Interviene Rino Negrogno, sulla vicenda che ha visto proptagonista una ragazza di 32 anni detenuta nel carcere femminile di Trani. La ragazza sarebbe stata trovata morta questa mattina durante un'ispezione, secondo la prima ricostruzione sarebbe deceduta per cause naturali.
Negrogno di Federazione della Sinistra interviene più come operatore del 118 prima che come cittadino impegnato in politica. «Ogni volta che intervengo presso il carcere come operatore dell'emergenza urgenza 118, con l’ambulanza dobbiamo fermarci al primo cancello e poi al secondo e poi dobbiamo dare i nominativi e le qualifiche di tutto l'equipe, poi dobbiamo consegnare i cellulari e qualche volta discutere sul fatto che non possiamo lasciare il cellulare di servizio o sul fatto che sia necessaria la presenza di tutta l'equipe per determinati interventi» scrive Negrogno.
«In tutto questo passano inesorabili ed implacabili minuti. Considerando che un danno anossico cerebrale irreversibile, in caso di arresto cardiocircolatorio, tende a svilupparsi già dopo alcuni minuti, circa 4-10 minuti, fate le vostre considerazioni. Capisco la sicurezza e la sua organizzazione ma ritengo che ci sia la necessità di organizzare diversamente la gestione di certi, spiacevoli eventi. Poi, nella fattispecie, per prevenire questi incidenti, esistono anche figure importanti come psicologi e sociologi che dovrebbero essere presenti in queste tristi e difficili realtà. Per tutti, buoni e cattivi» conclude aprendo così uno spaccato di realtà.
La testimonianza di Rino Negrogno aprirà a nuovi dibattiti che si sommeranno a tutte le problematiche che un carcere ha già di suo. Questa volta la detenuta è stata già trovata morta, neanche l'intervento del 118 ha potuto fare più nulla, i tempi della burocrazia e della sicurezza però potrebbero causare problemi in futuro.
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