Paolo Ferrero
Venerdì, dopo mesi in cui le lotte e le manifestazioni non sono certo mancate, abbiamo avuto la riuscita dello sciopero generale convocato dalla Cgil. Noi stessi abbiamo inteso prolungare idealmente quella mobilitazione con il presidio attuato ieri in contestazione della kermesse confindustriale di Bergamo. Il tutto avviene in un contesto in cui il governo Berlusconi, nonostante le vicende giudiziarie e grazie all'acquisto di un congruo numero di deputati, continua però a galleggiare e a fare danni. In questo contesto si pone seriamente il problema di come riuscire a dare uno sbocco politico al movimento, cioè ottenere risultati concreti ed evitare che, invece di cadere, il governo addirittura possa rafforzarsi. E' evidente che le elezioni amministrative rappresentano un passaggio che può dare il suo contributo in questa direzione. Ritengo però che per le caratteristiche di scontro generale e per i contenuti degli stessi, i referendum del 12 giugno costituiscano il passaggio politico decisivo e possano modificare profondamente il corso della politica italiana. Nel bene come nel male. Non a caso Berlusconi ha dichiarato guerra ai referendum e si muove giocando sporco, come al solito. Dopo le leggi ad personam, Berlusconi sta facendo le leggi ad referendum. Le prime servono a tenerlo fuori dalle patrie galere, le seconde sono finalizzate ad impedire ai cittadini italiani di pronunciarsi attraverso i referendum. Ovviamente, questo tentativo avviene attraverso una vera e propria truffa: sia sull'acqua che sul nucleare il governo vuole impedire il referendum ricorrendo a cavilli formali, lasciando però inalterata la sua politica a favore del nucleare e della privatizzazione dell'acqua. Nel denunciare il carattere delinquenziale dell'operazione del governo - e confidando nel fatto che la Corte di Cassazione non si pieghi ai voleri di Berlusconi - voglio però sottolineare che, a mio parere, il danno più grosso Berlusconi l'ha già fatto.
E' infatti del tutto evidente che il messaggio fatto arrivare agli italiani dai telegiornali è quello che il governo sta operando per impedire i referendum e che sostanzialmente i referendum non ci sono più. Visto che i referendum sono validi solo se va a votare la maggioranza degli aventi diritto al voto, il tentativo di Berlusconi è quello di indurre la convinzione che i referendum non ci sono più, in modo che molta gente si metta il cuore in pace e diserti le urne. Non so dire se Berlusconi riuscirà o meno nell'imbroglio di impedire agli italiani di pronunciarsi;
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