martedì 28 giugno 2011

Passo indietro per Fiom, sconfitta sui referendum


All'interno della Cgil a rimanere scontenta oltre alla minoranza La Cgil che vogliamo, è infatti la Fiom che si era subito dichiarata contraria all'accordo che riduceva il livello di rappresentanza: se ci sono le Rsu che decidono non si chiederà il parere dei lavoratori sui contratti e laddove non ci sono invece le Rsu, saranno le Rsa (nominate solo dai sindacati firmatari dell'accordo) a organizzare i referendum e con il 50% più uno dei voti renderanno valido l'accordo.
Un passo indietro quindi per la Fiom che ha sottolineato come prima ogni decisione fosse convalidata da un referendum.
«DEMOCRAZIA DELEGATA». Secondo i metalmeccanici con questo accordo invece verrebbe meno quella esigenza di democrazia diretta di cui la Fiom si è fatta portatrice e che ha trovato, dopo le elezioni amministrative e i referendum, un consenso sempre maggiore da parte dei cittadini.
A essere privilegiata sarebbe solo la cosiddetta «democrazia delegata». «Ma visto che gli accordi sindacali sono di per sé un compromesso, questo è il prezzo che tutti dovranno pagare», hanno commentato alla Cgil, dove durante il direttivo riunito il 27 giugno da Camusso per chiedere il mandato a proseguire la trattativa, e in caso siglare l'accordo, è apparsa chiara la volontà di procedere.

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