«Vergogna, fate schifo», ma passa il processo breve. Ok alla norma "salva-premier"
"Vergogna", "Fate schifo", "E' ora di cacciare il presidente", "Noi siamo le vittime voi i carnefici"....ma a nulla sono valse le proteste. Il processo breve è passato. Il primo sì dell'Aula alla norma "salva premier" è stata varata con 306 sì e 288 no. Si tratta di quella norma, introdotta del relatore Maurizio Paniz, che riduce i tempi della prescrizione per gli incensurati. E', in sostanza, il piccolo escamotage giudiziario che fa passare da un quarto ad un sesto la pena edittale. E si applicherà ai processi per i quali non è stata pronunciata una sentenza di primo grado, non comprendendo inoltre i reati più gravi come mafia, terrorismo, estorsione.
All'annuncio fuori dalle aule, il movimento autoconvocatosi in nome della democrazia è esploso in una vera e propria rabbia. Fuori ci sono le tante vittime delle stragi che potrebbero restare impunite. E sono proprio loro i primi a dire: "Perché, per salvare un uomo solo, lasciate impuniti assassini, stragisti e violentatori?», si urla anche alla Santanché e si buttano monetine in aria gridando: "Tieni, ora prenditi anche queste". Ma le proteste non hanno fermato la decisione dell'Aula. Un'Aula in cui la tensione è stata a livelli altissimi fin dalla prima mattinata. Il Pd, con Roberto Giachetti, ha duramente attaccato Fini definendolo "il peggiore presidente per l'opposizione" per via delle sue decisioni sui tempi a disposizione della minoranza. Subito dopo l'attacco di Giachetti, è intervenuto Pier Ferdinando Casini a difesa del leader di Montecitorio: "Inaccettabile". "Giachetti ha esagerato ma il suo giudizio era rivolto su un punto specifico dei lavori dell'aula. Non si è trattato di un giudizio complessivo sulla persona e sul modo con il quale il presidente Fini sta conducendo i lavori" ha detto poi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani a mo di scuse. A richiamare a toni moderati è intervenuta persino la Cei. Eppure nulla è valso. Il dado è tratto. In Aula passa anche l'articolo 4, quello sulla «durata ragionevole del processo» e sull'«obbligo di segnalazione» L'articolo, anche questo riformulato dal relatore Paniz, prevede che il capo dell'ufficio giudiziario segnalerà al ministro della Giustizia e al Csm le toghe che "sforano" i tempi del processo stabiliti dalla legge: tre anni in primo grado, due anni in appello, e un anno e 6 mesi in Cassazione, per quanto riguarda i reati con la pena massima di 10 anni.
"Una vera vergogna" che non ferma il Governo.
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