Il libro bianco del sindacato. Il segretario Di Berardino: "Allarme rosso". Il prefetto Giuseppe Pecoraro: "Avanti con la sicurezza"
di PAOLO BOCCACCI
Il corpo dell'operaio morto nel cantiere della metro B1 a piazza Santa Emerenziana
Sono 55.604 gli infortuni sul lavoro denunciati nel 2009 nel Lazio, un tasso tra i più alti d'Italia che coinvolge soprattutto giovani e over 50, in calo del 4% dai 58.000 dell'anno precedente. A calcolarlo è lo studio sugli infortuni e le malattie professionali realizzato dalla Cgil di Roma e del Lazio e presentato al teatro Nuovo Colosseo.
Gli incidenti denunciati, riporta lo studio, sono per di più concentrati nella provincia di Roma, con un calo del 4% rispetto al 2008, che peró è stato un anno di vero boom di infortuni. Oltretutto, la diminuzione registrata nel 2009 è meno della metà di quella nazionale che ha toccato -9,7%. Ad allarmare Ires e Cgil poi, sono i dati relativi agli ultimi dieci anni, periodo in cui gli infortuni in Italia sono scesi del 23%, mentre nel Lazio la percentuale arriva al -2% e concentrata nel 2009.
"Anche una sola vittima rappresenta una sconfitta per noi istituzioni - afferma il prefetto Giuseppe Pecoraro - Negli anni, peró, si è creata una coscienza diversa rispetto al tema degli infortuni e questo soprattuto grazie ai sindacati. Ció peró non basta. Come prefettura ci stiamo impegnando molto e proprio per questo motivo abbiamo sottoscritto con la Cgil un protocollo importante sulla sicurezza negli appalti pubblici".
"I dati ci dicono che più la crisi cresce e più crescono anche gli infortuni mortali - spiega il segretario romano e laziale della Cgil Claudio Di Berardino - La mancanza di sviluppo crea l'arte di arrangiarsi che, poi, ricade inevitabilmente sui lavoratori. Siamo in una situazione di allarme rosso: un morto sul lavoro ogni tre giorni non puó essere permesso". Per Di Berardino, infine, "bisogna aprire una riflessione profonda e trovare soluzioni che ancora non ci sono, con l'aiuto anche della regione, ad oggi troppo assente".
Concordi con la necessità di instaurare un dialogo costante tra sindacati, enti e istituzioni, anche tutti gli altri relatori, per i quali "la sicurezza sul lavoro è un diritto e un dovere di ciascun lavoratore".
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