mercoledì 19 ottobre 2011

DASPO ARRESTI IN DIFFERITA....ECCO IL DOPO 15 OTTOBRE



di Giorgio Scura


ROMA - Daspo, arresti in differita, garanzie patrimoniali per
 manifestare, ma anche fermi preventivi. Scatenano un
vespaio di polemiche le parole del ministro dell’Interno
 Roberto Maroni che ieri ha riferito alla Camera sui recenti
 scontri di Roma.
Sabato «c’era l’intenzione di assaltare le sedi delle istituzioni
 repubblicane, Camera e Senato» dice il capo del Viminale,
che poi rincara la dose, volevano il morto: «C’era la volontà
di ricreare l’incidente che è avvenuto a Genova, e grazie alla
 professionalità delle forze dell’ordine è stato impedito».
Il governo Berlusconi conferma così la linea dura,
che si traduce in una stretta sulle manifestazioni,
in particolare sull’esigenza di avere leggi che consentano
«di effettuare azioni di prevenzione nei confronti dei violenti».
 Poi c’è «l’obbligo per gli organizzatori di prestare idonee
garanzie patrimoniali per gli eventuali danni provocati
 nel corso delle manifestazioni» e ancora l’arresto
 in «flagranza differita»,
 Daspo anche per i cortei e uno specifico reato associativo
 per chi esercita violenza aggravata.
Questa la ricetta di Maroni per bloccare quello che lui definisce
 «terrorismo urbano». Certo, servono risorse:
«Ho chiesto al Consiglio dei ministri di venerdì -
dice ancora Maroni - di azzerare i tagli al ministero
 dell’Interno nei prossimi anni. Il ministero dell’Economia
 stanzierà 60 milioni di euro entro il 2011».
Gli incappucciati «erano 3000 e hanno oscurato la protesta
di migliaia persone che volevano solo manifestare», ha
 detto, ma non c’era «nessun black bloc proveniente
 dall’estero». Poi il dato sulle forze in campo:
«Complessivamente in 24 ore
 sono state impiegate tremila unità di polizia,
carabinieri e guardia di finanza, coordinate da 107
 funzionari della polizia di Stato». Il conto dei danni
di sabato: «Circa cinque milioni di euro».
Maroni punta anche il dito sui responsabili, l’area
anarchica e fa anche i nomi: Acrobax, Rash, gli ultras
romanisti Fedayn, i disoccupati organizzati napoletani.
 E il paragone con la Val di Susa getta un carico di
 tensione ulteriore sull’imminente manifestazione:
«La protesta No Tav di sabato prossimo è un
 laboratorio ideale per sperimentare le pratiche
di guerriglia in previsione di un autunno caldo».

Nessun commento: