In una nota l'ufficio provinciale ha diffidato i dirigenti scolastici a far frequentare le scuole superiori ad alunni ultradiciottenni con disabilità, pena a loro carico l'addebito contabile dello stipendio degli insegnanti di sostegno. Insorgono le associazioni che minacciano di rivolgersi al Tar. Nocera, vicepresidente della Fish: "Una vicenda assurda"
BOLOGNA - L'ufficio scolastico provinciale di Palermo ha diffidato i dirigenti scolastici a far frequentare nelle scuole superiori alunni ultradiciottenni con disabilità, pena a loro carico l'addebito contabile dello stipendio degli insegnanti di sostegno nominati a loro favore. La nota è stata preceduta da una circolare con cui chiedeva ai dirigenti scolastici i dati anagrafici di tutti gli alunni con disabilità nati prima del 1991 e frequentanti le scuole di Palermo e provincia. Secondo il vicepresidente nazionale della Fish, a cui il caso è stato segnalato dalle associazioni siciliane, che minacciano di rivolgersi al Tar e di sporgere denuncia per abuso di potere, e che ha scritto una lettera al ministero dell'Istruzione in merito, la nota si basa sul presupposto, erroneo, del riferimento alla sentenza 226/2001 della Corte Costituzionale. "Tale sentenza - spiega Nocera nella lettera - riguarda il divieto per gli alunni ultradiciottenni di frequentare la scuola media del mattino e non anche la scuola superiore". Per quegli alunni è quindi previsto l'obbligo di frequentare i corsi per adulti. "Data la stranezza, per non dire l'assurdità della vicenda - continua Nocera - ho invitato il ministero a far revocare l'assurda circolare".
Sono diversi i motivi per cui, secondo Nocera, l'interpretazione della sentenza da parte dell'ufficio palermitano non è corretta. Innanzitutto, spiega il vicepresidente nazionale della Fish, applica una sentenza pronunciata per la scuola media anche alle superiori. "Va ricordato inoltre - precisa Nocera - che la sentenza 215/1987 della Consulta garantisce agli alunni con disabilità, anche grave, il diritto pieno e incondizionato a frequentare la scuola superiore senza porre alcun limite di età impeditivo". Le linee guida ministeriali sull'integrazione scolastica dell'agosto 2009 invitano i dirigenti scolastici a valutare "l'opportunità" e non l'obbligo che gli alunni con disabilità non superino la frequenza delle scuole superiori oltre il ventunesimo anno di età. Pertanto - precisa Nocera nella lettera - la nota dell'ufficio scolastico provinciale di Palermo contrasta anche con l'orientamento delle linee guida ministeriali che prevedono come normale la frequenza fino al ventunesimo anno di età. Infine, "se la norma dell'ufficio scolastico palermitano - conclude Nocera - si applicasse solo agli alunni con disabilità, risulterebbe illegittime perché discriminatoria nei loro confronti". (lp)
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