Fabrizio Roncone del Corriere della Sera chiama Daniela Santanché per sapere cosa ne pensa il sottosegretario per l’attuazione del programma delle nozze di Paola Concia con Ricarda Trautman
«Sono in vacanza… Vuol mica sapere della manovra economica?».
No, della Concia.
«Oh, che impressione…».
Guardi che non si è impressionata neppure la Binetti…
«E io invece sì! Io mi impressiono, voglio impressionarmi, accidenti! Non voglio abituarmi a certe robe…».
Senta: non crede che…
«Io credo che la Concia si sia inventata una bella provocazione politica. Il guaio è che poi queste provocazioni finiscono però sui giornali, nei tigì… due donne, Dio santissimo, che si sposano… e allora io mi chiedo: ai figli dobbiamo dare questi esempi? Alla Concia non era sufficiente vivere una storia d’amore con la sua fidanzata?».
(A questo punto va detto che la Daniela Santanché, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha comunque in grande simpatia umana la Concia: non che vadano a braccetto in Transatlantico, e del resto sarebbe impossibile, con la Santanché sempre su tacchi altissimi e a passo di carica e la Concia con le scarpe basse e la camminata misurata; però la Santanché davvero giudica la Concia una donna intelligente, simpatica, furba).
«Sa perché questa vicenda mi rattrista? Perché io sono una che quando parla d’amore ha voglia di arrossire, ha voglia di pudore…».
Molto bello, davvero. Ne parla mai con Berlusconi?
«Guardi, certo non ne parlo con lei…».
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