lunedì 4 luglio 2011

Pambianchi resta in carcere il Riesame respinge la richiesta


Il presidente di Confcommercio Roma rimane in cella. Era stato arrestato il 14 giugno scorso assieme al commercialista Carlo Mazzieri e ad altre 44 persone. L'accusa è  di evasione fiscale per oltre 600 milioni di euro. Tornano invece liberi i vertici di Conad Tirreno e Roscer di Prato

Restano detenuti, tra carcere e arresti domiciliari Cesare Pambianchi e altri sedici indagati. Il Tribunale del Riesame di Roma ha infatti respinto la richiesta di scarcerazione del presidente della Confcommercio di Roma, stato arrestato su ordine della Procura di Roma il 14 giugno scorso assieme al commercialista Carlo Mazzieri e ad altre 44 persone, nell'ambito di un'inchiesta su un'evasione fiscale di oltre 600 milioni di euro attraverso il trasferimento all'estero di società in stato pre-fallimentare.

I reati contestati dalla Procura sono, a vario titolo, quelli di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, violazioni tributarie e appropriazione indebita. In particolare, i difensori del commercialista Carlo Mazzieri avevano chiesto la scarcerazione del proprio assistito per motivi di salute.

Gli indagati avevano sollecitato la revoca dello ordinanze di custodia cautelare, o in subordine, per chi è in carcere, la concessione degli arresti domiciliari, ritenendo che non sussistono quei gravi indizi di colpevolezza ed i pericoli di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato posti alla base dei provvedimenti emessi nei loro confronti. Parere negativo alla revoca delle misure era stato espresso dai pm Francesca Loy, Francesco Ciardi e Sabina Calabretta. L'inchiesta riguarda un sofisticato meccanismo di omissione degli adempimenti fiscali attraverso il trasferimento all'estero di società in stato prefallimentare.

Gli inquirenti romani, a seconda delle singole posizioni, procedono per reati che vanno dall'associazione per delinquere alla bancarotta fraudolenta, dal riciclaggio all'omesso pagamento di imposte.

Restano dunque in carcere Roberto Celli, tuttofare della presunta associazione a delinquere, e il commercialista Paolo Verrengia. Elia Sandro Fargione, del gruppo Visa diffusione moda; Salvatore De Meo, la moglie Patrizia Di Mille, e il commercialista Ettore Sperduti, del gruppo De Meo di Gaeta; il notaio Andrea Ferrara; Massimiliano Celli, figlio di Roberto. I reati contestati sono, a vario titolo, l'associazione a delinquere, la bancarotta fraudolenta, il riciclaggio, reati tributari, la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, l'appropriazione indebita.

Tornano invece liberi il presidente del gruppo Conad del Tirreno, Silvano Ferrini, l'amministratore delegato, Ugo Baldi, l'ex dirigente del gruppo, Ettore Conti e i titolari del gruppo Roscer di Prato, Carlo Rosano, Orazio Ferrari, Pietro Cervasio, Andrea Baldi. Contrariamente a quanto si è era appreso in un primo momento, il tribunale del riesame ha accolto le istanze di revoca dei domiciliari avanzate dai rispettivi legali, rimettendoli in libertà.

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