venerdì 1 luglio 2011

Insoddisfatti: Marchionne e Landini


Due cose accumunano in questi giorni l’ad Fiat Sergio Marchionne e il leader della Fiom Maurizio Landini: l’insoddisfazione, certo. Ma anche il braccio di ferro con due donne influenti. Si è giunti - e con fatica - martedì a un accordo unitario su rappresentanza e contratti che piacesse a Confindustria e ai tre sindacati (Cgil, Cisl e Uil). Ma sia il manager chietino sia il sindacalista reggiano hanno puntato (di nuovo, come sempre) i piedi. Ricevendo bacchettate, l’uno dal numero uno della confederazione degli industriali, Emma Marcegaglia; l’altro dalla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso.
Il primo, infatti, è tornato a minacciare l’uscita di Fiat e Fiat Industrial dalla Confindustria il primo gennaio 2012, in uno scambio di lettere con la numero uno degli industriali, se non ci saranno ulteriori passi in avanti che «consentano di acquisire quelle garanzie di esigibilità necessarie per la gestione degli accordi raggiunti per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco». L’accordo, infatti, non ha valore retroattivo. E, quindi, non potrà essere applicato agli stabilimenti Fiat, dove sono stati firmati degli accordi separati negli scorsi mesi tra azienda e sindacati. Eppure il nuovo accordo unitario, secondo Marcegaglia, potrebbe soddisfare anche le istanze del Lingotto, «in quanto gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco possono facilmente rientrare nelle nuove norme pattuite»; altrimenti sarà necessario un intervento legislativo retroattivo (la palla in questo caso passerebbe al governo o al Parlamento).
Il secondo continua la sua battaglia bocciando un accordo definito con non poca ironia un «capolavoro» che «non risolve il problema della Fiat», che «non ferma gli accordi separati» e che arriva a «limitare il diritto di sciopero». Landini ha chiesto alla Cgil di sospendere la firma all’accordo sino a quando non ci sarà la consultazione degli iscritti. Richiesta rispedita al mittente dalla Camusso che ha accettato solo di riaprire il tavolo con la Fiat. La partita, insomma, è ancora aperta.

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