sabato 22 ottobre 2011

Aperture domenicali, “scorrettezze di alcuni sindaci”

LECCE - Continua la bufera sulle aperture domenicali dei negozi di Lecce e dei grandi commerciali di Cavallino, Surbo e San Cesario, dopo il contro ordine, giunto dall'amministrazione di Palazzo Carafa, di tenere aperte le saracinesche domenica 23 ottobre.

Per i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, il settore necessita di una regolamentazione perchè "le aperture a macchia di leopardo e la flessibilità selvaggia, finiranno con l’affermare una concorrenza sleale tra le aziende e una penalizzazioni dei lavoratori del settore, costretti a sacrificare gli spazi di vita propri e della famiglia”.

Ricordiamo infatti, che la legge regionale sul commercio del 2003, impone la chiusura degli esercizi la domenica, salvo eccezioni stablite da calendario. I segretari delle tre sigle, hanno inviato una lettera al prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta e alla vice presidente regionale, Loredana Capone, per richiede un intervento regolatore urgente, a partire dalla piena condivisione di "una flessibilità contrattata e regolata delle aperture", per venire incontro alle esigenze dei consumatori e per lo sviluppo del settore
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Le organizzazioni sindacali hanno, però, posto un problema riguardo alla “condotta di alcuni sindaci", in particolare del Comune di Cavallino che, nel corso dei tavoli di concertazione che si sono tenuti negli anni (l'ultimo, proprio ieri), "ha voluto segnare le differenze, non partecipando mai alla discussione e adottando provvedimenti a dir poco scorretti”.

Cgil, Cisl e Uil ritengono "inammissibile che un modo di agire, scevro da regole, rischi di imperare su chi invece accetta un confronto con le parti sociali concordandone le decisioni”. Per questo chiedono a prefetto e Regione di intervenire “affinché si riconduca ogni scelta alle amministrazioni comunali interessate a comportamenti rispettosi della legge”.

Secondo i sindacati, le due istituzioni devono ora promuovere un incontro con le parti sociali, al fine di “evitare conflitti giuridici e sociali”.

(venerdì 21 ottobre 2011)

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