lunedì 11 aprile 2011

la democrazia e il suo senso.liberta' e partecipazione

Democrazia è libertà. Libertà è partecipazione. Parole che sembrano astratte, enunciazioni di principi impalpabili, sono invece fatti concreti, che riguardano la vita di ognuno. Rapporti altrimenti complessi e discrezionali, in democrazia, trovano la soluzione giusta, quasi scontata, come l'obbligo per chi governa, su mandato del popolo, di agevolare, promuovere, favorire la partecipazione alle scelte, quindi esaltare la libertà di ognuno. Questo in linea di principio. Nei fatti il governo PDL-Lega fa l'esatto opposto. Un esempio concreto è la data fissata per i Referendum su acqua pubblica, nucleare, uguaglianza di fronte alla Legge. Per questi sono state raccolte quasi un milione e mezzo di firme, ben oltre le cinquecentomila necessarie, proprio perchè sono temi sensibili. Qualsiasi governo avrebbe dovuto concordare con gli organizzatori dei referendum la data migliore per svolgerli, con un unico obiettivo: garantire la maggior partecipazione, spendendo il meno possibile. In sostanza un governo che volesse restare al servizio della democrazia non si doveva preoccupare dell'esito dei referendum stessi, ma delle casse dello Stato. Berlusconi e Bossi, prendendo di nuovo in giro gli Italiani, spostano i referendum a metà giugno, sperando che i cittadini non vadano a votare, quindi, di fatto tentando di incidere sull'esito, e per fare questo non fanno l'election day, buttando dalla finestra 400 milioni di euro. Anche questo sperpero di danaro, in una crisi gravissima e aggravata dalle scelte impopolari della destra, indigna ogni coscienza democratica. Pensiamo a quante situazioni si possono risolvere con questo danaro bruciato. Per esempio la Videocon non riparte perchè non si sa chi deve garantire 36 milioni di euro di debito. 1300 famiglie aspettano con ansia la soluzione di questo problema. Si licenziano migliaia di bidelli e professori e la Scuola degrada sempre più, con classi pollaio o comunque super affollate. Per non parlare della Sanità. Allora quando si dice che questo governo se ne deve andare è perchè ha tradito le aspettative minime, ha continuato ad acuire le crisi, allontana i cittadini dall'esercizio della democrazia. Oggi c'è un'evidente ripulsa verso questo governo, che per le cose dette, diventa eversivo verso la partecipazione. Intanto le famiglie impoveriscono sempre più, i giovani non trovano lavoro  nello stesso tempo, grazie alle poche tasse che si pagano sui dividendi azionari Berlusconi e Marchionne guadagnano cifre inimmaginabili. Ecco un altro tema del conflitto e della crisi: partecipazione è pagare in base ai guadagni e non il contrario. Oggi un operaio, un piccolo artigiano o commerciante paga il 30% di tasse, i grandi capitalisti sulla grandissima parte dei profitti il 12,5%.

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