C’è un emendamento, quasi banale in quel coacervo di vergogna rappresentato dal d.d.l. Senato n. 1611 sulle intercettazioni telefoniche. Merita, però, una segnalazione particolare. E’ l’emendamento 1707, presentato dai senatori Maurizio Gasparri (capogruppo P. d. L.), Federico Bricolo (Lega Nord Padania), Gaetano Quagliariello (P. d. L.), Roberto Centaro (P. d. L.), Filippo Berselli (P. d. L.), Sandro Mazzatorta (P. d. L.), Sergio Divina (Lega Nord Padania).
Prevede una modifica dell’ articolo 380 del codice di procedura penale che elenca i casi in cui si deve (non “si può”, ma “si deve”) procedere all’arresto in flagranza. Fra questi attualmente c’è il delitto di atti sessuali con minorenne (609 quater codice penale). Nella proposta contenuta nel garantista emendamento 1707 si prevede l’abrogazione dell’obbligo di arresto nei confronti di chi viene sorpreso in flagranza a compiere atti sessuali “di minore gravità” con minorenni.
E quale sarebbe questa pretesa “minore gravità”? Uno stupro piccolo piccolo? Potremmo magari chiederlo al senatore Bricolo, che proponeva il “carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico” (art. 4 della proposta di legge “Disposizioni per disciplinare l’esposizione del Crocifisso in tutti i pubblici uffici e le pubbliche amministrazioni della Repubblica” presentata il 31 maggio 2006), ma che – evidentemente – non vuole l’arresto in flagranza per chi palpeggia una bambina.

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