Come al solito quando lo scontro di classe si manifesta, le posizioni vengono fuori nella loro limpidezza. Il giornale dei vescovi accusa di immobilismo la Fiom e si schiera con il modello "democratico e partecipativo" del ricatto.
FIAT: 'AVVENIRE', NESSUN DIRITTO CONCULCATO, CGIL SCELGA COSA VUOLE ESSERE Roma, 30 dic. (Adnkronos) - «Il nuovo contratto per la Fiat di Pomigliano rappresenta allo stesso tempo la chiusura di una fase storica e il potenziale detonatore di una serie di cambiamenti». Lo scrive 'Avvenire', nell'editoriale di prima pagina. Il quotidiano dei vescovi punta il dito sulla Cgil: «Occorre che la Cgil in particolare scelga quale sindacato vuole essere da grande, un'organizzazione che negozia, che sta in campo con le proprie proposte e alla fine è capace di stringere delle intese a favore dei propri rappresentati, oppure una confederazione immobile, isolata, in definitiva impotente, che si fa costantemente condizionare dall'ala estrema». Per 'Avvenire', «nell'intesa per Pomigliano, così come per Mirafiori, non viene conculcato alcun diritto fondamentale dei lavoratori, la democrazia non è affatto posta in discussione, semmai 'esaltata' dal ricorso al referendum. Più semplicemente, dopo anni di immobilismo, il cambiamento di scenario nell'industria automobilistica sta facendo emergere le contraddizioni del nostro sistema, obbligando a compiere una scelta netta di modello tra conflitto e antagonismo da un lato; riformismo e partecipazione dall'altro. E a ben guardare, è la stessa sfida che attraversa come una faglia sotterranea la gran parte dello schieramento politico».
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