo torinese resta la possibilità della disdetta del contratto dei metalmeccanici alla sua scadenza: "Se necessario - dice Marchionne - siamo disposti anche seguire questa strada, ma non abbiamo nessun preconcetto. Per noi la cosa importante è raggiungere il risultato e avere la certezza di gestire gli impianti. Produrre a singhiozzo, con livelli ingiustificati di assenteismo, o vedere le linee bloccato per giorni interi è un rischio che non possiamo accollarci".
SACCONI, ENTRO 15 SETTEMBRE TAVOLO SU TERMINI IMERESE - "Il governo continuerà il percorso in atto sulla reindustrializzazione di Termini Imerese e le parti saranno convocate, di intesa con la Regione Sicilia, entro il 15 settembre, per discutere di tutte le proposte che Invitalia sta esaminando". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in conferenza stampa al termine del tavolo Fiat a Torino.
EPIFANI, MOLTO OTTIMISMO MA NESSUN FATTO NUOVO - "Ho sentito molto ottimismo ma in verità non ci sono fatti nuovi", secondo il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, per il quale "é confermata quell'incertezza sugli impegni produttivi assunti a Palazzo Chigi, rafforzato dall'annuncio dello spostamento in Serbia della vettura che doveva essere fatta a Mirafiori: le rassicurazioni sul futuro di Mirafiori - ha detto Epifani a questo proposito - non sono di per sé ne impegni né certezze". "Abbiamo chiesto al governo - ha detto poi il leader della Cgil - di non lavarsene le mani. Non può fare da spettatore Bisogna tenere aperto un piano generale sulle prospettive del gruppo che non si possono vedere stabilimento per stabilimento".
"Investiamo 20 miliardi ma le fabbriche devono funzionare". Epifani: "nessun fatto nuovo"28 luglio, 15:23
TORINO -Sì o no. Se non è un ultimatum gli somiglia molto quello che l'Ad Fiat Sergio Marchionne ha rivolto ai suoi interlocutori oggi nel corso del tavolo sulle prospettive del Gruppo svoltosi a Torino. Marchionne ha confermato il piano di 'Fabbrica Italia', come aveva chiesto il ministro del welfare Maurizio Sacconi. Ma in cambio vuole garanzie sull'efficienza degli impianti.
"Siamo l'unica azienda - ha detto - ad investire 20 miliardi nel Paese, una cifra pari quasi a quella della Finanziaria. Ma dobbiamo avere garanzie che gli stabilimenti possano funzionare". E, per lui, a questo punto "ci sono solo due parole che richiedono di essere pronunciate una è sì, l'altra é no". Una risposta affermativa, ha spiegato, "vuol dire modernizzare la rete produttiva italiana", mentre una negativa significherebbe "lasciare le cose come stanno, accettando che il sistema industriale continui ad essere inefficiente e inadeguato a produrre utile e quindi a conservare o aumentare i posti di lavoro". "Le nostre non sono minacce, ma non siamo disposti a mettere a rischio la sopravvivenza del'azienda, perché dobbiamo decidere se avere un settore auto forte in Italia o consegnarlo ai competitori esteri". E in questo caso, ha detto esplicitamente Marchionne, il piano di 'fabbrica Italia' "non può andare avanti" e "tutti i piani e gli investimenti per l'Italia verranno ridimensionati".
"Se si tratta solo di pretesti per lasciare le cose come stanno - ha quindi detto - è bene che ognuno si assuma la propria responsabilità". Dalla Cisl il segretario generale Raffaele Bonanni, risponde con un "sì senza se e senza ma". Però, aggiunge il leader della Cisl "Marchionne faccia chiarezza sul fatto che le modalità dell'investimento rimarranno nel perimetro delle regole del nuovo sistema contrattuale che abbiamo costruito". "Nessuno vuole una conflittualità permanente. Il sindacato ha contribuito a salvare il gruppo - dice il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - abbiamo assoluto interesse all'investimento, a lavorare insieme a questo obiettivo senza carri armati". Ma sullo sfondo del tavolo torinese resta la possibilità della disdetta del contratto dei metalmeccanici alla sua scadenza: "Se necessario - dice Marchionne - siamo disposti anche seguire questa strada, ma non abbiamo nessun preconcetto. Per noi la cosa importante è raggiungere il risultato e avere la certezza di gestire gli impianti. Produrre a singhiozzo, con livelli ingiustificati di assenteismo, o vedere le linee bloccato per giorni interi è un rischio che non possiamo accollarci".
SACCONI, ENTRO 15 SETTEMBRE TAVOLO SU TERMINI IMERESE - "Il governo continuerà il percorso in atto sulla reindustrializzazione di Termini Imerese e le parti saranno convocate, di intesa con la Regione Sicilia, entro il 15 settembre, per discutere di tutte le proposte che Invitalia sta esaminando". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in conferenza stampa al termine del tavolo Fiat a Torino.
EPIFANI, MOLTO OTTIMISMO MA NESSUN FATTO NUOVO - "Ho sentito molto ottimismo ma in verità non ci sono fatti nuovi", secondo il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, per il quale "é confermata quell'incertezza sugli impegni produttivi assunti a Palazzo Chigi, rafforzato dall'annuncio dello spostamento in Serbia della vettura che doveva essere fatta a Mirafiori: le rassicurazioni sul futuro di Mirafiori - ha detto Epifani a questo proposito - non sono di per sé ne impegni né certezze". "Abbiamo chiesto al governo - ha detto poi il leader della Cgil - di non lavarsene le mani. Non può fare da spettatore Bisogna tenere aperto un piano generale sulle prospettive del gruppo che non si possono vedere stabilimento per stabilimento".
martedì 27 luglio 2010
VOGLIONO TAPPARE LE ALI ANCHE AI BLOGGER!!!!
Blogger domani in piazza: «No al bavaglio sul web»
Domani, in coincidenza con la decisione sulla calendarizzazione in aula alla Camera sul ddl interecettazioni, l'Arci sarà di nuovo in piazza per un presidio di protesta contro la nuova legge del Governo. L'appuntamento è per le ore 16 in piazza Montecitorio, insieme alla Fnsi e alle organizzazioni che fanno parte del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione e alla conoscenza, in occasione dell'inizio della discussione del provvedimento in aula alla Camera. «La grande mobilitazione contro il provvedimento - sottolinea l'Arci in una nota- ha ottenuto dei risultati positivi con l'approvazione di alcuni emendamenti in Commissione: se le modifiche verranno votate, i giornalisti vedranno confermato il loro dovere di informare e i cittadini il loro diritto a conoscere. Ma sono ancora molti gli elementi da cambiare: restano, ad esempio, l'obbligo di rettifica entro 48 ore per i blog e le limitazioni per l'attività di indagine dei magistrati e delle forze dell'ordine. Di fatto, il cuore del disegno di legge, il tentativo di impedire al nostro sistema giuridico di investigare e di raccogliere prove di reati anche attraverso le intercettazioni, non viene per nulla intaccato. In questo modo si calpesta volutamente la nostra Costituzione, minando il principio di legalità e la divisione dei poteri. Il danno, poi, si ripercuote inevitabilmente sul mondo dell'informazione che vede colpita la fonte delle sue notizie. Per questi motivi non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Per questi motivi saremo in piazza. Attenzione e vigilanza. Queste le nostre parole d'ordine».«Il governo sta cercando di zittire anche uno degli ultimi baluardi dell'informazione libera, il web, con una norma contenuta nel ddl intercettazioni che impone ai blogger la rettifica entro 48 ore», afferma il portavoce dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando. «L'Italia dei valori, che dal primo momento ha denunciato la pericolosità di questo provvedimento ed è l'unica forza politica che ha presentato al Senato un emendamento soppressivo di questa disposizione sui blog, continuerà a dare battaglia dentro e fuori il Parlamento».«Ridurre l'informazione a una voce sola, imporre controlli censori, storpiare la natura stessa del web e impedire la libera circolazione delle idee -continua- vuol dire calpestare la Costituzione italiana. Con questa norma, infatti, si sta cercando di soffocare quella parte dell'informazione che non si è ancora piegata alle imposizioni e ai favoritismi del presidente del Consiglio».«Noi -conclude Orlando- non ci faremo intimidire e ai reiterati tentativi di impadronirsi anche della rete, risponderemo a muso duro per difendere il diritto dei cittadini ad essere informati. Per questo, l'Italia dei valori parteciperà alla manifestazione dei blogger e degli internauti che domani si incontreranno a piazza Montecitorio per una protesta no-stop contro le vergognose limitazioni imposte dal ddl intercettazioni».
Domani, in coincidenza con la decisione sulla calendarizzazione in aula alla Camera sul ddl interecettazioni, l'Arci sarà di nuovo in piazza per un presidio di protesta contro la nuova legge del Governo. L'appuntamento è per le ore 16 in piazza Montecitorio, insieme alla Fnsi e alle organizzazioni che fanno parte del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione e alla conoscenza, in occasione dell'inizio della discussione del provvedimento in aula alla Camera. «La grande mobilitazione contro il provvedimento - sottolinea l'Arci in una nota- ha ottenuto dei risultati positivi con l'approvazione di alcuni emendamenti in Commissione: se le modifiche verranno votate, i giornalisti vedranno confermato il loro dovere di informare e i cittadini il loro diritto a conoscere. Ma sono ancora molti gli elementi da cambiare: restano, ad esempio, l'obbligo di rettifica entro 48 ore per i blog e le limitazioni per l'attività di indagine dei magistrati e delle forze dell'ordine. Di fatto, il cuore del disegno di legge, il tentativo di impedire al nostro sistema giuridico di investigare e di raccogliere prove di reati anche attraverso le intercettazioni, non viene per nulla intaccato. In questo modo si calpesta volutamente la nostra Costituzione, minando il principio di legalità e la divisione dei poteri. Il danno, poi, si ripercuote inevitabilmente sul mondo dell'informazione che vede colpita la fonte delle sue notizie. Per questi motivi non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Per questi motivi saremo in piazza. Attenzione e vigilanza. Queste le nostre parole d'ordine».«Il governo sta cercando di zittire anche uno degli ultimi baluardi dell'informazione libera, il web, con una norma contenuta nel ddl intercettazioni che impone ai blogger la rettifica entro 48 ore», afferma il portavoce dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando. «L'Italia dei valori, che dal primo momento ha denunciato la pericolosità di questo provvedimento ed è l'unica forza politica che ha presentato al Senato un emendamento soppressivo di questa disposizione sui blog, continuerà a dare battaglia dentro e fuori il Parlamento».«Ridurre l'informazione a una voce sola, imporre controlli censori, storpiare la natura stessa del web e impedire la libera circolazione delle idee -continua- vuol dire calpestare la Costituzione italiana. Con questa norma, infatti, si sta cercando di soffocare quella parte dell'informazione che non si è ancora piegata alle imposizioni e ai favoritismi del presidente del Consiglio».«Noi -conclude Orlando- non ci faremo intimidire e ai reiterati tentativi di impadronirsi anche della rete, risponderemo a muso duro per difendere il diritto dei cittadini ad essere informati. Per questo, l'Italia dei valori parteciperà alla manifestazione dei blogger e degli internauti che domani si incontreranno a piazza Montecitorio per una protesta no-stop contro le vergognose limitazioni imposte dal ddl intercettazioni».
lunedì 26 luglio 2010
violazioni accertate da carabinieri..
LAVORO: IN TRE MESI OLTRE 3.600 VIOLAZIONI SICUREZZA ACCERTAMENTI CARABINIERI, AL PRIMO POSTO CANTIERI 'PERICOLOSI' ROMA (ANSA) - ROMA, 26 LUG - Su 1.758 ispezioni nei settori dell'edilizia, agricoltura, industria, commercio e servizi svolte dal comando dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro in Italia nel primo trimestre del 2010, sono state accertate 3.636 violazioni della sicurezza sui luoghi di lavoro, la maggior parte delle quali (1.369) riguardano la prevenzione degli infortuni nelle costruzioni. Sempre nello stesso arco temporale su 50.736 lavoratori controllati nell'ambito dell'attività generale del comando, 7.551 sono risultati "in nero" e su 333 minori 161 "occupati illecitamente". I dati, divulgati in occasione della firma di un protocollo d'intesa tra il comando dei carabinieri per la tutela del lavoro e il Cpt di Roma e Provincia, tra le violazioni della sicurezza accertate indicano al secondo posto la carenza di informazione e formazione dei lavoratori (616), di sicurezza durante il lavoro (611), di misure per la salute e la sicurezza nei cantieri temporanei (566) e dell'igiene (384). Gli aspetti di maggiore criticità restano confermati nell'edilizia. Sempre nei primi tre mesi di quest'anno sono stati sequestrati 59 cantieri, sospesi 535 lavori, contestate 11.387 ammende e denunciate 1.346 persone. Nel quadro dell'attività generale del comando sono stati controllati anche 12.077 lavoratori extracomunitari, di cui 3.145 sono risultati irregolari, 886 clandestini e 221 sono stati espulsi. (ANSA).
lavoro in nero nel turismo e ristorazione
LAVORO:A ROMA 25% IN NERO,SOPRATTUTTO TURISMO E RISTORAZIONE COMITTAO TERRITORIALE,IN EDILIZIA MOLTI RECLUTATI ILLEGALMENTE ROMA (ANSA) - ROMA, 26 LUG - "A Roma registriamo circa il 20-25% di lavoratori in nero. I settori maggiormente colpiti nella Capitale sono la ristorazione e il turismo, mentre in Provincia l'agricoltura". Lo ha spiegato il comandante dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Roma Aniello Speranza in occasione dell'illustrazione dell'attività ispettiva svolta nel 2009 e nel primo trimestre 2010 e della firma di un protocollo d'intesa con il Comitato Paritetico Territoriale (Cpt) per la prevenzione infortuni, l'igiene e l'ambientedi Roma e Provincia. Nei primi tre mesi di quest'anno il gruppo ha effettuato solo nel Lazio 70 ispezioni sui luoghi di lavoro, rilevato 113 violazioni delle norme sulla sicurezza, elevato 1.466 ammende. Settantasei gli infortuni registrati, soprattutto nel campo dell'edilizia (30) mentre sei le morti bianche (4 nell'industria, 1 nell'edilizia e 1 nell'agricoltura). Nel 2009 su 166 ispezioni sono state riscontrate 279 violazioni e elevate 324 ammende. Dodici i morti lo scorso anno sui luoghi di lavoro, gran parte dei quali nel settore agricolo (8), mentre gli infortuni sono stati 173, soprattutto in quello edile (79). Il vicepresidente del Cpt di Roma e Provincia, Andrea Cuccello, a margine dell'incontro ha poi aggiunto: "L'ombra del lavoro nero è forte. Se si visitano i depositi di materiali edili alle sei del mattino ancora oggi si trovano centinaia di persone, provenienti soprattutto dall'Est Europa che vengono reclutati spesso in maniera irregolare e pagati una media di 40 euro al giorno. Soldi che vengono corrisposti nella maggior parte dei casi solo a conclusione del periodo lavorativo e che tengono queste persone sotto il giogo del ricatto". (ANSA) YJ4-TZ/
CRO:LAVORO
CRO:LAVORO
domenica 25 luglio 2010
ECCO A CHE PUNTO SIAMO ARRIVATI!...LA DISPERAZIONE DILAGA
Roma, uccide il datore di lavoro dopo un litigio. Temeva di essere licenziato
L'ha ucciso con una mazza da baseball perchè aveva paura che potesse chiudere la subagenzia assicurativa che conduceva da tempo. Flavio Pennetti ha 30 anni e il suo datore di lavoro, l'agente della Assirisk Massimo Carpifave esattamente il doppio, 60. È morto sotto una serie di colpi feroci sulla strada che da Leonessa (Roma) va a Rieti. Poi Pennetti ha preso il corpo, l'ha nascosto sotto foglie e terriccio, si è liberato dagli abiti e se n'è andato. L'hanno arrestato dopo poche ore: lui prima ha mentito, ha cercato di depistare poi è crollato, ha pianto e ha confessato: «Era un dittatore, uno stronzo, mi insultava. E quando ha cominciato a parlare della subagenzia, quando mi ha fatto capire che poteva anche chiuderla e revocarmi l'incarico, non ci ho visto più». E l'ha ucciso. Era già successo ieri a Massarosa, in provincia di Lucca: un dipendente licenziato sei mesi fa ha freddato a colpi di pistola il direttore generale e il responsabile delle vendite all'estero della sua azienda, la Gifas Electric. Poi si è suicidato. Pennetti invece ha ucciso ed è scappato: ha risposto al cellulare, era la moglie di Carpifave che gli chiedeva dove fosse il marito. E Pennetti le ha risposto di averlo accompagnato con la macchina a Roma e di averlo lasciato all'ufficio. Carpifave in verità era già morto. La moglie lo ha aspettato fino alle 21 poi è andata al commissariato e ha denunciato la scomparsa. Carpifave aveva tentato in passato anche la carriera politica: nel 2001 si era candidato alle comunali di Roma per An e nel 2006 alla Camera per la Lega Nord. Non solo: per le sue nozze ebbe come testimone donna Assunta Almirante. Sono stati i telefoni cellulari a tradire Pennetti: la polizia ha messo subito mano ai tabulati e ha visto che i cellulari di Pennetti e Carpifave stavano sotto la stessa cella, quando la donna ha chiamato. Poi le tracce si sono separate: il cellulare di Carpifave, muto, era rimasto fermo in località Fuscello di Leonessa, quello di Pennetti era rientrato a Leonessa. La polizia di Rieti, con la squadra mobile di Roma, hanno telefonato all'assicuratore invitandolo in Commissariato per 'chiarimenti'. Lì, sotto le domande della polizia, Pennetti ha cercato di reggere: ha raccontato del viaggio in macchina verso Rieti per acquistare una Porsche e della telefonata che Carpifave ha ricevuto dalla moglie; i ladri erano entrati in casa e la donna suggeriva che, nel caso fossero rientrati con la fuoriserie, non avrebbero potuto parcheggiarla nel garage visti che era stata forzata la serratura. Domande su domande fino al crollo, alle lacrime e alla confessione.
L'ha ucciso con una mazza da baseball perchè aveva paura che potesse chiudere la subagenzia assicurativa che conduceva da tempo. Flavio Pennetti ha 30 anni e il suo datore di lavoro, l'agente della Assirisk Massimo Carpifave esattamente il doppio, 60. È morto sotto una serie di colpi feroci sulla strada che da Leonessa (Roma) va a Rieti. Poi Pennetti ha preso il corpo, l'ha nascosto sotto foglie e terriccio, si è liberato dagli abiti e se n'è andato. L'hanno arrestato dopo poche ore: lui prima ha mentito, ha cercato di depistare poi è crollato, ha pianto e ha confessato: «Era un dittatore, uno stronzo, mi insultava. E quando ha cominciato a parlare della subagenzia, quando mi ha fatto capire che poteva anche chiuderla e revocarmi l'incarico, non ci ho visto più». E l'ha ucciso. Era già successo ieri a Massarosa, in provincia di Lucca: un dipendente licenziato sei mesi fa ha freddato a colpi di pistola il direttore generale e il responsabile delle vendite all'estero della sua azienda, la Gifas Electric. Poi si è suicidato. Pennetti invece ha ucciso ed è scappato: ha risposto al cellulare, era la moglie di Carpifave che gli chiedeva dove fosse il marito. E Pennetti le ha risposto di averlo accompagnato con la macchina a Roma e di averlo lasciato all'ufficio. Carpifave in verità era già morto. La moglie lo ha aspettato fino alle 21 poi è andata al commissariato e ha denunciato la scomparsa. Carpifave aveva tentato in passato anche la carriera politica: nel 2001 si era candidato alle comunali di Roma per An e nel 2006 alla Camera per la Lega Nord. Non solo: per le sue nozze ebbe come testimone donna Assunta Almirante. Sono stati i telefoni cellulari a tradire Pennetti: la polizia ha messo subito mano ai tabulati e ha visto che i cellulari di Pennetti e Carpifave stavano sotto la stessa cella, quando la donna ha chiamato. Poi le tracce si sono separate: il cellulare di Carpifave, muto, era rimasto fermo in località Fuscello di Leonessa, quello di Pennetti era rientrato a Leonessa. La polizia di Rieti, con la squadra mobile di Roma, hanno telefonato all'assicuratore invitandolo in Commissariato per 'chiarimenti'. Lì, sotto le domande della polizia, Pennetti ha cercato di reggere: ha raccontato del viaggio in macchina verso Rieti per acquistare una Porsche e della telefonata che Carpifave ha ricevuto dalla moglie; i ladri erano entrati in casa e la donna suggeriva che, nel caso fossero rientrati con la fuoriserie, non avrebbero potuto parcheggiarla nel garage visti che era stata forzata la serratura. Domande su domande fino al crollo, alle lacrime e alla confessione.
risposta di un operaio fiat alla lettera di marchionne
Fiat, lettera di un operaio: «Caro Sergio, saremo noi a perdere tutto»
Caro Sergio, Non posso nascondere l’emozione provata quando ho trovato la sua missiva, ho pensato fosse la comunicazione di un nuovo periodo di cassa integrazione e invece era la lettera del «padrone», anzi, chiedo scusa: la lettera di un collega. Ho scoperto che abbiamo anche una cosa in comune, siamo nati entrambi in Italia. Mi trova d’accordo quando dice che ci troviamo in una situazione molto delicata e che molte famiglie sentono di più il peso della crisi. Aggiungerei però che sono le famiglie degli operai, magari quelle monoreddito, a pagare lo scotto maggiore, non la sua famiglia. Io conosco la situazione più da vicino e, a differenza sua, ho molti amici che a causa dei licenziamenti, dei mancati rinnovi contrattuali o della cassa integrazione faticano ad arrivare a fine mese. Ma non sono certo che lei afferri realmente cosa voglia dire. Quel che è certo è che lei ha centrato il nocciolo della questione: il momento è delicato. Quindi, che si fa? La sua risposta, mi spiace dirlo, non è quella che speravo. Lei sostiene che sia il caso di accettare «le regole del gioco» perché «non l’abbiamo scelte noi». Chissà come sarebbe il nostro mondo se anche Rosa Lee Parks, Martin Luther King, Dante Di Nanni, Nelson Mandela, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Emergency, Medici senza Frontiere e tutti i guerrieri del nonostante che tutti i giorni combattono regole ingiuste e discriminanti, avessero semplicemente chinato la testa, teorizzando che il razzismo, le dittature, la mafia o le guerre fossero semplicemente inevitabili, e che anziché combatterle sarebbe stato meglio assecondarle, adattarsi. La regola che porta al profitto diminuendo i diritti dei lavoratori è una regola ingiusta e nel mio piccolo, io continuerò a crederlo e a oppormi. Per quel che riguarda Pomigliano, le soluzioni che propone non mi convincono. Aumentare la competitività riducendo il benessere dei lavoratori è una soluzione in cui gli sforzi ricadono sugli operai. Lei saprà meglio di me come gestire un’azienda, però quando parla di «anomalie» a Pomigliano, non posso non pensare che io non conoscerò l'alta finanza, ma probabilmente lei non ha la minima idea di cosa sia realmente, mi passi l’espressione, «faticare». Non so se lei ha mai avuto la fortuna di entrare in una fonderia. Beh, io ci lavoro da 13 anni e mentre il telegiornale ci raccomanda di non uscire nelle ore più calde, io sono a diretto contatto con l’alluminio fuso e sudo da stare male. Le posso garantire che è già tutto sufficientemente inumano. Costringere dei padri di famiglia ad accettare condizioni di lavoro ulteriormente degradanti, e quel che peggio svilenti della loro dignità di lavoratori, non è una strategia aziendale: è una scappatoia. Ma parliamo ora di cose belle. Mi sono nuovamente emozionato quando nella lettera ci ringrazia per quello che abbiamo fatto dal 2004 ad oggi, d’altronde come lei stesso dice «la forza di un’ organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano». Spero di non sembrarle venale se le dico che a una virile stretta di mano avrei preferito il Premio di risultato in busta paga oppure migliori condizioni di lavoro. Oppure poteva concedere il rinnovo del contratto a tutti i ragazzi assunti per due giorni oppure una settimana solo per far fronte ai picchi di produzione, sfruttati con l’illusione di un rinnovo e poi rispediti a casa. Lei dice che ci siete riconoscenti. Ci sono molti modi di dimostrare riconoscenza. Perché se, come pubblicano i giornali, la Fiat ha avuto un utile di 113 milioni di euro, ci viene negato il Premio di produzione? Ma immagino che non sia il momento di chiedere. D’altronde dopo tanti anni ho imparato: quando l’azienda va male non è il momento di chiedere perché i conti vanno male e quando l’azienda guadagna non è il momento di fermarsi a chiedere, è il momento di stringere i denti per continuare a far si che le cose vadano bene. Lei vuole insegnarci che questa «è una sfida che si vince tutti insieme o tutti insieme si perde». Immagino che comprenda le mie difficoltà a credere che lei, io, i colleghi di Pomigliano e i milioni di operai che dipendono dalle sue decisioni, rischiamo alla pari. Se si perderà noi perderemo, lei invece prenderà il suo panfilo e insieme alla sua liquidazione a svariati zeri veleggerà verso nuovi lidi. Noi tremeremo di paura pensando ai mutui e ai libri dei ragazzi, e accetteremo lavori con trattamenti ancora più più svilenti, perché quello che lei finge di non sapere, caro Sergio, è che quello che impone la Fiat, in Italia, viene poi adottato e imposto da ogni altro grande settore dell’industria. Spero che queste righe scritte con il cuore non siano il sigillo della mia lettera di licenziamento. Solo negli ultimi tempi ho visto licenziare cinque miei colleghi perché non condividevano l’idea «dell’entità astratta, azienda». Ora chiudo, anche se scriverle è stato bello. Spererei davvero che quando mi chiede se per i miei figli e i miei nipoti vorrei un futuro migliore di questo, guardassimo tutti e due verso lo stesso futuro. Temo invece che il futuro prospettato ai nostri figli sia un futuro fatto di iniquità, di ingiustizia e connotato da una profonda mancanza di umanità. (...) Un futuro in cui si devono accettare le regole, anche se ingiuste, perché non le abbiamo scelte noi. Sappia che non è così, lei può scegliere. Insieme, lei e noi possiamo cambiarle quelle regole, cambiarle davvero, anche se temo che non sia questo il suo obbiettivo (...). A lei le cose vanno già molto bene così. Sappia che non ha il mio appoggio e che continuerò ad impegnarmi perché un altro mondo sia possibile. Buon lavoro anche a lei. Massimiliano Cassaro
24 luglio 2010
Caro Sergio, Non posso nascondere l’emozione provata quando ho trovato la sua missiva, ho pensato fosse la comunicazione di un nuovo periodo di cassa integrazione e invece era la lettera del «padrone», anzi, chiedo scusa: la lettera di un collega. Ho scoperto che abbiamo anche una cosa in comune, siamo nati entrambi in Italia. Mi trova d’accordo quando dice che ci troviamo in una situazione molto delicata e che molte famiglie sentono di più il peso della crisi. Aggiungerei però che sono le famiglie degli operai, magari quelle monoreddito, a pagare lo scotto maggiore, non la sua famiglia. Io conosco la situazione più da vicino e, a differenza sua, ho molti amici che a causa dei licenziamenti, dei mancati rinnovi contrattuali o della cassa integrazione faticano ad arrivare a fine mese. Ma non sono certo che lei afferri realmente cosa voglia dire. Quel che è certo è che lei ha centrato il nocciolo della questione: il momento è delicato. Quindi, che si fa? La sua risposta, mi spiace dirlo, non è quella che speravo. Lei sostiene che sia il caso di accettare «le regole del gioco» perché «non l’abbiamo scelte noi». Chissà come sarebbe il nostro mondo se anche Rosa Lee Parks, Martin Luther King, Dante Di Nanni, Nelson Mandela, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Emergency, Medici senza Frontiere e tutti i guerrieri del nonostante che tutti i giorni combattono regole ingiuste e discriminanti, avessero semplicemente chinato la testa, teorizzando che il razzismo, le dittature, la mafia o le guerre fossero semplicemente inevitabili, e che anziché combatterle sarebbe stato meglio assecondarle, adattarsi. La regola che porta al profitto diminuendo i diritti dei lavoratori è una regola ingiusta e nel mio piccolo, io continuerò a crederlo e a oppormi. Per quel che riguarda Pomigliano, le soluzioni che propone non mi convincono. Aumentare la competitività riducendo il benessere dei lavoratori è una soluzione in cui gli sforzi ricadono sugli operai. Lei saprà meglio di me come gestire un’azienda, però quando parla di «anomalie» a Pomigliano, non posso non pensare che io non conoscerò l'alta finanza, ma probabilmente lei non ha la minima idea di cosa sia realmente, mi passi l’espressione, «faticare». Non so se lei ha mai avuto la fortuna di entrare in una fonderia. Beh, io ci lavoro da 13 anni e mentre il telegiornale ci raccomanda di non uscire nelle ore più calde, io sono a diretto contatto con l’alluminio fuso e sudo da stare male. Le posso garantire che è già tutto sufficientemente inumano. Costringere dei padri di famiglia ad accettare condizioni di lavoro ulteriormente degradanti, e quel che peggio svilenti della loro dignità di lavoratori, non è una strategia aziendale: è una scappatoia. Ma parliamo ora di cose belle. Mi sono nuovamente emozionato quando nella lettera ci ringrazia per quello che abbiamo fatto dal 2004 ad oggi, d’altronde come lei stesso dice «la forza di un’ organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano». Spero di non sembrarle venale se le dico che a una virile stretta di mano avrei preferito il Premio di risultato in busta paga oppure migliori condizioni di lavoro. Oppure poteva concedere il rinnovo del contratto a tutti i ragazzi assunti per due giorni oppure una settimana solo per far fronte ai picchi di produzione, sfruttati con l’illusione di un rinnovo e poi rispediti a casa. Lei dice che ci siete riconoscenti. Ci sono molti modi di dimostrare riconoscenza. Perché se, come pubblicano i giornali, la Fiat ha avuto un utile di 113 milioni di euro, ci viene negato il Premio di produzione? Ma immagino che non sia il momento di chiedere. D’altronde dopo tanti anni ho imparato: quando l’azienda va male non è il momento di chiedere perché i conti vanno male e quando l’azienda guadagna non è il momento di fermarsi a chiedere, è il momento di stringere i denti per continuare a far si che le cose vadano bene. Lei vuole insegnarci che questa «è una sfida che si vince tutti insieme o tutti insieme si perde». Immagino che comprenda le mie difficoltà a credere che lei, io, i colleghi di Pomigliano e i milioni di operai che dipendono dalle sue decisioni, rischiamo alla pari. Se si perderà noi perderemo, lei invece prenderà il suo panfilo e insieme alla sua liquidazione a svariati zeri veleggerà verso nuovi lidi. Noi tremeremo di paura pensando ai mutui e ai libri dei ragazzi, e accetteremo lavori con trattamenti ancora più più svilenti, perché quello che lei finge di non sapere, caro Sergio, è che quello che impone la Fiat, in Italia, viene poi adottato e imposto da ogni altro grande settore dell’industria. Spero che queste righe scritte con il cuore non siano il sigillo della mia lettera di licenziamento. Solo negli ultimi tempi ho visto licenziare cinque miei colleghi perché non condividevano l’idea «dell’entità astratta, azienda». Ora chiudo, anche se scriverle è stato bello. Spererei davvero che quando mi chiede se per i miei figli e i miei nipoti vorrei un futuro migliore di questo, guardassimo tutti e due verso lo stesso futuro. Temo invece che il futuro prospettato ai nostri figli sia un futuro fatto di iniquità, di ingiustizia e connotato da una profonda mancanza di umanità. (...) Un futuro in cui si devono accettare le regole, anche se ingiuste, perché non le abbiamo scelte noi. Sappia che non è così, lei può scegliere. Insieme, lei e noi possiamo cambiarle quelle regole, cambiarle davvero, anche se temo che non sia questo il suo obbiettivo (...). A lei le cose vanno già molto bene così. Sappia che non ha il mio appoggio e che continuerò ad impegnarmi perché un altro mondo sia possibile. Buon lavoro anche a lei. Massimiliano Cassaro
24 luglio 2010
venerdì 23 luglio 2010
mercoledì 21 luglio 2010
straordinario forfetizzato
Straordinari e premi detassati, opportuno indicare le motivazioni
Lo straordinario forfetizzato rientra tra le somme ammesse al beneficio della
detassazione. Tuttavia, le imprese e i professionisti devono effettuare una verifica
sul reale motivo del riconoscimento della somma.
- Se lo straordinario forfetizzato viene riconosciuto al fine di incentivare una
maggiore produttività anche in funzione di maggiori ore di lavoro rispetto a quelle
ordinarie, queste somme non vengono riconosciute come un compenso per le ore
di lavoro straordinario, ma tra quelle concesse a titolo di lavoro premiante. In tal
caso, è possibile tassare al 10% l'intero ammontare corrisposto, fermo restando il
limite di legge dei 3mila euro.
- Se si verificano delle situazioni in cui datore di lavoro e lavoratore stabiliscono di
comune accordo un certo numero di ore da forfetizzare e periodicamente
effettuano il conguaglio per verificare la prestazione effettivamente rese, la somma
erogata conserva la natura di retribuzione per il lavoro straordinario. Il beneficio
della tassazione agevolata si applicherà alla parte che corrisponde alle ore
effettivamente svolte.
Analogo discorso si deve fare per i compensi erogati come "superminimi",
"assegni ad personam" o "indennità di funzione e/o mansione". Se tali somme
sono finalizzate a incentivare una maggiore produttività del lavoro, allora potranno
essere ricondotte tra quelle previste dal provvedimento, mentre se sono elargite al
solo scopo di incrementare il trattamento base (senza una specifica finalità
produttiva) non potranno godere del beneficio della detassazione per l'intero
importo.
Tenere agli atti idonea attestazione delle somme erogate da cui evincere le
motivazioni e la natura, potrebbe evitare controversie future (es: comunicazione
scritta al lavoratore contenente la motivazione). Vanno, quindi, indicati motivi e
criteri adottati per la corresponsione di alcune somme legate alla produttività
(premi consolidati, previsioni unilaterali del datore, ecc.), con particolare
riferimento a superminimi, assegni ad personam, indennità di funzione e/o
mansione. Il rilascio da parte del datore della dichiarazione delle somme tassate al
10% nel periodo considerato, pur non essendo un obbligo imposto dalla norma,
agevolerà le successive fasi in caso di cessazione e rioccupazione del lavoratore
al fine del limite massimo agevolabile.
Lo straordinario forfetizzato rientra tra le somme ammesse al beneficio della
detassazione. Tuttavia, le imprese e i professionisti devono effettuare una verifica
sul reale motivo del riconoscimento della somma.
- Se lo straordinario forfetizzato viene riconosciuto al fine di incentivare una
maggiore produttività anche in funzione di maggiori ore di lavoro rispetto a quelle
ordinarie, queste somme non vengono riconosciute come un compenso per le ore
di lavoro straordinario, ma tra quelle concesse a titolo di lavoro premiante. In tal
caso, è possibile tassare al 10% l'intero ammontare corrisposto, fermo restando il
limite di legge dei 3mila euro.
- Se si verificano delle situazioni in cui datore di lavoro e lavoratore stabiliscono di
comune accordo un certo numero di ore da forfetizzare e periodicamente
effettuano il conguaglio per verificare la prestazione effettivamente rese, la somma
erogata conserva la natura di retribuzione per il lavoro straordinario. Il beneficio
della tassazione agevolata si applicherà alla parte che corrisponde alle ore
effettivamente svolte.
Analogo discorso si deve fare per i compensi erogati come "superminimi",
"assegni ad personam" o "indennità di funzione e/o mansione". Se tali somme
sono finalizzate a incentivare una maggiore produttività del lavoro, allora potranno
essere ricondotte tra quelle previste dal provvedimento, mentre se sono elargite al
solo scopo di incrementare il trattamento base (senza una specifica finalità
produttiva) non potranno godere del beneficio della detassazione per l'intero
importo.
Tenere agli atti idonea attestazione delle somme erogate da cui evincere le
motivazioni e la natura, potrebbe evitare controversie future (es: comunicazione
scritta al lavoratore contenente la motivazione). Vanno, quindi, indicati motivi e
criteri adottati per la corresponsione di alcune somme legate alla produttività
(premi consolidati, previsioni unilaterali del datore, ecc.), con particolare
riferimento a superminimi, assegni ad personam, indennità di funzione e/o
mansione. Il rilascio da parte del datore della dichiarazione delle somme tassate al
10% nel periodo considerato, pur non essendo un obbligo imposto dalla norma,
agevolerà le successive fasi in caso di cessazione e rioccupazione del lavoratore
al fine del limite massimo agevolabile.
non autosufficenza
NON AUTOSUFFICIENZA – FERRARO (PRC): "VIA ITALIANA DI SACCONI E’ AZZERAMENTO FONDI"
21/07/2010 19:04 WELFARE - ITALIA
"La 'via italiana' che invoca il ministro Sacconi è semplicemente l'azzeramento del fondo per la non-autosufficienza e il taglio dei trasferimenti agli enti locali". Così il responsabile politiche sociali del Prc, Antonio Ferraro, commenta le affermazioni del ministro Maurizio Sacconi. "Dall'anno prossimo milioni di persone, anziani e disabili, vedranno chiudersi spazi di speranza in una vita dignitosa - prosegue Ferraro - Solo chi può permettersi di comprare i servizi sarà risparmiato. Il ritrarsi dello Stato per aprire al mercato, che il ministro teorizza, è già pratica di governo. Una scelta che getta a mare ogni idea di esigibilità dei diritti, assistenza in rete, integrazione e inclusione sociale, da sempre rivendicate dagli operatori del settore per dare risposte ai bisogni delle persone. Solo la mobilitazione e un ruolo attivo di Comuni e Regioni potrà cambiare il segno delle politiche in campo
21/07/2010 19:04 WELFARE - ITALIA
"La 'via italiana' che invoca il ministro Sacconi è semplicemente l'azzeramento del fondo per la non-autosufficienza e il taglio dei trasferimenti agli enti locali". Così il responsabile politiche sociali del Prc, Antonio Ferraro, commenta le affermazioni del ministro Maurizio Sacconi. "Dall'anno prossimo milioni di persone, anziani e disabili, vedranno chiudersi spazi di speranza in una vita dignitosa - prosegue Ferraro - Solo chi può permettersi di comprare i servizi sarà risparmiato. Il ritrarsi dello Stato per aprire al mercato, che il ministro teorizza, è già pratica di governo. Una scelta che getta a mare ogni idea di esigibilità dei diritti, assistenza in rete, integrazione e inclusione sociale, da sempre rivendicate dagli operatori del settore per dare risposte ai bisogni delle persone. Solo la mobilitazione e un ruolo attivo di Comuni e Regioni potrà cambiare il segno delle politiche in campo
oltre ai compagni della fiat,ricordiamoci anche di loro.....
L’isola dei cassintegrati a Roma «Berlusconi ci dia delle risposte»di Luciana Ciminotutti gli articoli dell'autore
Racconta con un fil di voce Antonello, 54 anni che da quando è in cassa integrazione ha dovuto ritirare il figlio grande dall’università. Per la più piccola, quindicenne, spesso non ci sono neppure i soldi per la merenda a scuola. «Andiamo avanti con i prestiti di amici e parenti, capisce fino a che punto mi sono dovuto umiliare?». Per questo l’unica polemica di dignità che gli è rimasta, parafrasando De Andrè, è quella di essere uno dei cinque “duri e puri” che imperterriti da oltre 146 giorni occupano l’isola dell’Asinara. I cassintegrati della Vinyls, il colosso della chimica ora fermo, stanno ottenendo solidarietà soprattutto sul web con la loro pagina Facebook (più di 30mila “amici”) e con il loro blog, nel quale raccontano giorno dopo giorno la dura vita di chi ha scelto di occupare pacificamente due luoghi simbolo della Sardegna (oltre all’isola dell’Asinara, la Torre Aragonese di Porto Torres) per vedere rispettato il basilare diritto al lavoro. Ieri un centinaio di rappresentanti degli stabilimenti di Marghera, Ravenna e Porto Torres sono giunti a Roma, sotto Montecitorio, per la mobilitazione organizzata dalla Cgil e dalla Filctem per dare una scossa alla vertenza della Vinyls. Il loro interlocutore naturale sarebbe il ministro allo sviluppo economico che però, come dice Pinuccio, «non c’è per problemi di casa». La questione è, quindi, tutta in mano a Berlusconi al quale si rivolge Alberto Morselli, segretario generale della Filctem-Cgil: «Se la chimica è strategica, come più volte detto a parole, il presidente del Consiglio lo dimostri una volta per tutte. Innanzitutto, chieda ad Eni di salvare Vinyls e di istruire un piano industriale di rilancio nel settore; faccia rispettare l'impegno di riavvio degli impianti assunto dai commissari straordinari; salvi i posti di lavoro e l'integrità del ciclo del cloro». «La previsione è che si ripartirebbe,- dice Morselli - dopo che anche gli arabi della Ramco hanno gettato la spugna, da un nuovo bando internazionale annunciato dal sottosegretario Saglia nell'incontro del 15 giugno scorso. Ma la gara sembra ancora tutta da scrivere. Ogni giorno che passa c'è il rischio che i commissari non abbiano neppure i soldi per pagare gli stipendi». Intanto gli operai restano in cassa integrazione e non mollano le occupazioni. A Porto Torres hanno piantato delle croci per terra, «perché la chiusura dell’azienda rappresenta la morte economica del territorio», spiega Pinuccio e gli fa eco Emanuele, «nel sassarese c’è una disoccupazione giovanile del 42%, se viene chiuso anche il nostro stabilimento sono altri giovani a spasso, esperti in chimica, mi dite dove si ricollocano?». «Cappellacci si deve prendere le sue responsabilità – dice Massimiliano - la Regione Sardegna ha il suo ruolo da giocare nella vertenza». Intanto mettono sul tavolo un dato: l’Italia l’anno scorso ha acquistato da Francia, Belgio, Inghilterra e Germania (paesi con il costo del lavoro uguale o superiore al nostro) 750 mila tonnellate di Pvc. Il mercato quindi per il prodotto della Vinyls c’è. «Ma com’è - si chiedono gli operai cassintegrati - che questo paese non ha una politica industriale?».
Racconta con un fil di voce Antonello, 54 anni che da quando è in cassa integrazione ha dovuto ritirare il figlio grande dall’università. Per la più piccola, quindicenne, spesso non ci sono neppure i soldi per la merenda a scuola. «Andiamo avanti con i prestiti di amici e parenti, capisce fino a che punto mi sono dovuto umiliare?». Per questo l’unica polemica di dignità che gli è rimasta, parafrasando De Andrè, è quella di essere uno dei cinque “duri e puri” che imperterriti da oltre 146 giorni occupano l’isola dell’Asinara. I cassintegrati della Vinyls, il colosso della chimica ora fermo, stanno ottenendo solidarietà soprattutto sul web con la loro pagina Facebook (più di 30mila “amici”) e con il loro blog, nel quale raccontano giorno dopo giorno la dura vita di chi ha scelto di occupare pacificamente due luoghi simbolo della Sardegna (oltre all’isola dell’Asinara, la Torre Aragonese di Porto Torres) per vedere rispettato il basilare diritto al lavoro. Ieri un centinaio di rappresentanti degli stabilimenti di Marghera, Ravenna e Porto Torres sono giunti a Roma, sotto Montecitorio, per la mobilitazione organizzata dalla Cgil e dalla Filctem per dare una scossa alla vertenza della Vinyls. Il loro interlocutore naturale sarebbe il ministro allo sviluppo economico che però, come dice Pinuccio, «non c’è per problemi di casa». La questione è, quindi, tutta in mano a Berlusconi al quale si rivolge Alberto Morselli, segretario generale della Filctem-Cgil: «Se la chimica è strategica, come più volte detto a parole, il presidente del Consiglio lo dimostri una volta per tutte. Innanzitutto, chieda ad Eni di salvare Vinyls e di istruire un piano industriale di rilancio nel settore; faccia rispettare l'impegno di riavvio degli impianti assunto dai commissari straordinari; salvi i posti di lavoro e l'integrità del ciclo del cloro». «La previsione è che si ripartirebbe,- dice Morselli - dopo che anche gli arabi della Ramco hanno gettato la spugna, da un nuovo bando internazionale annunciato dal sottosegretario Saglia nell'incontro del 15 giugno scorso. Ma la gara sembra ancora tutta da scrivere. Ogni giorno che passa c'è il rischio che i commissari non abbiano neppure i soldi per pagare gli stipendi». Intanto gli operai restano in cassa integrazione e non mollano le occupazioni. A Porto Torres hanno piantato delle croci per terra, «perché la chiusura dell’azienda rappresenta la morte economica del territorio», spiega Pinuccio e gli fa eco Emanuele, «nel sassarese c’è una disoccupazione giovanile del 42%, se viene chiuso anche il nostro stabilimento sono altri giovani a spasso, esperti in chimica, mi dite dove si ricollocano?». «Cappellacci si deve prendere le sue responsabilità – dice Massimiliano - la Regione Sardegna ha il suo ruolo da giocare nella vertenza». Intanto mettono sul tavolo un dato: l’Italia l’anno scorso ha acquistato da Francia, Belgio, Inghilterra e Germania (paesi con il costo del lavoro uguale o superiore al nostro) 750 mila tonnellate di Pvc. Il mercato quindi per il prodotto della Vinyls c’è. «Ma com’è - si chiedono gli operai cassintegrati - che questo paese non ha una politica industriale?».
lunedì 19 luglio 2010
Borsellino, l'ultimo Eroe...(l'ultima intervista...)
...ASCOLTATE QUESTA INTERVISTA!!!...OGGI SONO 18 ANNI CHE SE NE ANDATO,VOLEVA SCONFIGGERE LA MAFIA,INVECE ANCORA NON SI CAPISCE QUALE OSCURA FRANGIA DEI SERVIZI DEVIATI AIUTO' LA MAFIA PER UCCIDERLO...E SOPRATUTTO PERCHE' I SERVIZI AIUTARONO LA MAFIA?...COSA SAPEVA BORSELLINO?...IL 92 E L'ANNO DELLA COSTITUZIONE DI FORZA ITALIA, E SECONDO IL TRIBUNALE E L'ANNO IN CUI DELL'UTRI USCI DALLA MAFIA PER FONDARE FORZA ITALIA, INDOVINATE CON CHI?....IL NOSTRO CARO SILVIO....MA VA'!!!!....FORSE SAPEVA DEL PATTO STATO-MAFIA?....SAPEVA CHE FORZA ITALA ERA IL PARTITO CHE AVREBBE PORTATO MAFIOSI IN PARLAMENTO?....DOPO LUCCISIONE DI SALVO LIMA BORSELLINO DISSE CHE QUELL'OMICIDIO DIMOSTRAVA CHE ORA LA MAFIA NON VOLEVA PIU' AVERE POLITICI NEL LIBRO PAGA , MA ESSERE LORO STESSI I POLITICI.....AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA
lettera lavoratori polacchi ai lavoratori fiat
Colleghi di Fiat Italia, noi ammiriamo enormemente la vostra lotta contro gli attacchi alle vostre condizioni di lavoro e i vostri diritti fondamentali. Il licenziamento di Pino Capozzi mostra la vera natura dell'azienda per cui lavoriamo. E' un attacco al diritto basilare dei lavoratori di poter protestare e dissentire con le scelte della dirigenza. Stiamo assistendo alla crescita di un nuovo totalitarismo - quello che viene chiamato "Corporate Power". Nei luoghi in cui i lavoratori sono troppo deboli per resistere esso si configura come un vero e proprio sistema di terrore. Disgraziatamente i sindacati qui a Tychy hanno deciso che noi dobbiamo starcene tranquilli, da bravi servi, e pregare Fiat di non toglierci il lavoro. Ma alcuni di noi domani lavoreranno molto, molto lentamente. Sarà un piccolo segno di solidarietà verso di voi. Tychy, 15 luglio 2010
domenica 18 luglio 2010
TUTTI UNITI...COME IN UN SOL PUGNO!!!!
TUTTI IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO "BERLUSCHIONNE" UNITI COME IN UN SOL PUGNO!
17/07/2010 19:54 LAVORO - ITALIA
In questi mesi controlacrisi.org ha cercato di essere utile socialmente nella crisi cercando di raccontare le cose diversamente dai padroni e dalla stampa di regime. Da questo sito, in tempi non sospetti, abbiamo segnalato quanto avveniva sull'art 18, in Grecia e il drammatico evolversi della crisi fino al Golpe monetario ordito dalle tecnocrazie capitaliste e poteri forti. Abbiamo dato voce a tante realtà di lotta, sostenuto le campagne di solidarietà come la creazione di casse di resistenza, banchi alimentari, occupazioni di fabbriche. Abbiamo sostenuto i presidi di lotta con un principio semplice: nessuno deve restare solo nella crisi. Noi pensiamo che questa crisi sia costituente, che il problema che abbiamo davanti non si chiama solo Berlusconi ma anche Marchionne e le politiche europee che porteranno a breve all'approvazione del nuovo patto di stabilità che noi abbiamo definito golpe monetario. Certo che Berlusconi ed il suo governo devono essere mandati a casa nel più breve tempo possibile. Ma l'opposizione non può essere strabica e schierarsi, come ha fatto il PD, con il ricatto di Marchionne o approvare il massacro sociale che si sta compiendo a Bruxelles con il nuovo patto di stabilità, come fa l'IDV. Per noi lotte sociali e difesa della costituzione sono una sola cosa, non uno spot utilizzabile a seconda delle convenienze. Siamo sicuri che non basta una manifestazione per riprendere in mano il nostro destino, occorre soprattutto rimettere in piedi quel sentimento di solidarietà che il movimento operaio ha sviluppato nel corso della sua storia. Senza deleghe riattivando il protagonismo dei lavoratori. Solidarietà e lotta di classe sono fattori vigorosi che quando si attivano fanno tremare i polsi ai padroni e banchieri, perché impongono ai soggetti sociali intermedi, come partiti e sindacati, di essere strumenti per lottare e non soggetti separati dai bisogni dei lavoratori. Una manifestazione a settembre di tutte le realtà di lotta può essere un buon inizio, qualcosa che lascerebbe il segno e farebbe capire a molti che in questo paese ci sono decine di migliaia di lavoratori che non si piegano. Chiediamo a tutti i presidi in lotta, a tutti i lavoratori e lavoratrici di iniziare a riflettere seriamente sulla necessità di costruire un appuntamento di questo tipo. Dopo Pomigliano nulla sarà come prima o lottiamo tutti per tutti o non si salverà nessuno.
17/07/2010 19:54 LAVORO - ITALIA
In questi mesi controlacrisi.org ha cercato di essere utile socialmente nella crisi cercando di raccontare le cose diversamente dai padroni e dalla stampa di regime. Da questo sito, in tempi non sospetti, abbiamo segnalato quanto avveniva sull'art 18, in Grecia e il drammatico evolversi della crisi fino al Golpe monetario ordito dalle tecnocrazie capitaliste e poteri forti. Abbiamo dato voce a tante realtà di lotta, sostenuto le campagne di solidarietà come la creazione di casse di resistenza, banchi alimentari, occupazioni di fabbriche. Abbiamo sostenuto i presidi di lotta con un principio semplice: nessuno deve restare solo nella crisi. Noi pensiamo che questa crisi sia costituente, che il problema che abbiamo davanti non si chiama solo Berlusconi ma anche Marchionne e le politiche europee che porteranno a breve all'approvazione del nuovo patto di stabilità che noi abbiamo definito golpe monetario. Certo che Berlusconi ed il suo governo devono essere mandati a casa nel più breve tempo possibile. Ma l'opposizione non può essere strabica e schierarsi, come ha fatto il PD, con il ricatto di Marchionne o approvare il massacro sociale che si sta compiendo a Bruxelles con il nuovo patto di stabilità, come fa l'IDV. Per noi lotte sociali e difesa della costituzione sono una sola cosa, non uno spot utilizzabile a seconda delle convenienze. Siamo sicuri che non basta una manifestazione per riprendere in mano il nostro destino, occorre soprattutto rimettere in piedi quel sentimento di solidarietà che il movimento operaio ha sviluppato nel corso della sua storia. Senza deleghe riattivando il protagonismo dei lavoratori. Solidarietà e lotta di classe sono fattori vigorosi che quando si attivano fanno tremare i polsi ai padroni e banchieri, perché impongono ai soggetti sociali intermedi, come partiti e sindacati, di essere strumenti per lottare e non soggetti separati dai bisogni dei lavoratori. Una manifestazione a settembre di tutte le realtà di lotta può essere un buon inizio, qualcosa che lascerebbe il segno e farebbe capire a molti che in questo paese ci sono decine di migliaia di lavoratori che non si piegano. Chiediamo a tutti i presidi in lotta, a tutti i lavoratori e lavoratrici di iniziare a riflettere seriamente sulla necessità di costruire un appuntamento di questo tipo. Dopo Pomigliano nulla sarà come prima o lottiamo tutti per tutti o non si salverà nessuno.
altri 2 morti sul lavoro!!!!
(ANSA) - SIRACUSA, 17 LUGLIO - Un 64enne, Emanuele Faraci, originario di Floridia (Siracusa), e' morto dopo essere caduto all'interno di un pozzo di 15 metri. Secondo le ricostruzioni l'uomo stava lavorando nel pozzo che si trova all'interno di un locale annesso a una cascina in un fondo coltivato quando, per cause da accertare, e' precipitato dentro la cavita'. Un elettricista di 60 anni ha invece perso la vita a Ponte a Cappiano, nel comune di Fucecchio (Firenze). Sarebbe stato ucciso da una scarica elettrica.
venerdì 16 luglio 2010
il commento indegno di angeletti,dopo licenziamenti di melfi
PUNIRE I LAVORATORI CHE NON SI PIEGANO? UNA GIUSTA CAUSA - "FIAT: ANGELETTI, SE LICENZIAMENTI CI SARÀ GIUSTA CAUSA"
15/07/2010 12:37 LAVORO - ITALIA
«In Italia i licenziamenti sono vietati se non per giusta causa. Giusto? Vero?». È il commento vergognoso del leader della Uil, Luigi Angeletti, al licenziamento da parte di Fiat di delegati della Fiom.
15/07/2010 12:37 LAVORO - ITALIA
«In Italia i licenziamenti sono vietati se non per giusta causa. Giusto? Vero?». È il commento vergognoso del leader della Uil, Luigi Angeletti, al licenziamento da parte di Fiat di delegati della Fiom.
manovra si del senato....
Manovra, sì del Senato alla fiducia. Il testo ora passerà alla Camera
15/07/2010 12:48 POLITICA - ITALIA
ROMA - lastampa.it Via libera nell’Aula del Senato alla manovra economica. Il testo è passato con il voto di fiducia: ora verrà convertito in legge ed entro fine luglio passerà all’esame della Camera per la seconda lettura. A Montecitorio il testo arriva blindato, e dovrebbe essere approvato senza modifiche e con un altro voto di fiducia entro fine mese. Il ministro dell'economia Giulio Tremonti si è recato a Palazzo Madama e ha assistito alle dichiarazioni di voto. I voti favorevoli sono stati 170, i contrari 136. Pdl, Lega e Mpa hanno votato a favore. Pd, Idv, Udc, Api e Svp hanno votato contro. I senatori a vita non hanno partecipato al voto. Per il senatore Pdl Maurizio Gasparri «grazie alla manovra apriremo una stagione di crescita e sviluppo». Il presidente dei senatori Pdl ha inoltre sottolineato «il forte consenso delle parti sociali». Di parere totalmente opposto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che si è fatta portavoce del dissesnso del proprio partito: «Questa manovra è fortemente iniqua e recessiva destinata ad impoverire il Paese di ogni prospettiva di crescita e sviluppo». La fotocopia della prima pagina dell’Unità, un fotomontagggio con tre birilli a terra e la faccia dei membri del governo dimessisi (Scajola, Brancher e Cosentino) e la scritta a caratteri cubitali «E tre» è stata mostrata nell’ Aula del Senato dai senatori dell’ Idv Stefano Pedica e Giuseppe Caforio mentre si svolgeva la chiama per il voto di fiducia alla manovra. Schifani ha invitato i due senatori a deporre il foglio e non disturbare. Nel suo intervento, Alfonso Mascitelli ha annunciato il voto contrario dell'Italia dei Valori: «La fiducia è l’ennesima menzogna che si sta propinando al nostro Paese, perchè non potrà stabilizzare i conti pubblici». Anche Api ha votato no. Idem l' Udc. Ad annunciarlo è stato il senatore D'Alia: «La fiducia non è atto di coraggio o di forza, è figlia della soggezione politica e della schiavitù a una piccola parte del Paese. La fiducia che votate oggi è un atto di sottomissione al vero padrone del governo, cioè alla Lega Nord». L'unico capitolo che incontra il favore dell'Udc è quello sull'adeguamento automatico dell'età pensionabile alla speranza di vita. Confermerà, invece, la propria fiducia l'Mpa. «Pacta sunt servanda e quindi questa volta votiamo la fiducia al governo». Queste le parole con cui il senatore Giovanni Pistorio ha espresso l'approvazione del proprio partito al maxiemendamento.
15/07/2010 12:48 POLITICA - ITALIA
ROMA - lastampa.it Via libera nell’Aula del Senato alla manovra economica. Il testo è passato con il voto di fiducia: ora verrà convertito in legge ed entro fine luglio passerà all’esame della Camera per la seconda lettura. A Montecitorio il testo arriva blindato, e dovrebbe essere approvato senza modifiche e con un altro voto di fiducia entro fine mese. Il ministro dell'economia Giulio Tremonti si è recato a Palazzo Madama e ha assistito alle dichiarazioni di voto. I voti favorevoli sono stati 170, i contrari 136. Pdl, Lega e Mpa hanno votato a favore. Pd, Idv, Udc, Api e Svp hanno votato contro. I senatori a vita non hanno partecipato al voto. Per il senatore Pdl Maurizio Gasparri «grazie alla manovra apriremo una stagione di crescita e sviluppo». Il presidente dei senatori Pdl ha inoltre sottolineato «il forte consenso delle parti sociali». Di parere totalmente opposto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che si è fatta portavoce del dissesnso del proprio partito: «Questa manovra è fortemente iniqua e recessiva destinata ad impoverire il Paese di ogni prospettiva di crescita e sviluppo». La fotocopia della prima pagina dell’Unità, un fotomontagggio con tre birilli a terra e la faccia dei membri del governo dimessisi (Scajola, Brancher e Cosentino) e la scritta a caratteri cubitali «E tre» è stata mostrata nell’ Aula del Senato dai senatori dell’ Idv Stefano Pedica e Giuseppe Caforio mentre si svolgeva la chiama per il voto di fiducia alla manovra. Schifani ha invitato i due senatori a deporre il foglio e non disturbare. Nel suo intervento, Alfonso Mascitelli ha annunciato il voto contrario dell'Italia dei Valori: «La fiducia è l’ennesima menzogna che si sta propinando al nostro Paese, perchè non potrà stabilizzare i conti pubblici». Anche Api ha votato no. Idem l' Udc. Ad annunciarlo è stato il senatore D'Alia: «La fiducia non è atto di coraggio o di forza, è figlia della soggezione politica e della schiavitù a una piccola parte del Paese. La fiducia che votate oggi è un atto di sottomissione al vero padrone del governo, cioè alla Lega Nord». L'unico capitolo che incontra il favore dell'Udc è quello sull'adeguamento automatico dell'età pensionabile alla speranza di vita. Confermerà, invece, la propria fiducia l'Mpa. «Pacta sunt servanda e quindi questa volta votiamo la fiducia al governo». Queste le parole con cui il senatore Giovanni Pistorio ha espresso l'approvazione del proprio partito al maxiemendamento.
mercoledì 14 luglio 2010
licenziati delegati della fiom allo stabilimento di melfi
Fiat Melfi, licenziati tre operai. Due sono delegati Fiom
Tre operai del reparto montaggio dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat - dove si produce la Punto Evo - sono stati licenziati dall'azienda, che li ha sospesi giovedì scorso con l'accusa di aver ostacolato il percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno. Dei tre operai, uno ha ricevuto stamani, attraverso un telegramma, la comunicazione del licenziamento; gli altri due, che sono delegati della Fiom, non hanno ancora ricevuto finora alcuna comunicazione, ma i dirigenti della loro organizzazione sono sicuri del provvedimento.La sospensione fu decisa perchè il blocco del carrello robotizzato, secondo l'azienda, impediva ad altri operai, che non partecipavano allo sciopero e al corteo interno, di lavorare. I tre operai licenziati circa un'ora fa sono saliti sulla «Porta Venosina», un antico monumento situato a Melfi, nel centro storico. Emanuele De Nicola, segretario regionale della Basilicata della Fiom, ha annunciato che la manifestazione in programma venerdì prossimo, 16 luglio - con sciopero di otto ore anche nelle fabbriche dell'indotto - si svolgerà non più a Potenza ma proprio a Melfi. Un corteo raggiungerà la Porta Venosina partendo da una delle piazze principali della città.«La Fiat è passata dal ricatto alla rappresaglia e alle intimidazioni ai lavoratori»: lo sostiene il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. «Dopo il licenziamento di ieri a Mirafiori del giovane impiegato, oggi il provvedimento - spiega - è toccato all'operaio iscritto alla Fiom di Melfi. Un atto che prelude probabilmente anche al licenziamento dei due delegati dei metalmeccanici Cgil tutt'ora sospesi dal lavoro. Mentre continuano gli scioperi articolati dei turni nello stabilimento della Basilicata, i tre lavoratori sono saliti sulla Porta Venosina, monumento storico al centro di Melfi.» «A questo punto, lo sciopero di 4 ore del 16 luglio assume un'importanza ancora maggiore.» «Servirebbe un ritorno alla saggezza e responsabilità da parte dell'Azienda perchè, per affrontare la gravissima crisi in atto, c'è bisogno - aggiunge Landini - del consenso di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo e del confronto paritario con tutte le Organizzazioni Sindacali. Inoltre, sarebbe ora che anche il Governo e le forze politiche si rendessero conto che Pomigliano non è un caso isolato, come la Fiom sostiene da tempo.»
Tre operai del reparto montaggio dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat - dove si produce la Punto Evo - sono stati licenziati dall'azienda, che li ha sospesi giovedì scorso con l'accusa di aver ostacolato il percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno. Dei tre operai, uno ha ricevuto stamani, attraverso un telegramma, la comunicazione del licenziamento; gli altri due, che sono delegati della Fiom, non hanno ancora ricevuto finora alcuna comunicazione, ma i dirigenti della loro organizzazione sono sicuri del provvedimento.La sospensione fu decisa perchè il blocco del carrello robotizzato, secondo l'azienda, impediva ad altri operai, che non partecipavano allo sciopero e al corteo interno, di lavorare. I tre operai licenziati circa un'ora fa sono saliti sulla «Porta Venosina», un antico monumento situato a Melfi, nel centro storico. Emanuele De Nicola, segretario regionale della Basilicata della Fiom, ha annunciato che la manifestazione in programma venerdì prossimo, 16 luglio - con sciopero di otto ore anche nelle fabbriche dell'indotto - si svolgerà non più a Potenza ma proprio a Melfi. Un corteo raggiungerà la Porta Venosina partendo da una delle piazze principali della città.«La Fiat è passata dal ricatto alla rappresaglia e alle intimidazioni ai lavoratori»: lo sostiene il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. «Dopo il licenziamento di ieri a Mirafiori del giovane impiegato, oggi il provvedimento - spiega - è toccato all'operaio iscritto alla Fiom di Melfi. Un atto che prelude probabilmente anche al licenziamento dei due delegati dei metalmeccanici Cgil tutt'ora sospesi dal lavoro. Mentre continuano gli scioperi articolati dei turni nello stabilimento della Basilicata, i tre lavoratori sono saliti sulla Porta Venosina, monumento storico al centro di Melfi.» «A questo punto, lo sciopero di 4 ore del 16 luglio assume un'importanza ancora maggiore.» «Servirebbe un ritorno alla saggezza e responsabilità da parte dell'Azienda perchè, per affrontare la gravissima crisi in atto, c'è bisogno - aggiunge Landini - del consenso di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo e del confronto paritario con tutte le Organizzazioni Sindacali. Inoltre, sarebbe ora che anche il Governo e le forze politiche si rendessero conto che Pomigliano non è un caso isolato, come la Fiom sostiene da tempo.»
competenze 1°livello
Primo livello
A questo livello appartengono i lavoratori con funzioni ad alto contenuto professionale anche con responsabilità di direzione
esecutiva, che sovraintendono alle unità produttive o ad una funzione organizzativa con carattere di iniziativa e di
autonomia operativa nell’ambito delle responsabilità ad essi delegate, e cioè:
1. capo di servizio e di ufficio tecnico, amministrativo, commerciale (vendita o acquisti), legale; capo centro EDP;
2. gestore o gerente di negozio, di filiale, o di supermercato alimentare anche se integrato in un grande magazzino o
magazzino a prezzo unico;
3. responsabile laureato in chimica – farmacia previsto dalle leggi sanitarie per magazzini all’ingrosso di prodotti
farmaceutici e specialità medicinali;
4. analista sistemista;
5. gerente o capo di officina o di sede assistenziale con la completa responsabilità sia tecnica che amministrativa;
6. responsabile di elaborazione e realizzazione di progetti;
7. responsabile marketing nelle aziende di pubblicità;
8. responsabile pubbliche relazioni nelle aziende di pubblicità;
9. responsabile ricerche di mercato nelle aziende di pubblicità;
10. responsabile ufficio studi nelle aziende di pubblicità;
11. responsabile commerciale testate nelle concessionarie di pubblicità con compiti di promozione, coordinamento,
supporto e controlli produttori;
12. copywriter nelle agenzie di pubblicità;
13. art director nelle agenzie di pubblicità;
14. producer-tv-cine-radio nelle agenzie di pubblicità;
15. account executive nelle agenzie di pubblicità;
16. media planner nelle agenzie di pubblicità;
17. pubblic relation executive nelle agenzie di pubblicità;
18. research executive nelle agenzie di pubblicità;
19. tecnico stampa responsabile di un servizio produzione nelle agenzie di pubblicità;
20. product manager;
21. coordinatore di prodotto nelle aziende di ricerche di mercato;
22. esperto di sviluppo organizzativo;
23. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
A questo livello appartengono i lavoratori con funzioni ad alto contenuto professionale anche con responsabilità di direzione
esecutiva, che sovraintendono alle unità produttive o ad una funzione organizzativa con carattere di iniziativa e di
autonomia operativa nell’ambito delle responsabilità ad essi delegate, e cioè:
1. capo di servizio e di ufficio tecnico, amministrativo, commerciale (vendita o acquisti), legale; capo centro EDP;
2. gestore o gerente di negozio, di filiale, o di supermercato alimentare anche se integrato in un grande magazzino o
magazzino a prezzo unico;
3. responsabile laureato in chimica – farmacia previsto dalle leggi sanitarie per magazzini all’ingrosso di prodotti
farmaceutici e specialità medicinali;
4. analista sistemista;
5. gerente o capo di officina o di sede assistenziale con la completa responsabilità sia tecnica che amministrativa;
6. responsabile di elaborazione e realizzazione di progetti;
7. responsabile marketing nelle aziende di pubblicità;
8. responsabile pubbliche relazioni nelle aziende di pubblicità;
9. responsabile ricerche di mercato nelle aziende di pubblicità;
10. responsabile ufficio studi nelle aziende di pubblicità;
11. responsabile commerciale testate nelle concessionarie di pubblicità con compiti di promozione, coordinamento,
supporto e controlli produttori;
12. copywriter nelle agenzie di pubblicità;
13. art director nelle agenzie di pubblicità;
14. producer-tv-cine-radio nelle agenzie di pubblicità;
15. account executive nelle agenzie di pubblicità;
16. media planner nelle agenzie di pubblicità;
17. pubblic relation executive nelle agenzie di pubblicità;
18. research executive nelle agenzie di pubblicità;
19. tecnico stampa responsabile di un servizio produzione nelle agenzie di pubblicità;
20. product manager;
21. coordinatore di prodotto nelle aziende di ricerche di mercato;
22. esperto di sviluppo organizzativo;
23. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
martedì 13 luglio 2010
Hasta Siempre Comandante Che Guevara
IN QUESTA CANZONE CI SONO DELLE PAROLE CHE TOCCANO IL CUORE E I SENTIMENTI DI OGNI UNO DI NOI....IN QUESTO MOMENTO IN CUI IL GOVERNO CI ATTACCA IN TUTTI I MODI RICERCHIAMO IN QUESTE PAROLE LA FORZA DI COMBATTERE PER UNA NOSTRA DIGNITA' DI LAVORATORI E DI ESSERI UMANI...PER ESSERE DEI BUONI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI"BISOGNA SENTIRE NEL PROFONDO QUALSIASI INGIUSTIZIA COMMESSA CONTRO CHIUNQUE E IN QUALUNQUE POSTO DI LAVORO"
lunedì 12 luglio 2010
competenze 2°livello
Secondo livello
Appartengono a questo livello i lavoratori di concetto che svolgono compiti operativamente autonomi e/o con funzioni di
coordinamento e controllo, nonchè il personale che esplica la propria attività con carattere di creatività nell’ambito di una
specifica professionalità tecnica e/o scientifica, e cioè:
1. ispettore;
2. cassiere principale che sovraintenda a più casse;
3. propagandista scientifico;
4. corrispondente di concetto con o senza conoscenza di lingue estere;
5. addetto alla esecuzione di progetti o di parti di essi;
6. capo di reparto o settore anche se non addetto ad operazioni di vendita;
7. contabile con mansioni di concetto;
8. segretario di direzione con mansioni di concetto;
9. consegnatario responsabile di magazzino;
10. agente acquisitore nelle aziende di legname;
11. agente esterno consegnatario delle merci;
12. determinatore di costi;
13. estimatore nelle aziende di arte e antichità;
14. spedizioniere patentato;
15. enotecnico diplomato, enologo e tecnico oleario;
16. chimico di laboratorio;
17. capitano di rimorchiatore;
18. tecnico chimico anche con funzioni di vendita nel settore commercio chimico;
19. interprete o traduttore simultaneo;
20. creatore di bozzetti, creatore-redattore di testi pubblicitari;
21. collaudatore e/o accettatore: il lavoratore che in piena autonomia provvede ad effettuare la prova e la diagnosi
dell’autoveicolo, predispone il piano di lavorazione, effettua il controllo di accettazione e quello di delibera, provvede a
valutare il costo della riparazione e ad intrattenere con la clientela rapporti rappresentativi nell’ambito della sua specifica
funzione;
22. impaginatore di concessionarie di pubblicità che definisce il menabò di impaginazione del giornale o strumento
equivalente, in contatto o collegamento con la redazione dell’editore anche tramite sua tipografia;
23. segretario di produzione di concessionarie di pubblicità con mansioni di concetto e funzioni di coordinamento e
controllo;
24. programmatore di pubblicità cinema nelle concessionarie di pubblicità;
25. art-buyer nelle agenzie di pubblicità;
26. organizzatore traffic (progress) nelle agenzie di pubblicità;
27. visualizer nelle agenzie di pubblicità;
28. assistente copywriter nelle agenzie di pubblicità;
29. assistente art director nelle agenzie di pubblicità;
30. assistente account executive nelle agenzie di pubblicità;
31. assistente media planner nelle agenzie di pubblicità;
32. tecnico stampa nelle agenzie di pubblicità;
33. capo piazzale: coordina su specifico incarico del gestore il personale e le vendite in quegli impianti che per
struttura ed importanza richiedono tale funzione; svolge inoltre le normali mansioni di pompista specializzato;
34. programmatore analista;
35. programmatore di officina: il lavoratore che svolge congiuntamente i seguenti compiti: coordina l’attività di più
linee di accettazione e, sulla base di piani di lavorazione sulle singole commesse predisposte dai vari accettatori, pianifica,
in piena autonomia operativa, l’attività dell’officina, ne predispone il piano di lavoro stabilendo la sequenza degli interventi
sui singoli autoveicoli, determina autonomamente i relativi tempi di consegna e fornisce i dati e le relative imputazioni dei
costi per la contabilità di officina;
36. supervisore di processo nelle aziende di ricerche di mercato;
37. supervisore di rilevazione nelle aziende di ricerche di mercato;
38. assistente del product manager;
39. internal auditor;
40. EDP auditor;
41. specialista di controllo di qualità;
42. revisore contabile;
43. analista di procedure organizzative;
44. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
Appartengono a questo livello i lavoratori di concetto che svolgono compiti operativamente autonomi e/o con funzioni di
coordinamento e controllo, nonchè il personale che esplica la propria attività con carattere di creatività nell’ambito di una
specifica professionalità tecnica e/o scientifica, e cioè:
1. ispettore;
2. cassiere principale che sovraintenda a più casse;
3. propagandista scientifico;
4. corrispondente di concetto con o senza conoscenza di lingue estere;
5. addetto alla esecuzione di progetti o di parti di essi;
6. capo di reparto o settore anche se non addetto ad operazioni di vendita;
7. contabile con mansioni di concetto;
8. segretario di direzione con mansioni di concetto;
9. consegnatario responsabile di magazzino;
10. agente acquisitore nelle aziende di legname;
11. agente esterno consegnatario delle merci;
12. determinatore di costi;
13. estimatore nelle aziende di arte e antichità;
14. spedizioniere patentato;
15. enotecnico diplomato, enologo e tecnico oleario;
16. chimico di laboratorio;
17. capitano di rimorchiatore;
18. tecnico chimico anche con funzioni di vendita nel settore commercio chimico;
19. interprete o traduttore simultaneo;
20. creatore di bozzetti, creatore-redattore di testi pubblicitari;
21. collaudatore e/o accettatore: il lavoratore che in piena autonomia provvede ad effettuare la prova e la diagnosi
dell’autoveicolo, predispone il piano di lavorazione, effettua il controllo di accettazione e quello di delibera, provvede a
valutare il costo della riparazione e ad intrattenere con la clientela rapporti rappresentativi nell’ambito della sua specifica
funzione;
22. impaginatore di concessionarie di pubblicità che definisce il menabò di impaginazione del giornale o strumento
equivalente, in contatto o collegamento con la redazione dell’editore anche tramite sua tipografia;
23. segretario di produzione di concessionarie di pubblicità con mansioni di concetto e funzioni di coordinamento e
controllo;
24. programmatore di pubblicità cinema nelle concessionarie di pubblicità;
25. art-buyer nelle agenzie di pubblicità;
26. organizzatore traffic (progress) nelle agenzie di pubblicità;
27. visualizer nelle agenzie di pubblicità;
28. assistente copywriter nelle agenzie di pubblicità;
29. assistente art director nelle agenzie di pubblicità;
30. assistente account executive nelle agenzie di pubblicità;
31. assistente media planner nelle agenzie di pubblicità;
32. tecnico stampa nelle agenzie di pubblicità;
33. capo piazzale: coordina su specifico incarico del gestore il personale e le vendite in quegli impianti che per
struttura ed importanza richiedono tale funzione; svolge inoltre le normali mansioni di pompista specializzato;
34. programmatore analista;
35. programmatore di officina: il lavoratore che svolge congiuntamente i seguenti compiti: coordina l’attività di più
linee di accettazione e, sulla base di piani di lavorazione sulle singole commesse predisposte dai vari accettatori, pianifica,
in piena autonomia operativa, l’attività dell’officina, ne predispone il piano di lavoro stabilendo la sequenza degli interventi
sui singoli autoveicoli, determina autonomamente i relativi tempi di consegna e fornisce i dati e le relative imputazioni dei
costi per la contabilità di officina;
36. supervisore di processo nelle aziende di ricerche di mercato;
37. supervisore di rilevazione nelle aziende di ricerche di mercato;
38. assistente del product manager;
39. internal auditor;
40. EDP auditor;
41. specialista di controllo di qualità;
42. revisore contabile;
43. analista di procedure organizzative;
44. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
domenica 11 luglio 2010
i primi deportati...i 250 eritrei...che vergogna!!!!
Gli eritrei prigionieri: «3 rapiti dalle guardie»
«Il governo italiano dovrebbe offrire immediatamente accoglienza ad almeno 11 eritrei che aveva respinto in precedenza in Libia». Con un comunicato molto duro nei confronti del nostro paese, anche Human Rights Watch (Hrw) entra nella vicenda dei 205 cittadini eritrei rinchiusi dal 30 giugno nel campo di detenzione di Braq, nel sud della Libia, dove sono stati condotti dalle autorità della Jamahiriya con un viaggio in camion-container durato circa 12 ore.L’organizzazione statunitense per la difesa dei diritti umani sottolinea come «l’Italia non ha mai dato a questi individui la possibilità di chiedere asilo e adesso questi corrono il rischio di ritrovarsi scaricati nel deserto o deportati in Eritrea». Hrw entra poi nel merito del presunto accordo siglato mercoledì per la liberazione dei 205 ragazzi, che prevederebbe un permesso di residenza e un impiego in un programma di lavori socialmente utili in Libia in cambio dell’identificazione. Un accordo che, come già scritto da questo giornale, non è stato in realtà mai concluso, semplicemente perché nessuno ha mai interpellatoin proposito i cittadini eritrei rinchiusi a Braq. «Il governo eritreo considera coloro che scappano dal paese come dei traditori. Che la Libia richieda loro di fornire al governo da cui sono scappati le proprie generalità, dimostra che sono in pericolo anche in Libia».Negli ultimi giorni, il governo italiano ha espresso soddisfazione per il presunto accordo raggiunto, sottolineando come 140 detenuti avrebbero già firmato i moduli richiesti. La cifra è stata fornita dall’ufficio di Tripoli dell’Organizzazioneinternazionale per le migrazioni (Oim), che ha avuto un ruolo di supervisione nei negoziati tra diplomatici eritrei e funzionari libici. Come spiegano gli stessi detenuti di Braq, che hanno deciso in blocco di rifiutare l’offerta libica (peraltromai avanzata ufficialmente), «140 è il numero delle persone che avevano firmato i moduli sotto minaccia quando erano nel campo di Misratah».È stata proprio la richiesta di firmare i formulari in tigrino (la lingua che si parla in Eritrea) a scatenare le resistenze dei richiedenti asilo e a suscitare la violenta reazione libica, con la deportazione di massa nel campo in mezzo al Sahara, in vista di una possibile rimpatrio nel paese del Corno d’Africa. Non tuttii 140 che hanno riempito i formulari sono adesso a Braq. Alcuni sono rimasti a Misratah, altri sono fuggiti dal campo durante i tumulti. «Una novantina sono qui tra noi. Ma hanno firmato sotto minaccia: non lo hanno fatto volontariamente», racconta un portavoce al telefono.Anche su questo punto, Human rights watch punta il dito contro Tripoli. L’organizzazione denuncia che «le autorità libiche stanno usando mezzi durissimi sui detenuti per costringerli a firmare i moduli. Il 7 luglio, un gruppo rimastro a Misratah, composto da 31 uomini, 13 donne e 7 bambini, ha detto di essere stato picchiato dopo aver rifiutato nuovamente di riempire i moduli».A Braq nessuno ha ancora chiesto ai 205 reclusi di riempire i formulari, anche se stanno accadendo altri episodi inquietanti. Ieri mattina, tre ragazzi sono stati chiamati per nome e prelevati dalle guardie. «Non abbiamo più saputo niente diloro», racconta al telefono uno dei detenuti. «Temiamo che possano avergli fatto male». I tre desaparecidos si aggiungono ad altri due che sono stati prelevati venerdì scorso dalle guardie e da allora non hanno più fatto ritorno. Sono quindi 200 i detenuti rinchiusi nelle celle di Braq e 5 «gli scomparsi».Sul fronte italiano, si segnala la risposta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a una lettera-appello inviatagli dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) la settimana scorsa. «Il capo dello Stato - ha detto il direttore del Cir Christopher Hein - afferma che la vicenda continuerà a essere seguita conla dovuta urgenza, nell'auspicio che possano essere rapidamente chiarite le ragioni che hanno determinato la richiesta di aiuto dei rifugiati eritrei e che sia fatta luce sulle condizioni della loro permanenza presso i campi profughi della Libia».
«Il governo italiano dovrebbe offrire immediatamente accoglienza ad almeno 11 eritrei che aveva respinto in precedenza in Libia». Con un comunicato molto duro nei confronti del nostro paese, anche Human Rights Watch (Hrw) entra nella vicenda dei 205 cittadini eritrei rinchiusi dal 30 giugno nel campo di detenzione di Braq, nel sud della Libia, dove sono stati condotti dalle autorità della Jamahiriya con un viaggio in camion-container durato circa 12 ore.L’organizzazione statunitense per la difesa dei diritti umani sottolinea come «l’Italia non ha mai dato a questi individui la possibilità di chiedere asilo e adesso questi corrono il rischio di ritrovarsi scaricati nel deserto o deportati in Eritrea». Hrw entra poi nel merito del presunto accordo siglato mercoledì per la liberazione dei 205 ragazzi, che prevederebbe un permesso di residenza e un impiego in un programma di lavori socialmente utili in Libia in cambio dell’identificazione. Un accordo che, come già scritto da questo giornale, non è stato in realtà mai concluso, semplicemente perché nessuno ha mai interpellatoin proposito i cittadini eritrei rinchiusi a Braq. «Il governo eritreo considera coloro che scappano dal paese come dei traditori. Che la Libia richieda loro di fornire al governo da cui sono scappati le proprie generalità, dimostra che sono in pericolo anche in Libia».Negli ultimi giorni, il governo italiano ha espresso soddisfazione per il presunto accordo raggiunto, sottolineando come 140 detenuti avrebbero già firmato i moduli richiesti. La cifra è stata fornita dall’ufficio di Tripoli dell’Organizzazioneinternazionale per le migrazioni (Oim), che ha avuto un ruolo di supervisione nei negoziati tra diplomatici eritrei e funzionari libici. Come spiegano gli stessi detenuti di Braq, che hanno deciso in blocco di rifiutare l’offerta libica (peraltromai avanzata ufficialmente), «140 è il numero delle persone che avevano firmato i moduli sotto minaccia quando erano nel campo di Misratah».È stata proprio la richiesta di firmare i formulari in tigrino (la lingua che si parla in Eritrea) a scatenare le resistenze dei richiedenti asilo e a suscitare la violenta reazione libica, con la deportazione di massa nel campo in mezzo al Sahara, in vista di una possibile rimpatrio nel paese del Corno d’Africa. Non tuttii 140 che hanno riempito i formulari sono adesso a Braq. Alcuni sono rimasti a Misratah, altri sono fuggiti dal campo durante i tumulti. «Una novantina sono qui tra noi. Ma hanno firmato sotto minaccia: non lo hanno fatto volontariamente», racconta un portavoce al telefono.Anche su questo punto, Human rights watch punta il dito contro Tripoli. L’organizzazione denuncia che «le autorità libiche stanno usando mezzi durissimi sui detenuti per costringerli a firmare i moduli. Il 7 luglio, un gruppo rimastro a Misratah, composto da 31 uomini, 13 donne e 7 bambini, ha detto di essere stato picchiato dopo aver rifiutato nuovamente di riempire i moduli».A Braq nessuno ha ancora chiesto ai 205 reclusi di riempire i formulari, anche se stanno accadendo altri episodi inquietanti. Ieri mattina, tre ragazzi sono stati chiamati per nome e prelevati dalle guardie. «Non abbiamo più saputo niente diloro», racconta al telefono uno dei detenuti. «Temiamo che possano avergli fatto male». I tre desaparecidos si aggiungono ad altri due che sono stati prelevati venerdì scorso dalle guardie e da allora non hanno più fatto ritorno. Sono quindi 200 i detenuti rinchiusi nelle celle di Braq e 5 «gli scomparsi».Sul fronte italiano, si segnala la risposta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a una lettera-appello inviatagli dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) la settimana scorsa. «Il capo dello Stato - ha detto il direttore del Cir Christopher Hein - afferma che la vicenda continuerà a essere seguita conla dovuta urgenza, nell'auspicio che possano essere rapidamente chiarite le ragioni che hanno determinato la richiesta di aiuto dei rifugiati eritrei e che sia fatta luce sulle condizioni della loro permanenza presso i campi profughi della Libia».
COMPETENZE DEL 3° LIVELLO
Terzo livello
A questo livello appartengono i lavoratori che svolgono mansioni di concetto o prevalentemente tali che comportino
particolari conoscenze tecniche ed adeguata esperienza, e i lavoratori specializzati provetti che, in condizioni di autonomia
operativa nell’ambito delle proprie mansioni, svolgono lavori che comportano una specifica ed adeguata capacità
professionale acquisita mediante approfondita preparazione teorica e tecnico-pratica comunque conseguita, e cioè:
1. steno-dattilografo in lingue estere;
2. disegnatore tecnico;
3. figurinista;
4. vetrinista;
5. creatore o redattore di rapporti negli istituti di informazioni commerciali, con discrezionalità di valutazione dei dati
informativi;
6. commesso stimatore di gioielleria;
7. ottico diplomato da scuola riconosciuta a norma dell’ art. 140, R.D. 27 luglio 1934, n. 1265; ottico patentato a
norma degli artt. 30, 31, 32 R.D. 31 maggio 1928, n. 1334;
8. meccanico ortopedico ed ernista munito di patente a norma di legge;
9. commesso di libreria che abbia la responsabilità tecnica per il rifornimento librario della azienda o di un reparto di
essa, che sappia provvedere alla corrispondenza inerente al rifornimento stesso e che abbia sufficiente conoscenza di una
lingua estera e della bibliografia;
10. addetto a pratiche doganali e valutarie;
11. operaio specializzato provetto;
12. addetto alla vendita di autoveicoli con funzioni di stima dell’usato;
13. operaio specializzato provetto nel settore automobilistico: il meccanico riparatore di gruppo/i (elettrico e/o
meccanico e/o idraulico e/o alimentazione), nonchè l’addetto alla carrozzeria (lattoniere, verniciatore), che svolgono le
mansioni in autonomia operativa, sulla base di cognizioni teoriche e pratiche approfondite, anche mediante l’uso
appropriato di specifiche strumentazioni, individuando, dal punto di vista tecnico economico, nell’ambito di specifiche
direttive aziendali, le opportunità e le modalità di esecuzione, di intervento e di definizione delle cause dei difetti e ne
effettuano la delibera funzionale;
14. operaio specializzato provetto nelle concessionarie di pubblicità: tecnico cine-TV; tecnico proiezione;
15. sportellista nelle concessionarie di pubblicità;
16. commesso specializzato provetto anche nel settore alimentare: personale con mansioni di concetto, di comprovata
professionalità derivante da esperienza acquisita in azienda, al quale è riconosciuta autonomia operativa e adeguata
determinante iniziativa, con l’incarico di svolgere congiuntamente i seguenti compiti: fornire attive azioni di consulenza per
il buon andamento dell’attività commerciale, assicurare nell’ambito delle proprie mansioni l’ottimale gestione delle
merceologie affidategli, intervenendo sulla composizione degli stocks e sulla determinazione dei prezzi, intrattenere
rapporti commerciali e di vendita al pubblico anche attraverso opportune azioni promozionali, espletare operazioni di
incasso, porre la sua esperienza al fine dell’ addestramento e della formazione professionale degli altri lavoratori;
17. operatore di elaboratore con controllo di flusso;
18. schedulatore flussista;
19. contabile/impiegato amministrativo: personale che in condizioni di autonomia operativa e di adeguata
determinante iniziativa nell’ambito delle proprie mansioni, sulla base di istruzioni e applicando procedure operative
complesse relative al sistema contabile e/o amministrativo adottato nell’ambito dello specifico campo di competenza, è
incaricato di svolgere congiuntamente i seguenti compiti: rilevare, riscontrare, imputare, contabilizzare dati e chiudere
conti, elaborare situazioni contabili ed effettuare operazioni anche funzionali a bilanci preventivi o consuntivi, evidenziare
posizioni irregolari e gestire i conseguenti interventi operativi;
20. programmatore minutatore di programmi;
21. addetto al controllo del materiale in entrata e uscita che organizza lo stoccaggio dei prodotti e le attività dei
preparatori di commissioni, nelle aziende commerciali dei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi e rottami;
22. operaio specializzato provetto, nelle aziende commerciali dei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi e rottami;
23. il manutentore meccanico, il manutentore elettrico, l’aggiustatore, il riparatore che, in condizioni di autonomia
operativa, con l’interpretazione critica del disegno o dello schema, individua e valuta i guasti, sceglie la successione e le
modalità degli interventi ed esegue qualsiasi intervento di elevato grado di difficoltà per aggiustaggio, riparazione,
manutenzione di macchine o impianti, curandone la messa a punto ed effettuandone la delibera funzionale;
24. il primo operatore di linea di comprovata professionalità derivante da esperienza acquisita nel settore, incaricato,
oltre che dei compiti propri della mansione, di svolgere congiuntamente, in condizioni di autonomia operativa i seguenti
compiti: operare, scegliendo il lavoro da compiere, interventi su organi, apparati e/o impianti con la relativa prova di
avviamento, effettuare eventualmente su qualsiasi tipo di apparecchiatura operazioni consistenti in sostanziali riparazioni,
messe a punto, verifiche e manutenzioni, contribuire con la sua esperienza all’addestramento e alla formazione
professionale degli altri operatori;
25. addetto alla distribuzione dei fascettari, nell’ambito dei reparti di lavorazione con controllo delle spedizioni, nelle
aziende di distribuzione di libri e stampe periodiche;
26. conducente di autotreni e di autoarticolati pesanti che, in condizioni di autonomia operativa, svolge anche funzioni
di manutenzione e riparazione dell’automezzo in dotazione;
27. operatore specialista di processo nelle aziende di ricerche di mercato;
28. rilevatore di mercato nelle aziende di ricerche di mercato;
29. tecnico riparatore del settore elettrodomestici: l’aggiustatore ed il riparatore che, in condizione di autonomia
operativa, con interpretazione critica del disegno e dello schema, individua e valuta i guasti, sceglie la successione e le
modalità degli interventi ed esegue qualsiasi intervento di elevato grado di difficoltà per l’aggiustaggio, la riparazione e la
manutenzione di apparecchiature complesse curandone la messa a punto ed effettuandone la delibera funzionale, anche
presso il domicilio del cliente; compila, se del caso, la necessaria documentazione relativa alla prestazione effettuata ed
incassa il corrispettivo previsto dalle tariffe dell’azienda;
30. tecnico riparatore del settore macchine per ufficio: l’aggiustatore ed il riparatore che, in condizione di autonomia
operativa, con interpretazione critica del disegno e dello schema, individua e valuta i guasti, sceglie la successione e le
modalità degli interventi ed esegue qualsiasi intervento di elevato grado di difficoltà per l’aggiustaggio, la riparazione e la
manutenzione di macchine ed apparecchiature complesse curandone la messa a punto ed effettuandone la delibera
funzionale, anche presso il domicilio del cliente; compila, se del caso, la necessaria documentazione relativa alla
prestazione effettuata ed incassa il corrispettivo previsto dalle tariffe dell’azienda;
31. macellaio specializzato provetto: è il lavoratore con specifiche ed adeguate capacità professionali acquisite
mediante approfondita preparazione teorico e tecnico-pratica che, in autonomia operativa, nell’ambito delle mansioni
assegnate, esegue con perizia tutte le seguenti fasi di lavoro: taglio anatomico, disossatura, sfesatura, rimondatura, taglio
a filo, a mano e a macchina, presentazione in vassoio, rifilatura dei tagli e riconfezionamento delle confezioni ritirate dal
banco;
32. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
A questo livello appartengono i lavoratori che svolgono mansioni di concetto o prevalentemente tali che comportino
particolari conoscenze tecniche ed adeguata esperienza, e i lavoratori specializzati provetti che, in condizioni di autonomia
operativa nell’ambito delle proprie mansioni, svolgono lavori che comportano una specifica ed adeguata capacità
professionale acquisita mediante approfondita preparazione teorica e tecnico-pratica comunque conseguita, e cioè:
1. steno-dattilografo in lingue estere;
2. disegnatore tecnico;
3. figurinista;
4. vetrinista;
5. creatore o redattore di rapporti negli istituti di informazioni commerciali, con discrezionalità di valutazione dei dati
informativi;
6. commesso stimatore di gioielleria;
7. ottico diplomato da scuola riconosciuta a norma dell’ art. 140, R.D. 27 luglio 1934, n. 1265; ottico patentato a
norma degli artt. 30, 31, 32 R.D. 31 maggio 1928, n. 1334;
8. meccanico ortopedico ed ernista munito di patente a norma di legge;
9. commesso di libreria che abbia la responsabilità tecnica per il rifornimento librario della azienda o di un reparto di
essa, che sappia provvedere alla corrispondenza inerente al rifornimento stesso e che abbia sufficiente conoscenza di una
lingua estera e della bibliografia;
10. addetto a pratiche doganali e valutarie;
11. operaio specializzato provetto;
12. addetto alla vendita di autoveicoli con funzioni di stima dell’usato;
13. operaio specializzato provetto nel settore automobilistico: il meccanico riparatore di gruppo/i (elettrico e/o
meccanico e/o idraulico e/o alimentazione), nonchè l’addetto alla carrozzeria (lattoniere, verniciatore), che svolgono le
mansioni in autonomia operativa, sulla base di cognizioni teoriche e pratiche approfondite, anche mediante l’uso
appropriato di specifiche strumentazioni, individuando, dal punto di vista tecnico economico, nell’ambito di specifiche
direttive aziendali, le opportunità e le modalità di esecuzione, di intervento e di definizione delle cause dei difetti e ne
effettuano la delibera funzionale;
14. operaio specializzato provetto nelle concessionarie di pubblicità: tecnico cine-TV; tecnico proiezione;
15. sportellista nelle concessionarie di pubblicità;
16. commesso specializzato provetto anche nel settore alimentare: personale con mansioni di concetto, di comprovata
professionalità derivante da esperienza acquisita in azienda, al quale è riconosciuta autonomia operativa e adeguata
determinante iniziativa, con l’incarico di svolgere congiuntamente i seguenti compiti: fornire attive azioni di consulenza per
il buon andamento dell’attività commerciale, assicurare nell’ambito delle proprie mansioni l’ottimale gestione delle
merceologie affidategli, intervenendo sulla composizione degli stocks e sulla determinazione dei prezzi, intrattenere
rapporti commerciali e di vendita al pubblico anche attraverso opportune azioni promozionali, espletare operazioni di
incasso, porre la sua esperienza al fine dell’ addestramento e della formazione professionale degli altri lavoratori;
17. operatore di elaboratore con controllo di flusso;
18. schedulatore flussista;
19. contabile/impiegato amministrativo: personale che in condizioni di autonomia operativa e di adeguata
determinante iniziativa nell’ambito delle proprie mansioni, sulla base di istruzioni e applicando procedure operative
complesse relative al sistema contabile e/o amministrativo adottato nell’ambito dello specifico campo di competenza, è
incaricato di svolgere congiuntamente i seguenti compiti: rilevare, riscontrare, imputare, contabilizzare dati e chiudere
conti, elaborare situazioni contabili ed effettuare operazioni anche funzionali a bilanci preventivi o consuntivi, evidenziare
posizioni irregolari e gestire i conseguenti interventi operativi;
20. programmatore minutatore di programmi;
21. addetto al controllo del materiale in entrata e uscita che organizza lo stoccaggio dei prodotti e le attività dei
preparatori di commissioni, nelle aziende commerciali dei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi e rottami;
22. operaio specializzato provetto, nelle aziende commerciali dei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi e rottami;
23. il manutentore meccanico, il manutentore elettrico, l’aggiustatore, il riparatore che, in condizioni di autonomia
operativa, con l’interpretazione critica del disegno o dello schema, individua e valuta i guasti, sceglie la successione e le
modalità degli interventi ed esegue qualsiasi intervento di elevato grado di difficoltà per aggiustaggio, riparazione,
manutenzione di macchine o impianti, curandone la messa a punto ed effettuandone la delibera funzionale;
24. il primo operatore di linea di comprovata professionalità derivante da esperienza acquisita nel settore, incaricato,
oltre che dei compiti propri della mansione, di svolgere congiuntamente, in condizioni di autonomia operativa i seguenti
compiti: operare, scegliendo il lavoro da compiere, interventi su organi, apparati e/o impianti con la relativa prova di
avviamento, effettuare eventualmente su qualsiasi tipo di apparecchiatura operazioni consistenti in sostanziali riparazioni,
messe a punto, verifiche e manutenzioni, contribuire con la sua esperienza all’addestramento e alla formazione
professionale degli altri operatori;
25. addetto alla distribuzione dei fascettari, nell’ambito dei reparti di lavorazione con controllo delle spedizioni, nelle
aziende di distribuzione di libri e stampe periodiche;
26. conducente di autotreni e di autoarticolati pesanti che, in condizioni di autonomia operativa, svolge anche funzioni
di manutenzione e riparazione dell’automezzo in dotazione;
27. operatore specialista di processo nelle aziende di ricerche di mercato;
28. rilevatore di mercato nelle aziende di ricerche di mercato;
29. tecnico riparatore del settore elettrodomestici: l’aggiustatore ed il riparatore che, in condizione di autonomia
operativa, con interpretazione critica del disegno e dello schema, individua e valuta i guasti, sceglie la successione e le
modalità degli interventi ed esegue qualsiasi intervento di elevato grado di difficoltà per l’aggiustaggio, la riparazione e la
manutenzione di apparecchiature complesse curandone la messa a punto ed effettuandone la delibera funzionale, anche
presso il domicilio del cliente; compila, se del caso, la necessaria documentazione relativa alla prestazione effettuata ed
incassa il corrispettivo previsto dalle tariffe dell’azienda;
30. tecnico riparatore del settore macchine per ufficio: l’aggiustatore ed il riparatore che, in condizione di autonomia
operativa, con interpretazione critica del disegno e dello schema, individua e valuta i guasti, sceglie la successione e le
modalità degli interventi ed esegue qualsiasi intervento di elevato grado di difficoltà per l’aggiustaggio, la riparazione e la
manutenzione di macchine ed apparecchiature complesse curandone la messa a punto ed effettuandone la delibera
funzionale, anche presso il domicilio del cliente; compila, se del caso, la necessaria documentazione relativa alla
prestazione effettuata ed incassa il corrispettivo previsto dalle tariffe dell’azienda;
31. macellaio specializzato provetto: è il lavoratore con specifiche ed adeguate capacità professionali acquisite
mediante approfondita preparazione teorico e tecnico-pratica che, in autonomia operativa, nell’ambito delle mansioni
assegnate, esegue con perizia tutte le seguenti fasi di lavoro: taglio anatomico, disossatura, sfesatura, rimondatura, taglio
a filo, a mano e a macchina, presentazione in vassoio, rifilatura dei tagli e riconfezionamento delle confezioni ritirate dal
banco;
32. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
E BRAVO BERLUSCA...CLAP...CLAP
Berlusconi attacca i giornali "di sinistra" "La libertá di stampa non è un diritto assoluto"
10/07/2010 14:34 POLITICA - ITALIA Fonte: repubblica
ROMA - All'indomani dello sciopero dei giornalisti contro il ddl intercettazione, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi attacca "la stampa di sinistra", accusandola di "mettere il bavaglio alla verità". In un messaggio ai Promotori della Libertà, Berlusconi spara a zero contro i giornali "schierati": "Mettono il bavaglio alla libertà, disinformano, non solo distorcono la realtà ma calpestano in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy".E quindi chiede ai "Promotori della libertà" di "togliere il bavaglio alla libertà": "Quel bavaglio - sottolinea il premier - che le è stato imposto da una stampa schierata con la sinistra e pregiudizialmente ostile al governo. Una stampa che disinforma, che non solo distorce la realtà, ma calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy, invocando per sè la 'liberta' di stampa' come se si trattasse di un diritto assoluto. Ma in democrazia non esistono diritti assoluti, perchè ciascun diritto incontra sempre un limite negli altri diritti prioritariamente ed egualmente meritevoli di tutela"."Questo, come ben sapete, è un principio elementare delle democrazie liberali. Un principio che la stampa italiana, in maggioranza, ha scelto purtroppo di ignorare. Allora dobbiamo spiegare tutto questo anche attraverso i gazebo a tutti gli italiani", ha chiesto Berlusconi ai suoi. Il premier non si è limitato ad attaccare, partendo della questione delle intercettazioni, la stampa di sinistra, ma l'intera opposizione di sinistra. Invitando infatti i "promotori" a diffondere un messaggio di ottimismo e a spiegare le prossime misure di liberalizzazione, si è detto certo che verranno capite "non solo da chi ci ha votato ma anche da chi lo farà per la prima volta. Perché non si può non essere delusi, se si è delle persone obiettive, da quel che fa quest'opposizione che è solo capace di criticare e di insultare".Il premier ha anche difeso, nello stesso messaggio, la manovra economica: "C'è l'assoluta necessità della manovra economica. Essa è in linea con quanto ci ha chiesto l'Unione europea di ridurre la spesa pubblica. Il nostro governo ha deciso di affiancare a questa manovra, per coniugare il rigore allo sviluppo, alcune misure per la ripresa e la liberalizzazione delle imprese".Anche grazie alle misure in via di approvazione, ha assicurato Berlusconi, "la ripresa economica è una realtà confermata. L'impegno che vi chiedo è di portare nei gazebo e sulle piazze questo messaggio di fiducia e di ottimismo", ha concluso.
10/07/2010 14:34 POLITICA - ITALIA Fonte: repubblica
ROMA - All'indomani dello sciopero dei giornalisti contro il ddl intercettazione, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi attacca "la stampa di sinistra", accusandola di "mettere il bavaglio alla verità". In un messaggio ai Promotori della Libertà, Berlusconi spara a zero contro i giornali "schierati": "Mettono il bavaglio alla libertà, disinformano, non solo distorcono la realtà ma calpestano in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy".E quindi chiede ai "Promotori della libertà" di "togliere il bavaglio alla libertà": "Quel bavaglio - sottolinea il premier - che le è stato imposto da una stampa schierata con la sinistra e pregiudizialmente ostile al governo. Una stampa che disinforma, che non solo distorce la realtà, ma calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy, invocando per sè la 'liberta' di stampa' come se si trattasse di un diritto assoluto. Ma in democrazia non esistono diritti assoluti, perchè ciascun diritto incontra sempre un limite negli altri diritti prioritariamente ed egualmente meritevoli di tutela"."Questo, come ben sapete, è un principio elementare delle democrazie liberali. Un principio che la stampa italiana, in maggioranza, ha scelto purtroppo di ignorare. Allora dobbiamo spiegare tutto questo anche attraverso i gazebo a tutti gli italiani", ha chiesto Berlusconi ai suoi. Il premier non si è limitato ad attaccare, partendo della questione delle intercettazioni, la stampa di sinistra, ma l'intera opposizione di sinistra. Invitando infatti i "promotori" a diffondere un messaggio di ottimismo e a spiegare le prossime misure di liberalizzazione, si è detto certo che verranno capite "non solo da chi ci ha votato ma anche da chi lo farà per la prima volta. Perché non si può non essere delusi, se si è delle persone obiettive, da quel che fa quest'opposizione che è solo capace di criticare e di insultare".Il premier ha anche difeso, nello stesso messaggio, la manovra economica: "C'è l'assoluta necessità della manovra economica. Essa è in linea con quanto ci ha chiesto l'Unione europea di ridurre la spesa pubblica. Il nostro governo ha deciso di affiancare a questa manovra, per coniugare il rigore allo sviluppo, alcune misure per la ripresa e la liberalizzazione delle imprese".Anche grazie alle misure in via di approvazione, ha assicurato Berlusconi, "la ripresa economica è una realtà confermata. L'impegno che vi chiedo è di portare nei gazebo e sulle piazze questo messaggio di fiducia e di ottimismo", ha concluso.
venerdì 9 luglio 2010
VIENE CEDUTA ALTOR 3....
PURTOPPO ANCORA CESSIONI IN VISTA.LA CONAD CON UN COMUNICATO ALLEORGANIZZAZIONI SINDACALI COMUNICA CHE INTENDE CEDERE COLLI PORTUENSI E CASTELVERDE A 2 COSTITUENDE SOCIETA'.PRATICAMENTE RIAPRE UN'ALTRA PROCEDURA PER ALTOR3 A FAVORE DI..........!!STAMATTINA CON ANNA E MARIO DELEGATO CASTELVERDE ABBIAMO MANDATO UN COMUNICATO A CONAD NEL QUALE RICHIEDEVAMO UN INCONTRO MA OLTRE TUTTO DISSENTIVAMO SULLA MANCATA CHIAREZZA DEL COMUNICATO INQUANTO NON E' SPECIFICATO NEANCHE LA SOCIETA' ACQUIRENTE.LA LEGGE PURTOPPO CONTINUA A PERMETTERE QUESTI SPCCHETTAMENTI SCELLERATI METTENDO A QUESTO PUNTO ANCHE IN DISCUSSIONE UN FUTURO DI OCCUPAZIONE, DATO CHE I 2 PUNTI VENDITA CHE INTENDERANNO CEDERE RISCHIERANNO DI SCENDERE SOTTO LA TUTELA REALE DEL DIRITTO AGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN CASO DI EVENTUALI ESUBERI DI PERSONALE.CHE FARE ORA?LA SIR SI ERA PRESA L'IMPEGNO CON ALTOR FINO A MAGGIO 2011 DI INTERVENIRE CON 13 MENSILITA' A FAVORE DEI LAVORATORI IN CASO DI LICENZIAMENTO. E QUINDI IL PRIMO PASSO SARA' DI FAR GARANTIRE DALLA SIR QUESTA TUTELA ANCHE IN QUESTO PASSAGGIO.CERTAMENTE IN UNO SPIRITO DI SOLIDARIETA' DOVREMO ESSERE TUTTI PRONTI A DARE SOSTEGNO AI NOSTRI COLLEGHI PER PROVARE A GARANTIRGLI QUALCHE TUTELA IN PIU' RISPETTO ALLA MERA APPLICAZIONE DELLA LEGGE.IL MOMENTO E'DIFFICILE FARE INFORMAZIONE E' INDISPENSABILE.VI DAREMO ALTRE INFORMAZIONI.
Manifestazione degli aquilani a Roma
ECCO LA NUOVA DEMOCRAZIA ITALIANA....ECCO CHE PIANO PIANO SI SCOPRONO I LORO SCOPI.......
E LA CHIAMANO DEMOCRAZIA.....
IERI PICCHIATI I TERREMOTATI OGGI PICCHIATI I CASSA INTEGRATI. VERGOGNATEVI!
08/07/2010 13:42 LAVORO - LOMBARDIA
MANGIAROTTI, MOMENTI TENSIONE TRA LAVORATORI E FORZE ORDINE (OMNIMILANO) Milano, 08 lug - Momenti di tensione durante la manifestazione degli operai della Mangiarotti Nuclear questa mattina davanti alla Prefettura. Un operaio è stato trasportato al pronto soccorso in codice verde dopo una caduta. In base alle prime ricostruzioni, gli operai, in una cinquantina, volevano manifestare di fronte alla Prefettura, ma sono stati invitati a radunarsi all'angolo tra corso Monforte e via Donizetti, e a inviare una delegazione per l'incontro con i funzionari. Gli operai hanno provato a sfondare il cordone delle forze dell'ordine, che hanno risposto con un'azione di contenimento senza l'utilizzo di manganelli. Secondo le prime informazioni, nel corso delle tensioni un lavoratore avrebbe perso l'equilibrio cadendo a terra.
08/07/2010 13:42 LAVORO - LOMBARDIA
MANGIAROTTI, MOMENTI TENSIONE TRA LAVORATORI E FORZE ORDINE (OMNIMILANO) Milano, 08 lug - Momenti di tensione durante la manifestazione degli operai della Mangiarotti Nuclear questa mattina davanti alla Prefettura. Un operaio è stato trasportato al pronto soccorso in codice verde dopo una caduta. In base alle prime ricostruzioni, gli operai, in una cinquantina, volevano manifestare di fronte alla Prefettura, ma sono stati invitati a radunarsi all'angolo tra corso Monforte e via Donizetti, e a inviare una delegazione per l'incontro con i funzionari. Gli operai hanno provato a sfondare il cordone delle forze dell'ordine, che hanno risposto con un'azione di contenimento senza l'utilizzo di manganelli. Secondo le prime informazioni, nel corso delle tensioni un lavoratore avrebbe perso l'equilibrio cadendo a terra.
mercoledì 7 luglio 2010
le competenze del 4° livello
Quarto livello
Al quarto livello appartengono i lavoratori che eseguono compiti operativi anche di vendita e relative operazioni
complementari, nonché i lavoratori adibiti ai lavori che richiedono specifiche conoscenze tecniche e particolari capacità
tecnico-pratiche comunque acquisite, e cioè:
1. contabile d’ordine;
2. cassiere comune;
3. traduttore (adibito alle sole traduzioni scritte);
4. astatore;
5. controllore di settore tecnico di centro elaborazione dati, compreso il settore delle telecomunicazioni;
6. operatore meccanografico;
7. commesso alla vendita al pubblico;
8. addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita nelle aziende a integrale libero servizio (grandi magazzini, magazzini
a prezzo unico, supermercati ed esercizi similari): addetto all’insieme delle operazioni ausiliarie alla vendita, intendendosi
per tale l’esercizio promiscuo delle funzioni di incasso e relativa registrazione, di preparazione delle confezioni, di
prezzatura, di marcatura, di segnalazione dello scoperto dei banchi, di rifornimento degli stessi, di movimentazione fisica
delle merci L’esercizio delle funzioni di incasso e relativa registrazione non sono determinanti ai fini dell’attribuzione di
questa figura al Quarto livello nei tempi stabiliti dal presente contratto.;
9. addetto all’insieme delle operazioni nei magazzini di smistamento, centro di distribuzione e/o depositi nelle
aziende a integrale libero servizio (grandi magazzini, magazzini a prezzo unico, supermercati ed esercizi similari);
10. commesso di rosticceria, friggitoria e gastronomia, anche se addetto normalmente alla preparazione e confezione;
11. magazziniere; magazziniere anche con funzioni di vendita;
12. indossatrice;
13. estetista, anche con funzioni di vendita;
14. stenodattilografo; addetto a mansioni d’ordine di segreteria;
15. propagandista di prodotti con mansioni che non richiedono cognizioni di carattere scientifico;
16. esattore, esclusi i fattorini e portapacchi autorizzati a riscuotere l’importo della merce all’atto della consegna;
17. pittore o disegnatore esecutivo;
18. allestitore esecutivo di vetrine e display;
19. addetto al ricevimento ed esecuzione delle mansioni di bordo;
20. autotrenista conducente di automezzi pesanti;
21. banconiere di spacci di carne;
22. operaio specializzato;
23. specialista di macelleria gastronomia, salumeria, pescheria, formaggi, pasticceria, anche con funzioni di vendita;
24. allestitore di commissioni nei magazzini di ingrosso medicinali con conoscenza delle specialità farmaceutiche;
25. telefonista addetto agli ordini nei magazzini di ingrosso medicinali con conoscenza delle specialità farmaceutiche
anche con digitazione del calcolatore;
26. addetto al controllo delle partite di resa in arrivo da distributori e da rivenditori delle aziende di distribuzione di
libri e stampe periodiche;
27. addetto al collaudo: lavoratore che effettua prove sull’autoveicolo ed operazioni di semplice collaudo sempre su
istruzioni del capo officina o del collaudatore senza compiti di diagnosi;
28. pompista specializzato: attende alla erogazione dei carburanti ed alla vendita di tutti i prodotti esitati dal punto di
vendita; attende ai servizi di assistenza tecnica, piccola manutenzione e ricambi nei confronti dell’utenza; provvede alla
riscossione con responsabilità di cassa, alla fatturazione, alla pulizia del proprio posto di lavoro; fornisce informazioni ed
assistenza;
29. operaio specializzato nelle aziende commerciali dei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi e rottami:
a) il primo operatore alle linee di spianatura e taglio trasversale e/o longitudinale, il primo operatore su cesoia a
ghigliottina o pressa a piega con alimentazione e scarico automatico, l’operatore di macchina ossitaglio a pantografo
automatica, il primo operatore di linea di taglio e foratura travi, il primo operatore di linea a bandellare o di profilatura, i
quali tutti con comprovata professionalità derivante da esperienza acquisita nel settore, operando in condizioni di relativa
autonomia, su istruzioni di massima ricevute, scegliendo la successione delle operazioni, dei mezzi e delle modalità di
esecuzione, compiono lavori di preparazione, di avviamento e di conduzione dell’impianto, affidato eventualmente anche
ad altro personale, con la predisposizione di strumenti di misura ed intervento durante la lavorazione per la correzione di
eventuali anomalie;
b) addetto ai mezzi di trasporto e movimento: il manovratore di autogru che effettua manovre di precisione per il
sollevamento, trasporto, carico e scarico di materiali; il conduttore di carrello elevatore appositamente attrezzato per il
sollevamento, trasporto, carico e scarico di materiali alloggiati su cantilever; il conduttore di locomotore (anche in
collegamento con le FF.SS) per il trasporto di materiali su vagoni che effettua anche semplici interventi di registrazioni e
manutenzione coni mezzi disponibili a bordo; il manovratore di gru a carroponte o a cavalletto, per la movimentazione di
materiali, attrezzato con mezzi speciali che richiedono grande precisione ed elevata complessità per il sollevamento,
trasporto, ribaltamento, posizionamento dei materiali (ragni per rottame, grandi elettromagneti, pinze ribalta coils, pinze
graffa coils, oppure con altre attrezzature, quando ciò avvenga con equivalente capacità professionale tale da conseguire
gli stessi risultati consentiti dall’uso dei mezzi speciali di cui sopra);
c) il montatore di coltelli per linea di taglio longitudinale che scegliendo la successione delle operazioni – sulla scorta
delle disposizioni ricevute – provvede al montaggio dei coltelli circolari formando e predisponendo la testata per il taglio dei
coils;
d) il demolitore alla fiamma nel settore dei rottami che, con comprovata professionalità derivante da esperienza
acquisita nel settore, operando in condizioni di relativa autonomia, su istruzioni di massima ricevute, scegliendo la
successione delle operazioni, dei mezzi e delle modalità di esecuzione, effettua la demolizione dei capannoni industriali o di
altre strutture complesse che richiedano interventi di analogo contenuto professionale;
e) operatore alla pressocesoia nel settore dei rottami;
f) operatore al frantoio nel settore dei rottami;
g) il qualificatore di prodotti metalsiderurgici che, con comprovata professionalità derivante da esperienza acquisita
nel settore, operando in condizioni di relativa autonomia, su istruzioni di massima ricevute, esegue oltre le rilevazioni
dimensionali, prove di normale difficoltà per il controllo delle caratteristiche fisiche dei materiali scegliendo i mezzi e le
modalità di esecuzione e con l’ausilio di apparecchiature mobili, da predisporre, se del caso, e provvede alla registrazione
dei dati;
h) il manutentore meccanico, elettrico, aggiustatore, riparatore che con cognizioni tecnico-pratiche comunque
acquisite, individuando guasti di normale rilevazione, esegue lavori di media complessità per la riparazione, la
manutenzione elettrico e/o meccanica, la messa a punto di macchine o di impianti;
30. addetto alle variazioni dei servizi diffusionari nelle aziende di distribuzione di libri e stampe periodiche;
31. operatore di processo nelle aziende di ricerche di mercato;
32. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
Al quarto livello appartengono i lavoratori che eseguono compiti operativi anche di vendita e relative operazioni
complementari, nonché i lavoratori adibiti ai lavori che richiedono specifiche conoscenze tecniche e particolari capacità
tecnico-pratiche comunque acquisite, e cioè:
1. contabile d’ordine;
2. cassiere comune;
3. traduttore (adibito alle sole traduzioni scritte);
4. astatore;
5. controllore di settore tecnico di centro elaborazione dati, compreso il settore delle telecomunicazioni;
6. operatore meccanografico;
7. commesso alla vendita al pubblico;
8. addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita nelle aziende a integrale libero servizio (grandi magazzini, magazzini
a prezzo unico, supermercati ed esercizi similari): addetto all’insieme delle operazioni ausiliarie alla vendita, intendendosi
per tale l’esercizio promiscuo delle funzioni di incasso e relativa registrazione, di preparazione delle confezioni, di
prezzatura, di marcatura, di segnalazione dello scoperto dei banchi, di rifornimento degli stessi, di movimentazione fisica
delle merci L’esercizio delle funzioni di incasso e relativa registrazione non sono determinanti ai fini dell’attribuzione di
questa figura al Quarto livello nei tempi stabiliti dal presente contratto.;
9. addetto all’insieme delle operazioni nei magazzini di smistamento, centro di distribuzione e/o depositi nelle
aziende a integrale libero servizio (grandi magazzini, magazzini a prezzo unico, supermercati ed esercizi similari);
10. commesso di rosticceria, friggitoria e gastronomia, anche se addetto normalmente alla preparazione e confezione;
11. magazziniere; magazziniere anche con funzioni di vendita;
12. indossatrice;
13. estetista, anche con funzioni di vendita;
14. stenodattilografo; addetto a mansioni d’ordine di segreteria;
15. propagandista di prodotti con mansioni che non richiedono cognizioni di carattere scientifico;
16. esattore, esclusi i fattorini e portapacchi autorizzati a riscuotere l’importo della merce all’atto della consegna;
17. pittore o disegnatore esecutivo;
18. allestitore esecutivo di vetrine e display;
19. addetto al ricevimento ed esecuzione delle mansioni di bordo;
20. autotrenista conducente di automezzi pesanti;
21. banconiere di spacci di carne;
22. operaio specializzato;
23. specialista di macelleria gastronomia, salumeria, pescheria, formaggi, pasticceria, anche con funzioni di vendita;
24. allestitore di commissioni nei magazzini di ingrosso medicinali con conoscenza delle specialità farmaceutiche;
25. telefonista addetto agli ordini nei magazzini di ingrosso medicinali con conoscenza delle specialità farmaceutiche
anche con digitazione del calcolatore;
26. addetto al controllo delle partite di resa in arrivo da distributori e da rivenditori delle aziende di distribuzione di
libri e stampe periodiche;
27. addetto al collaudo: lavoratore che effettua prove sull’autoveicolo ed operazioni di semplice collaudo sempre su
istruzioni del capo officina o del collaudatore senza compiti di diagnosi;
28. pompista specializzato: attende alla erogazione dei carburanti ed alla vendita di tutti i prodotti esitati dal punto di
vendita; attende ai servizi di assistenza tecnica, piccola manutenzione e ricambi nei confronti dell’utenza; provvede alla
riscossione con responsabilità di cassa, alla fatturazione, alla pulizia del proprio posto di lavoro; fornisce informazioni ed
assistenza;
29. operaio specializzato nelle aziende commerciali dei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi e rottami:
a) il primo operatore alle linee di spianatura e taglio trasversale e/o longitudinale, il primo operatore su cesoia a
ghigliottina o pressa a piega con alimentazione e scarico automatico, l’operatore di macchina ossitaglio a pantografo
automatica, il primo operatore di linea di taglio e foratura travi, il primo operatore di linea a bandellare o di profilatura, i
quali tutti con comprovata professionalità derivante da esperienza acquisita nel settore, operando in condizioni di relativa
autonomia, su istruzioni di massima ricevute, scegliendo la successione delle operazioni, dei mezzi e delle modalità di
esecuzione, compiono lavori di preparazione, di avviamento e di conduzione dell’impianto, affidato eventualmente anche
ad altro personale, con la predisposizione di strumenti di misura ed intervento durante la lavorazione per la correzione di
eventuali anomalie;
b) addetto ai mezzi di trasporto e movimento: il manovratore di autogru che effettua manovre di precisione per il
sollevamento, trasporto, carico e scarico di materiali; il conduttore di carrello elevatore appositamente attrezzato per il
sollevamento, trasporto, carico e scarico di materiali alloggiati su cantilever; il conduttore di locomotore (anche in
collegamento con le FF.SS) per il trasporto di materiali su vagoni che effettua anche semplici interventi di registrazioni e
manutenzione coni mezzi disponibili a bordo; il manovratore di gru a carroponte o a cavalletto, per la movimentazione di
materiali, attrezzato con mezzi speciali che richiedono grande precisione ed elevata complessità per il sollevamento,
trasporto, ribaltamento, posizionamento dei materiali (ragni per rottame, grandi elettromagneti, pinze ribalta coils, pinze
graffa coils, oppure con altre attrezzature, quando ciò avvenga con equivalente capacità professionale tale da conseguire
gli stessi risultati consentiti dall’uso dei mezzi speciali di cui sopra);
c) il montatore di coltelli per linea di taglio longitudinale che scegliendo la successione delle operazioni – sulla scorta
delle disposizioni ricevute – provvede al montaggio dei coltelli circolari formando e predisponendo la testata per il taglio dei
coils;
d) il demolitore alla fiamma nel settore dei rottami che, con comprovata professionalità derivante da esperienza
acquisita nel settore, operando in condizioni di relativa autonomia, su istruzioni di massima ricevute, scegliendo la
successione delle operazioni, dei mezzi e delle modalità di esecuzione, effettua la demolizione dei capannoni industriali o di
altre strutture complesse che richiedano interventi di analogo contenuto professionale;
e) operatore alla pressocesoia nel settore dei rottami;
f) operatore al frantoio nel settore dei rottami;
g) il qualificatore di prodotti metalsiderurgici che, con comprovata professionalità derivante da esperienza acquisita
nel settore, operando in condizioni di relativa autonomia, su istruzioni di massima ricevute, esegue oltre le rilevazioni
dimensionali, prove di normale difficoltà per il controllo delle caratteristiche fisiche dei materiali scegliendo i mezzi e le
modalità di esecuzione e con l’ausilio di apparecchiature mobili, da predisporre, se del caso, e provvede alla registrazione
dei dati;
h) il manutentore meccanico, elettrico, aggiustatore, riparatore che con cognizioni tecnico-pratiche comunque
acquisite, individuando guasti di normale rilevazione, esegue lavori di media complessità per la riparazione, la
manutenzione elettrico e/o meccanica, la messa a punto di macchine o di impianti;
30. addetto alle variazioni dei servizi diffusionari nelle aziende di distribuzione di libri e stampe periodiche;
31. operatore di processo nelle aziende di ricerche di mercato;
32. altre qualifiche di valore equivalente non espressamente comprese nella predetta elencazione.
domenica 4 luglio 2010
il prezzo della crisi

Chi scrive è stato pochi giorni fa nel Conero, in una delle aree costiere più belle e tutelate d’Italia, dove, con stupore, si può constatare l’esistenza di un paesaggio ancora rispettato. Stupore, sì, perché l’aria che tira non è certo la stessa che spira dall’Adriatico o dal poco distante Parco dei Sibillini. Lo sforzo di tante persone e organizzazioni che si sono battute affinché si arrivasse a più di mille aree protette e ad una percentuale complessiva di territorio tutelato di circa l’11%, rischia infatti di essere vanificato da una serie di gravi provvedimenti favoriti non a caso da una sempre più diffusa indifferenza tra la popolazione sulla necessità di proteggere beni ambientali e culturali. Un frutto velenoso questo, inevitabile risultato di un degrado generale e di un approccio sempre più commerciale nei confronti di tutto, opere d’arte o monti che siano. Ma veniamo al dunque: il governo ha fatto sapere che circa 25 milioni di euro verranno tagliati in occasione della manovra finanziaria e sottratti dalle casse dei parchi, per di più proprio nell’anno internazionale dedicato alla biodiversità. Il rischio che molte aree protette vengano smantellate di fatto per mancanza di fondi è evidente. Il danno sarebbe gravissimo se consideriamo che 57.468 specie animali e 12.000 specie floristiche censite rischiano di scomparire in un contesto nazionale dove senza soluzione di continuità ogni anno vengono asfaltati 250.000 ettari di territorio. La decisione ha provocato la reazione dei presidenti dei parchi nazionali, rappresentati da Giampiero Sammuri, che si sono fatti forti, sia di fronte al governo che a rappresentanti dell’opposizione, del fatto che i parchi appunto accolgono ogni anno 35 milioni di turisti con un risultato certamente considerevole per le casse dello Stato. Vedremo ora che cosa succederà ma l’allarme è altissimo. Basti pensare che all’articolo 7 è previsto il dimezzamento dei circa 50 milioni di contributi del Ministero dell’Ambiente, che impedirebbe il pagamento degli stipendi del personale dei parchi. Una decisione stupida e controproducente anche economicamente se la matematica non è un’opinione. Ma è evidente che dietro c’è qualcos’altro che si chiama, senza mezzi termini, privatizzazione dei parchi, come ha denunciato con forza Angelo Bonelli, presidente dei verdi. Il collasso delle casse faciliterebbe infatti l’arrivo dei privati, un processo che porterebbe inevitabilmente all snaturamento della pubblicità delle aree protette, e significherebbe di fatto esporli più facilmente alle speculazioni economiche. Se consideriamo che anche la gestione pubblica più volte ha lasciato aperta la strada a tante gravi deroghe alla tutela ambientale, è facile immaginare che cosa potrebbe succedere con i privati. di Vittorio Bonanni
incideti sul lavoro...4 morti!!!!


(ANSA) - VENEZIA, 2 LUG - Quattro persone sono morte sul lavoro nel giro di poche ore ieri nel nordest: a perdere la vita sono stati un'operaia di Susegana (Treviso), un artigiano a Bovolenta (Padova), un magazziniere ad Appiano (Bolzano) e un agricoltore nella zona di Lacs, sempre in provincia di Bolzano. In tutti e quattro i casi sono in corso accertamenti per verificare le cause degli incidenti, che hanno interessato settori completamente diversi tra loro.
''Non basta esprimere cordoglio, solidarieta', pentimento - ha dichiarato Emilio Viafora, segretario generale Cgil Veneto - ma bisogna avere atteggiamenti coerenti: non si puo' piangere chi sul lavoro muore o resta gravemente ferito e poi dimenticarlo completamente il giorno dopo, come sta facendo il governo''. Per Viafora, ''i provvedimenti del governo stanno allentando tutte le misure di sicurezza sul lavoro e di responsabita' sociale dell'impresa, rischiando di creare problemi di sicurezza ancora maggiori''.
L'operaia lavorava presso la 'Roberto industria alimentare' di Susegana, l'incidente e' avvenuto all'interno dell'azienda. Per cause in corso di accertamento, la donna, Gabriella Baldas, 55 anni, del posto, e' rimasta schiacciata dalla pressa di un'apparecchiatura per il confezionamento dei prodotti da forno. Il decesso e' stato istantaneo. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri e Spisal.
Nel padovano, la vittima e' un giovane, Enrico Tamiazzo, 28 anni, che lavorava come lattoniere nella zona artigianale di Bovolenta (Padova). Tamiazzo stava compiendo un sopralluogo sul tetto di una stireria, quando il solaio e' ceduto sotto i suoi piedi. Il giovane e' precipitato ed e' morto sul colpo. Vani i soccorsi dell'equipaggio del 118 arrivato sul posto con un elicottero. Sul posto sono intervenuti i tecnici dello Spisal ed i carabinieri di Piove di Sacco (Padova).
Ad Appiano, vicino a Bolzano, e' deceduto invece Klaus Trettl, 66 anni, titolare di un magazzino intento al lavoro con un carrello per sollevare la merce. L'uomo e' caduto dal mezzo ed ha battuto il capo, riportando lesioni gravissime per le quali e' morto poco dopo il ricovero all'ospedale di Bolzano. Sono in corso indagini dei carabinieri per accertare l'esatta dinamica dell'incidente.
Qualche ora dopo, un contadino e' stato travolto da una macchina per lavorare il fieno. La vittima si chiamava Johann Troger, 51 anni. La disgrazia e' avvenuta nei campi di Tanas, nel comune di Laces (Bolzano).
La Cgil, nel ricordare che in Veneto i servizi di medicina del lavoro contano su 300 persone, delle quali solo 167 adibite ad controlli per la sicurezza nelle aziende in una regione che negli ultimi dieci anni ha una media annua di 100mila infortuni denunciati. ''Scandaloso e' anche - ha aggiunto Viafora - che per avere diritto a un'indennita' si debba arrivare all'85% di invalidita': gli ultimi provvedimenti previsti nella finanziaria infatti hanno cancellato il 74%, escludendo dal reddito tutti coloro che subiscono mutilazioni in incidenti sul lavoro''.
''Non basta esprimere cordoglio, solidarieta', pentimento - ha dichiarato Emilio Viafora, segretario generale Cgil Veneto - ma bisogna avere atteggiamenti coerenti: non si puo' piangere chi sul lavoro muore o resta gravemente ferito e poi dimenticarlo completamente il giorno dopo, come sta facendo il governo''. Per Viafora, ''i provvedimenti del governo stanno allentando tutte le misure di sicurezza sul lavoro e di responsabita' sociale dell'impresa, rischiando di creare problemi di sicurezza ancora maggiori''.
L'operaia lavorava presso la 'Roberto industria alimentare' di Susegana, l'incidente e' avvenuto all'interno dell'azienda. Per cause in corso di accertamento, la donna, Gabriella Baldas, 55 anni, del posto, e' rimasta schiacciata dalla pressa di un'apparecchiatura per il confezionamento dei prodotti da forno. Il decesso e' stato istantaneo. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri e Spisal.
Nel padovano, la vittima e' un giovane, Enrico Tamiazzo, 28 anni, che lavorava come lattoniere nella zona artigianale di Bovolenta (Padova). Tamiazzo stava compiendo un sopralluogo sul tetto di una stireria, quando il solaio e' ceduto sotto i suoi piedi. Il giovane e' precipitato ed e' morto sul colpo. Vani i soccorsi dell'equipaggio del 118 arrivato sul posto con un elicottero. Sul posto sono intervenuti i tecnici dello Spisal ed i carabinieri di Piove di Sacco (Padova).
Ad Appiano, vicino a Bolzano, e' deceduto invece Klaus Trettl, 66 anni, titolare di un magazzino intento al lavoro con un carrello per sollevare la merce. L'uomo e' caduto dal mezzo ed ha battuto il capo, riportando lesioni gravissime per le quali e' morto poco dopo il ricovero all'ospedale di Bolzano. Sono in corso indagini dei carabinieri per accertare l'esatta dinamica dell'incidente.
Qualche ora dopo, un contadino e' stato travolto da una macchina per lavorare il fieno. La vittima si chiamava Johann Troger, 51 anni. La disgrazia e' avvenuta nei campi di Tanas, nel comune di Laces (Bolzano).
La Cgil, nel ricordare che in Veneto i servizi di medicina del lavoro contano su 300 persone, delle quali solo 167 adibite ad controlli per la sicurezza nelle aziende in una regione che negli ultimi dieci anni ha una media annua di 100mila infortuni denunciati. ''Scandaloso e' anche - ha aggiunto Viafora - che per avere diritto a un'indennita' si debba arrivare all'85% di invalidita': gli ultimi provvedimenti previsti nella finanziaria infatti hanno cancellato il 74%, escludendo dal reddito tutti coloro che subiscono mutilazioni in incidenti sul lavoro''.
giovedì 1 luglio 2010
3° puntata della finanziaria eta'pensionabile per le donne
L’accelerazione dell’aumento
dell’età pensionabile per le donne
Il governo a luglio scorso era già intervenuto
sulle pensioni con due
provvedimenti: legando l’età pensionabile
all’aspettativa di vita certificata
dall’Istat a partire dal 2015 e
innalzando l’età pensionabile per le
donne del pubblico impiego con
un intervento scadenzato che
avrebbe portato ai 65 anni nel 2018.
Ora si introduce l’aumento secco
dell’età pensionabile già al 2012.
L’innalzamento dell’età pensionabile
per le donne è un’ingiustizia mascherata
dall’“obbligo” che deriverebbe
dalle norme europee. In realtà
l’articolo 7 della direttiva 79/7
del 1978 sull’attuazione “del principio
di parità di trattamento tra gli
uomini e le donne in materia di sicurezza
sociale” lascia agli stati la
definizione dell’età di pensione.
Ma i diversi governi Berlusconi, nel
contenzioso che si è protratto per
anni con l’Europa, non hanno fatto
valere né la volontarietà della scelta
per le donne di andare anticipatamente
in pensione, né il fatto che
l’Inpdap non è un sistema previdenziale
di un ordine professionale,
ma è a tutti gli effetti paragonabile
all’Inps per i dipendenti pubblici e
come tale soggetto al diritto pubblico
e alle deroghe accordate dalla
Unione Europea. E’ palese l’ingiustizia
sostanziale. La vita delle donne,
particolarmente in Italia, è segnata
in maniera gravissima da un
insieme di fattori negativi, tanto
materiali quanto culturali e simbolici.
Siamo tra gli ultimi in Europa
per occupazione femminile con
meno di una donne su due che lavora,
con differenziali di carriera e
retributivi medi intorno al 20 per
cento. Sulle donne si scarica il peso
doppio lavoro, produttivo e riproduttivo
– più di 5 ore di media al
giorno per il lavoro domestico e di
cura contro un’ora e mezzo degli
uomini – sia in ragione della cultura
sessista ancora prevalente, sia per
il sottofinanziamento e l’inadeguatezza
dello stato sociale.
dell’età pensionabile per le donne
Il governo a luglio scorso era già intervenuto
sulle pensioni con due
provvedimenti: legando l’età pensionabile
all’aspettativa di vita certificata
dall’Istat a partire dal 2015 e
innalzando l’età pensionabile per le
donne del pubblico impiego con
un intervento scadenzato che
avrebbe portato ai 65 anni nel 2018.
Ora si introduce l’aumento secco
dell’età pensionabile già al 2012.
L’innalzamento dell’età pensionabile
per le donne è un’ingiustizia mascherata
dall’“obbligo” che deriverebbe
dalle norme europee. In realtà
l’articolo 7 della direttiva 79/7
del 1978 sull’attuazione “del principio
di parità di trattamento tra gli
uomini e le donne in materia di sicurezza
sociale” lascia agli stati la
definizione dell’età di pensione.
Ma i diversi governi Berlusconi, nel
contenzioso che si è protratto per
anni con l’Europa, non hanno fatto
valere né la volontarietà della scelta
per le donne di andare anticipatamente
in pensione, né il fatto che
l’Inpdap non è un sistema previdenziale
di un ordine professionale,
ma è a tutti gli effetti paragonabile
all’Inps per i dipendenti pubblici e
come tale soggetto al diritto pubblico
e alle deroghe accordate dalla
Unione Europea. E’ palese l’ingiustizia
sostanziale. La vita delle donne,
particolarmente in Italia, è segnata
in maniera gravissima da un
insieme di fattori negativi, tanto
materiali quanto culturali e simbolici.
Siamo tra gli ultimi in Europa
per occupazione femminile con
meno di una donne su due che lavora,
con differenziali di carriera e
retributivi medi intorno al 20 per
cento. Sulle donne si scarica il peso
doppio lavoro, produttivo e riproduttivo
– più di 5 ore di media al
giorno per il lavoro domestico e di
cura contro un’ora e mezzo degli
uomini – sia in ragione della cultura
sessista ancora prevalente, sia per
il sottofinanziamento e l’inadeguatezza
dello stato sociale.
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