mercoledì 15 giugno 2011

Evasione fiscale, maxioperazione: arrestato anche Cesare Pambianchi


GUARDIA DI FINANZA: 45 ORDINANZE CUSTODIA CAUTELARE

Il presidente della Confcommercio avrebbe aiutato imprese a evadere il fisco. Il gruppo Conad: noi estranei
ROMA - Arrestato il presidente della Confcommercio di Roma Cesare Pambianchi e il collega commercialista Carlo Mazzieri, titolare dello stesso studio professionale. Secondo gli inquirenti sono «i promotori dell'associazione a delinquere» e gli «ideatori e realizzatori diretti e indiretti di soluzioni fraudolente personalizzate in favore dei vari gruppi imprenditoriali, clienti dello studio». Nell'ambito della stessa inchiesta, per ordine della procura di Roma la guardia di finanza ha eseguito 45 ordinanze di custodia cautelare. In manette con Pambianchi e Mazzieri e diversi professionisti e imprenditori. L'operazione, denominata "Fuori Tutto", è stata condotta dal Nucleo speciale di polizia tributaria. Sotto accusa, hanno fatto sapere i militari, ci sono 703 società, che hanno debiti erariali per 550 milioni di euro. Di queste, 300 sono state trasferite all'estero. Negli ultimi 5 anni sono stati individuati proventi illeciti derivanti da condotte fraudolente per 13,5 milioni di euro su società satelliti italiane intestate a prestanome e con conti correnti accesi presso San Marino, Principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera per un totale di 25 milioni di euro. Sequestrati inoltre 4 yacht e una barca a vela per un valore complessivo di 7 milioni euro. Titoli azionari per un valore superiore a un milione di euro. Immobili di prestigio ubicati nel cantro di Roma o in note località turistiche, sequestro di locali commerciali nel territorio nazionale per un valore di mercato superiore a 10 milioni di euro, e ancora auto di lusso o di epoca, conti correnti e polizze vita. Le misure sono state eseguite dalla Guardia di Finanza su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi che ha coordinato il lavoro svolto dai pm Maria Francesca Loi, Francesco Ciardi e Maria Calabretta.
Cesare Pambianchi (Jpeg)
Cesare Pambianchi (Jpeg)
L'ACCUSA - Per agevolare l'attività illecita dei gruppi imprenditoriali coinvolti dall'inchiesta per evasione fiscale condotta dalla Procura di Roma il presidente di Confcommercio Roma, Cesare Pambianchi, 65 anni, e commercialista Carlo Mazzieri avrebbero incassato in nero compensi per alcuni milioni di euro. Lo sostengono i pm che oggi hanno chiesto e ottenuto gli arresti per 46 indagati. Secondo gli inquirenti gli scopi perseguiti dall'associazione per delinquere erano tre: la sottrazione fraudolenta dal pagamento di ruoli esattoriali (per 600 milioni di euro) mediante distrazione di beni; l'autofinanziamento attraverso operazione di leasing; il riciclaggio o il reimpiego di beni e denaro. Agli imprenditori che si rivolgevano al prestigioso studio dei commercialisti Mazzieri e Pambianchi, scrivono i magistrati, veniva offerto «un ventaglio di soluzioni fraudolente inquadrabili, seppure in maniera flessibile, nelle tre diverse macro-aree di intervento». È il caso del gruppo Conad. Secondo le Fiamme Gialle, attraverso artifici contabili, consistiti nella creazione di crediti fittizi, due società sono state condotte alla bancarotta, con la distrazione di oltre 20 milioni di euro, e altre 7 sono state trasferite in Bulgaria. Per tale attività Pambianchi avrebbe incassato quale consulente esterno parcelle per oltre 300mila euro, mentre Mazzieri avrebbe agito quale sindaco di Conad. In realtà, secondo l'accusa, i due commercialisti avrebbero incassato in nero 8 milioni di euro. Per la consulenza offerta al gruppo Vichi - i cui titolari, sottoposti a giudizio immediato, hanno già patteggiato restituendo al fisco oltre 5 milioni di euro - Mazzieri e Pambianchi avrebbero invece percepito in nero circa 1,2 milioni di euro.
LA NOTA CONAD - La società Conad del Tirreno ribadisce la totale estraneità della cooperativa, del suo presidente e dell’amministratore delegato ai fatti contestati, secondo quanto riportato dagli organi di informazione. «Siamo pienamente fiduciosi – ha dichiarato il vice presidente di Conad del Tirreno Paolo Signorini – che la magistratura farà chiarezza sulla vicenda e ribadiamo il pieno sostegno al presidente e all’amministratore delegato».
GLI ARRESTATI - Tra gli arrestati figurano: il presidente del gruppo Conad del Tirreno, Silvano Ferrini, e l'amministratore delegato dell'azienda, Ugo Baldi; l'ex dirigente del gruppo, Ettore Conti; i titolari del gruppo Rocher di Prato, Carlo Rosano, Orazio Ferrari, Pietro Cervasio, Andrea Baldi e Luigi Minischetti, presidente del Banco di Lucca; per il gruppo Visa (società d'abbigliamento e non legata a quella delle carte di credito), Vito Hai Arbib ed Elia Sandro Fargione; i titolari del gruppo immobiliare Guido e Michele Di Veroli, suo figlio; per il gruppo Francisci, titolare di due case di cura private ad Aprilia, il titolare Claudio Francisci; i titolari del gruppo di autosaloni Mangione, Renato Mangione e i figli Luciano e Bendetta; per il gruppo Gelfusa, che gestisce il gruppo di vigilanza privata Centralpol, i fratelli Claudio e Gaetano Gelfusa, Franco Flaminio Tripodi, Massimo Giorgioni, Marco Bocci e Renato D'Amore; per il gruppo De Meo di Gaeta, Salvatore De Meo, la moglie Patrizia Di Mille, il commercialista Ettore Sperduti. Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza allo studio dei commercialisti Pambianchi e Mazzieri si erano rivolti diversi gruppi imprenditoriali che avevano diversi obiettivi, tra questi la sottrazione fraudolenta dal pagamento delle imposte (gruppi Vichi, Di Veroli e Visa, non l'omonima carta di credito ndr), l'illecito autofinanziamento mediante operazioni di leasing (gruppi Francisci, Conad, Mangione). A questi si aggiungono poi le vicende riguardanti il gruppo Gelfusa interessata a queste due attività illecite (sottrazione e illecito finanziamento).
«CRIMINALITA' DEI COLLETTI BIANCHI» - Il procuratore aggiunto Nello Rossi, coordinatore del gruppo reati contro l'economia, nell'illustrare i dettagli dell'operazione ha parlato di «una criminalità di colletti bianchi che fino a qualche tempo fa è sempre stata sottovalutata. Adesso l'imprenditore non crea più ricchezza - ha evidenziato Rossi -, al contrario punta a distruggere sistematicamente la ricchezza collettiva ai fini di un arricchimento personale». Si tratta di vicende nelle quali «le vittime sono invisibili o scarsamente visibili, eppure queste storie di bancarotta finiscono per ricadere sui lavoratori delle varie società, sui fornitori, sui creditori e alla fine sui contribuenti». Per il procuratore aggiunto, le indagini compiute dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno portato alla luce «un pacchetto di tecniche criminali vendute chiavi in mano alle varie aziende per pilotare bancarotte, per riciclare denaro, per trasferire all'estero le società. In questa attività giocano un ruolo fondamentale tecnici esperti e preparati, che individuano la soluzione migliore per agevolare l'esigenze delle varie imprese. Tutto quello che guadagna la criminalità economica, lo perdono i singoli cittadini in termini di reddito, di copertura previdenziale e di sicurezza sociale. Ogni euro sottratto al fisco ricade su ciascuno di noi».
CHI E' PAMBIANCHI - Cesare Pambianchi, l'imprenditore romano di 75 anni, presidente della Confcommercio di Roma e Lazio arrestato nell'ambito di un'inchiesta su un presunto giro di evasione fiscale, comincia il suo percorso professionale negli anni '70 occupandosi delle imprese alberghiere di famiglia. Figlio dell'allora presidente dell'associazione Albergatori della Puglia, Cesare Pambianchi avvia negli anni '80 un'altra serie di attività imprenditoriali nel settore immobiliare e turistico a Roma, e nel 1996 comincia ad interessarsi anche al settore sportivo. Parallelamente all'attività imprenditoriale, sempre negli anni '80, decide di svolgere anche consulenze aziendali come commercialista e avvia nel quartiere Parioli l'omonimo studio di commercialisti insieme al suo socio Carlo Mazzieri, arrestato anche lui questa mattina nell'ambito della stessa inchiesta. Dal 2001 Pambianchi è presidente della Confcommercio di Roma e, dal 2004, anche della Confcommercio del Lazio. Nella capitale è anche componente del consiglio della Camera di Commercio.
CONCOMMERCIO - Fiducia a Cesare Pambianchi dal Comitato di Presidenza della Confcommercio di Roma, che ha anche sottolineato l'estraneità alla vicenda dell'organizzazione, già espresso già dalla Procura di Roma.
POLVERINI: «DISPIACIUTA» - « Ho appena saputo la notizia e sono molto dispiaciuta». È la prima reazione del governatore del Lazio Renata Polverini alla notizia dell'arresto di Cesare Pambianchi, presidente Confcommercio Roma, all'interno di un'inchiesta per un presunto giro di evasione fiscale. «Mi auguro che Pambianchi dimostri la sua innocenza». Dispiaciuto anche il sindaco Alemanno che invita a non strumentalizzare «politicamente» la vicenda.
Redazione online
14 giugno 2011(ultima modifica: 15 giugno 2011)

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